A Palermo il picco: 364 casi
in otto anni, dal 1998 al 2015, a Catania 247, a Siracusa 201. Se ne parla oggi
con la Cgil al Teatro Santa Cecilia: dopo il dibattito, la lettura di alcuni
testi di “Eternity”, spettacolo teatrale di denuncia sull’amianto
Palermo 7 luglio 2017 – Sono 1361 i casi di mesotelioma registrati in
Sicilia dal 1998 al 2015. Di questi, 1049 sono casi certi, 61 sono mesotelioma
probabili e 232 mesotelioma possibili. Il picco, si è registrato nel 2010-2011,
con 98 e 97 casi, Nel periodo 1998-2014 la provincia che ha avuto maggiori
insorgenze di mesotelioma – come rileva il Registro siciliano dei mesoteliomi
dell'assessorato alla salute, che sta terminando di definire il dato relativo
al 2015 - è stata quella di Palermo, con 364 casi, seguita da Catania e
Siracusa, con 247 e 201 casi. Le province con il più altro tasso di incidenza sono quelle in cui sono più
numerosi gli insediamenti industriali. La grande maggioranza di casi, 1017,
riguarda il sesso maschile mentre 303 casi (il 23 per cento) si sono registrati
tra le donne. Sia nei maschi che nelle femmine la fascia di età in cui è più
frequente la diagnosi è tra i 70 e i 79 anni. Due terzi dei casi viene
diagnosticato fra i 60 e i 79 anni. Il tasso di incidenza media del mesotelioma
in Sicilia è di 1,55 su 100 mila abitanti (2,47 nel sesso maschile e 0,69 nel
sesso femminile).
Sono alcuni dei dati che saranno diffusi all'iniziativa organizzata dalla
Cgil che si svolge oggi dalle 16 al Teatro Santa Cecilia dal titolo “Amianto,
la strage invisibile”, coordinata dal giornalista Antonio Fraschilla. L'evento
si conclude alle 19,30 con la lettura di alcuni passi da parte di Claudia
Puglisi del testo teatrale Eternity. (Lo spettacolo che era in
programma è stato annullato a causa di un problema di salute dell’attrice
protagonista).
Nonostante il divieto vigente in tutta Europa (direttiva del 1999),
l'amianto continua a mietere vittime nel nostro continente. L’amianto causa in
Europa circa 15 mila vittime l’anno ed è responsabile di circa la metà delle
morti per cancro lavorativo. In Europa tra il 1994 ed il 2010 sono stati
registrati oltre 100mila decessi a causa dell’amianto. L’intenso utilizzo di
questo materiale tra il 1920 ed il 2012 in Europa ha causato la morte di 6.786
europei al giorno per mesotelioma.
La volontà della Cgil è di informare e sensibilizzare sui pericoli per la
salute e l'ambiente derivanti dall'esposizione alle fibre di amianto, per
aumentare la consapevolezza sul fenomeno e sugli strumenti esistenti per
ridurre e prevenire i rischi. “Il sindacato – dichiara il segretario generale
della Cgil Palermo Enzo Campo – dopo questa iniziativa di denuncia, intende
passare alla costruzione di una vertenza sociale e culturale perché l'amianto
entri a far parte di una battaglia quotidiana per il rispetto dei diritti di
chi lavora. Con questa iniziativa diamo voce al malessere dei lavoratori usando
un modo nuovo di comunicare il disagio, che fa leva sul coinvolgimento e sulla
forza espressiva del mondo dell'arte e dello spettacolo”.
“Il 60 per cento delle morti per asbestosi a Palermo sono legate
all'esposizione all'amianto da parte di operai del Cantiere Navale di Palermo –
dichiara Domenico Mirabile, responsabile Cgil medici Palermo – Per quanto
riguarda la prevenzione, ancora si fa poco. La legge 10 obbligava i comuni a
dotarsi di piani comunali sull'amianto. Su 82 comuni del palermitano, solo 20
hanno approvato i piani”.
E' l'edilizia il settore più colpito. Nel quadriennio 2009-2012, la
percentuale dei casi di mesotelioma certi in edilizia è aumentata toccando il
16,2 per cento del totale. Il principale settore economico coinvolto per casi
di mesotelioma è quello delle costruzioni. Le regioni in cui il peso della
categoria degli edili è stato più forte, rispetto alle altre tipologie di
lavoratori esposti professionalmente, sono Lazio, Toscana e Sicilia.“L’unico
modo per evitare l’esposizione e le drammatiche conseguenze che ne derivano è
eliminare l'amianto, rimuoverlo – dice Ermira Behri, segretaria nazionale della
Fillea Cgil - Il nostro Paese è stato, dal secondo dopoguerra fino al bando
dell’amianto, avvenuto nel 1992, uno dei maggiori produttori e consumatori,
secondo solo all’Unione Sovietica. Fino a quel momento erano state prodotte
3.748.550 tonnellate di amianto grezzo, dal dopoguerra al 1992 l’Italia ha
importato 1.900.885 tonnellate di amianto. Le utilizzazioni hanno riguardato un
amplissimo spettro di attività industriali, dalla cantieristica navale
all’edilizia, da aziende di grandi dimensioni come Eternit a grandi miniere
sparse su tutto il territorio, dalla Lombardia alla Sicilia. Questi numeri
assumono oggi un significato molto importante, poiché è stato dimostrato che
esiste una relazione statistico-epidemiologica molto stretta tra l’andamento dei
consumi di amianto e l’incidenza dei mesoteliomi, a distanza anche di circa
30-40 anni”.
Cantieri Navali: a Palermo sono già nove i processi, sette celebrati e due
in dirittura di arrivo, istruiti in meno di 10 anni per un totale di 145 morti
presso lo stabilimento di Fincantieri. Quasi 400 le parti offese e solo 3
imputati: gli ex direttori dello stabilimento di Fincantieri. Sono i numeri
della strage silenziosa avvenuta tra i bacini di carenaggio del cantiere, dove
i lavoratori lavoravano senza le più elementari misure di sicurezza, come le
mascherine, per evitare l'inalazione delle fibre di amianto. Nel 1992 l'azienda
ammise che c'erano stati 1.750 lavoratori esposti per oltre dieci anni al
rischio amianto. Una strage che continua. “L'ondata dei decessi, nella peggiore
delle ipotesi, sappiamo che può ancora aumentare, dal momento che la malattia
si può manifestare fino a 30-35 anni dopo -dice il legale di parte civile della
Cgil, Fabio Lanfranca, che assiste quasi tutte le famiglie delle vittime di amianto
alla Fincantieri – Complessivamente i morti per amianto alla Fincantieri sono
oltre 300 ma più della metà dei casi sono caduti in prescrizione e non potranno
avere giustizia”.
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