PAOLO RODARI
L’INTERVISTA/ MONSIGNOR GIAN CARLO PEREGO, VESCOVO DI FERRARA
ROMA.
Definisce lo “ius soli” «uno strumento indispensabile ». Spiega che la
Chiesa si è più volte espressa affinché si aggiorni la legge sulla cittadinanza
del 1992 «inadeguata ai tempi che corrono». E bolla le uscite di Beppe Grillo e
della Lega come dannose: «Seminare il panico su una legge necessaria per motivi
elettorali è poco responsabile».
Monsignor Gian Carlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes della
Cei, e arcivescovo di Ferrara, perché la legge va aggiornata?
La Chiesa vuole questa legge?
«Sì. Già nelle ultime due settimane sociali dei cattolici italiani – dal
1907, con cadenza pluriennale, il momento più importante di confronto sui temi
sociali per i credenti – la Chiesa ha chiesto una nuova legge. La riteniamo
indispensabile».
Grillo definisce «vergognoso tenere il Parlamento in stallo» quando in
Italia molte famiglie si trovano in difficoltà economica. Cosa pensa?
«Forse questo tipo di contestazione fa guadagnare voti, ma non aiuta il
Paese. Seminare panico e confusione non serve. E poi perché non votare una
legge giusta soltanto perché ci sarebbero altre presunte priorità? Questa legge
aiuterebbe diversi ragazzi a trovare più facilmente lavoro e aiuterebbe la
nostra economia. Fra l’altro non si tiene conto che il 75% degli italiani vuole
la legge, come ha dimostrato “L’Italia sono anch’io”, la campagna delle organizzazioni
nazionali che si battono per i diritti dei migranti».
Per la Lega in un periodo di «forte invasione di clandestini» la legge
farebbe estinguere gli italiani.
«L’Italia non è più da tempo paese d’attrazione e, dunque, non c’è alcuna
invasione. Approvare la legge quanti in tanti lasciano l’Italia, aiuterebbe chi
vuole andarsene a rimanere».
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