Il boss mafioso Totò Riina |
GIUSEPPE LUMIA
Il sequestro della villa, dei terreni e dei conti correnti di Riina è un
ottimo colpo. Il boss è straricco. La sua ricchezza trasuda di violenza e di
sopraffazione a danno dei cittadini e dei nostri stupendi territori. Droga,
estorsioni, controllo degli appalti, truffe alle risorse dello Stato e
dell’Unione europea hanno determinato un patrimonio immenso, in buona parte
tutto da scoprire. Il sequestro e la confisca sono la migliore risposta anche nei confronti
della sua famiglia che si è cullata nell'oro del boss, non prendendone mai le
distanze, ma ricoprendo sempre un ruolo deleterio, come risulta chiaro a tutti
dalle prese di posizione pubbliche e dallo stesso libro del figlio Salvo.
Hanno fatto bene i giudici della sorveglianza ad impedire l'ennesimo tentativo del capo di cosa nostra di aggirare la legge ed il 41bis. Riina può essere curato al meglio in carcere! Anche la Commissione Parlamentare Antimafia era arrivata alle stesse conclusioni.
Hanno fatto bene i giudici della sorveglianza ad impedire l'ennesimo tentativo del capo di cosa nostra di aggirare la legge ed il 41bis. Riina può essere curato al meglio in carcere! Anche la Commissione Parlamentare Antimafia era arrivata alle stesse conclusioni.
Non bisogna sottovalutare il nipote, Giovanni Grizzaffi, il tanto acclamato
messia, oggi di nuovo libero per fine pena. Su di lui bisogna puntare tutte le
attenzioni e sono certo che lo Stato gli impedirà di rilanciare
l'organizzazione Cosa nostra del corleonese, dopo le tante sconfitte subite, e
di condizionare il cammino di crescita che il territorio, tra mille difficoltà,
ha comunque conosciuto e portato avanti.
L'esperienza dei terreni del Santuario di Tagliavia, della curia di
Monreale, in mano al boss Di Marco, sempre facenti parte del giro del capo di
Cosa nostra, ci impone una seria riflessione sugli errori fatti e sul cammino
di legalità e sviluppo da compiere. Bisogna evitare che si possa consentire ai
boss mafiosi, sotto mentite spoglie, di gestire dei terreni che potevano essere
invece consegnati ad esperienze sociali come quella a sostegno dei poveri di
Biagio Conte.
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