SALVO PALAZZOLO
La figlia minore del boss e il marito hanno dichiarato di
essere nullatenenti
Adesso, i Riina sostengono di essere nullatenenti. E chiedono aiuto allo
Stato, non era mai accaduto prima. La figlia più piccola del capo di Cosa
nostra, Lucia, vorrebbe il bonus bebè dal Comune di Corleone. E ha sollecitato
direttamente il pagamento dell’assegno, perché – così sostiene – ne ha diritto.
Il marito, Vincenzo Bellomo, ha ribadito l’istanza. Ma dal Comune è arrivato un
secco «no», firmato dai commissari che reggono l’amministrazione cittadina dopo
lo scioglimento per infiltrazioni mafiosa. Ufficialmente, hanno pesato motivi
formali: la domanda della giovane madre non è stata ritenuta completa, quella
del padre è arrivata fuori termine. Anche l’Inps ha ribadito che la figlia
di Riina non ha diritto all’assegno mensile previsto per i genitori con un
reddito minimo. Nessuno crede che la famiglia del capo di Cosa nostra sia
nullatenente. Nelle ultime intercettazioni in carcere Totò Riina si vanta:
«Perché se recupero pure un terzo di quello che ho sono sempre ricco»,
questo diceva al compagno dell’ora d’aria, il boss della Sacra Corona Unita Alberto Lo Russo. Parole di tre anni fa. «Io ho delle proprietà, queste proprietà metà sono divise ogni mese, ogni mese ci vanno... perché? Perché sanno che è mio nipote... sanno che è mio nipote... queste proprietà sono mie e di mio nipote, metà mia e metà di mio nipote». Ma è rimasto il giallo sulle proprietà. E sul nipote.
questo diceva al compagno dell’ora d’aria, il boss della Sacra Corona Unita Alberto Lo Russo. Parole di tre anni fa. «Io ho delle proprietà, queste proprietà metà sono divise ogni mese, ogni mese ci vanno... perché? Perché sanno che è mio nipote... sanno che è mio nipote... queste proprietà sono mie e di mio nipote, metà mia e metà di mio nipote». Ma è rimasto il giallo sulle proprietà. E sul nipote.
Intanto, Lucia Riina continua a vivere a Corleone, così come la madre
Ninetta. Lucia è una pittrice, i dipinti li pubblicizza su un sito
Internet, dove racconta la sua storia: «Nel ‘93 quando sono arrivata a
Corleone, avevo 12 anni, mi sono trovata catapultata in un mondo ed una
realtà per me del tutto nuova; la scuola, la società, il paese, tutto nuovo». E
rivendica la sua vita “normale” col marito: «Siamo riusciti a dare forma e
concretezza al mio sogno di bambina che era disegnare ed al nostro sogno di
adulti, cioè creare un lavoro onesto, dignitoso, positivo ed espressivo-
creativo».
L’altra figlia di Riina, Maria Concetta, si è invece trasferita con il marito
in Puglia. Ci sono poi i figli maschi: Giovanni sta scontando l’ergastolo,
Salvo ha l’obbligo di soggiorno a Padova e intanto promuove il suo libro appena
tradotto in Romania e Spagna: “Riina family life”, s’intitola, il ritratto di
una famiglia più che normale, a tratti descritta come vittima della
giustizia. Il giovane Riina è attivissimo su Facebook. Uno dei suoi post
recita: «Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani, credendo di aver raggiunto
la vittoria. Ma i leoni rimangono leoni, i cani rimangono cani». Un riferimento
alla situazione del padre in carcere. Il post è piaciuto davvero tanto: ha
racimolato 140 like e 66 condivisioni.
Per Corleone, è un momento davvero particolare dopo lo scioglimento per
mafia. Un gran lavoro per i commissari: Giovanna Termini, Rosanna Mallemi e
Maria Cacciola. Il nuovo segretario generale del Comune è adesso Lucio Guarino,
il direttore del Consorzio Sviluppo e legalità.
La Repubblica Palermo, 18 giugno 2017
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