EMANUELE LAURIA
Il caso. Ismaele La Vardera in corsa come sindaco per Lega e FdI. I colloqui
registrati con Micciché, Cuffaro e Salvini, oggi furibondo, per realizzare la
docu-fiction che inquieta i salotti della città.“Voglio rendere trasparente la
politica”
PALERMO. Era anche un film. La città delle trame di potere trasformata in
un set, la campagna elettorale in un reality show. Al centro c’era lui, Ismaele
La Vardera, giovane candidato sindaco che aveva convinto Matteo Salvini e
Giorgia Meloni, salvo poi presentarsi dopo le elezioni e chiedere loro una
liberatoria per rendere pubbliche le immagini dei colloqui riservati fatti nei
giorni precedenti. Perché l’obiettivo (prevalente o unico?) del 23enne
giornalista che ufficialmente voleva battere «i Golia della politica », prima
ancora che conquistare la guida del Comune, era di realizzare una docu-fiction
sul voto a Palermo. Non l’aveva capito nessuno. Anzi, in molti avevano
scherzato davanti a quel manifesto elettorale in stile locandina
cinematografica che indicava il nome di La Vardera come fosse un attore, e
sotto la scritta «Il sindaco. Dal 12 giugno». Una bella trovata pubblicitaria,
commentarono in molti. Macché. Il film ci sarà davvero, e sarà il frutto di ore
e ore di riprese fatte con tre operatori al fianco. O di nascosto, con
telecamere e microfoni nascosti.
Un progetto pensato con gli autori televisivi Davide Parenti e Claudio
Canepari, nato alla fine dell’estate del 2016, quando La Vardera, già
collaboratore delle Iene, era sceso in campo con l’appoggio di
alcuni comitati civici. Una candidatura che solo più tardi avrebbe trovato
l’appoggio di Lega e Fratelli d’Italia, fra i timori dello stesso candidato che
- forse perché entrato in un gioco più grande di lui - aveva persino detto
no a Salvini. Poi La Vardera aveva accettato la sfida ancora più alta,
accogliendo il leader del Carroccio a bordo della sua motoape e portandolo a
fare campagna elettorale allo Zen. Ignazio La Russa, a inizio maggio, era
giunto a paragonare il giovane candidato «a un Dybala della politica». Nel
frattempo, all’insaputa dei big e grazie anche al ruolo ufficialmente
rivestito, La Vardera filmava tutto. Fra i suoi documenti ci sarebbe un video
in macchina con Salvini in cui il segretario invita il suo autista a
mettere la sirena per aggirare il traffico. O testimonianze decisamente più
delicate: come quella di un mafioso che gli sarebbe stato presentato dal padre di
una candidata della sua lista. La Vardera ha poi chiamato di fretta il deputato
Alessandro Pagano, luogotenente di Salvini, per comunicargli la notizia e
registrare la sua reazione. La candidata, comunque, è stata ritirata dalla
lista.
Il candidato ha poi incontrato il forzista Gianfranco Micciché,
chiedendogli di incontrare Berlusconi per perorare una sua candidatura alle
politiche. Micciché gli ha detto di no, proponendogli invece di ritirarsi dalla
corsa per fare l’assessore del candidato di Fi Fabrizio Ferrandelli. Filmato di
nascosto anche un incontro con l’ex governatore Totò Cuffaro, fra i pochi ad
aver concesso la liberatoria: «Sono intercettato da una vita, volete che mi
spaventi adesso?». Ma c’è timore, nei salotti politici di Palermo, per le
registrazioni.
La Vardera giura: «Io volevo candidarmi davvero. Che male c’è se ho
documentato tutto? Intendo rendere trasparente la politica ». Però non sono in
tanti adesso a credergli. E la rabbia lega Francesco Benigno, l’attore di “Mery
per sempre” che era candidato al consiglio e l’altra sera ha mandato in
ospedale il presunto aspirante sindaco, ai leader di Fratelli d’Italia e Lega
che hanno avviato azioni legali, con l’ipotesi di truffa e condizionamento del
voto, contro La Vardera. «Questo giullare - dice Salvini - ha preso in giro
anzitutto gli elettori palermitani».
La Repubblica, 16 giugno 2017
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