Il boss Totò Riina |
Pubblichiamo l'intervento di Rosario Accordino sulla vicenda Riina, da cui si evince che la Corte di Cassazione ha davvero aperto un varco alla possibile scarcerazione di Totò Riina. A seguire, nel post successivo, pubblichiamo integralmente la sentenza. Non siamo tutti giuristi, ma un'idea ce la possiamo fare solo leggendo il testo. Altrimenti continueremo a dividerci pregiudizialmente. (dp)
ROSARIO ACCORDINODiciamolo subito. Lo sapevamo
anche noi che la Corte di Cassazione non era chiamata a decidere se scarcerare
o meno Riina, né a decidere se la decisione del Tribunale di sorveglianza era
ben motivata, ma a decidere se accogliere o meno il ricorso del Riina, avverso
la sentenza di rigetto della istanza di scarcerazione. È lampante che in
questi termini la Cassazione non poteva decidere la scarcerazione del Riina. La
Cassazione dice che la sentenza non è sufficientemente motivata ed argomentata.
Chiunque abbia letto la sentenza del Tribunale di sorveglianza, richiamata
anche nella sentenza della Cassazione, si stupisce di questo appunto perché, al
contrario, il tribunale elenca molto chiaramente tutti i motivi che impediscono
o sconsigliano o non fanno ravvisare la necessità, ai fini di una pena non afflittiva,
della scarcerazione del Riina.
La Cassazione, oltre a dire che la decisione non è sufficientemente motivata, si spinge a dire che la incompatibilità con la detenzione permane anche se le strutture carcerarie sono in grado di fornire le necessarie cure. Dice, infatti, la corte di Cassazione: “....Al di là, quindi, della trattabilità delle singole patologie, rileva nel giudizio de quo, la valutazione complessiva dello stato di logoramento fisico in cui versa il soggetto, sovente aggravata anche da altre cause non patologiche come, nel caso di specie, la vecchiaia..". E già questa è una indicazione ben precisa dei criteri che devono orientare la scelta del tribunale.
La Cassazione, oltre a dire che la decisione non è sufficientemente motivata, si spinge a dire che la incompatibilità con la detenzione permane anche se le strutture carcerarie sono in grado di fornire le necessarie cure. Dice, infatti, la corte di Cassazione: “....Al di là, quindi, della trattabilità delle singole patologie, rileva nel giudizio de quo, la valutazione complessiva dello stato di logoramento fisico in cui versa il soggetto, sovente aggravata anche da altre cause non patologiche come, nel caso di specie, la vecchiaia..". E già questa è una indicazione ben precisa dei criteri che devono orientare la scelta del tribunale.
La Cassazione continua rilevando una intrinseca contraddittorietà tra la decisione del Tribunale e la idoneità della struttura carceraria ad assicurare adeguata assistenza al detenuto, perché nella cella attualmente occupata da Riina non entrerebbe il letto necessario alla assistenza sanitaria. La Cassazione, quindi, dichiara la struttura non adatta alla detenzione, mentre i giudici del Tribunale avevano detto che si sarebbe dovuto provvedere a rimuovere tale ostacolo. In parole semplici, il Tribunale suggerisce di trovare altra sistemazione per poter fornire il letto necessario, la Cassazione invece preferisce dichiarare la struttura inadatta.
La Cassazione, quindi, non solo giudica la sentenza non adeguatamente motivata, ma fornisce l'indirizzo ed i criteri di valutazione. Dati questi indirizzi a cui il tribunale dovrà adeguarsi, diventa pericolosamente possibile che la domanda di scarcerazione, dopo essere stata annullato il suo rigetto, possa essere accolta.
Dice anche la Cassazione che la pericolosità del Riina non è sufficientemente provata, ma che addirittura la pericolosità sociale da sola non basta a rifiutare la scarcerazione La Cassazione con la sua sentenza ha aperto la porta della cella di Riina, lasciando che sia il Tribunale di sorveglianza a fare il lavoro sporco e a tirarlo fuori, costringendolo ad adattarsi al punto di vista della Cassazione
Non so perché ma mi viene in mente il giudice Corrado Carnevale.
Rosario
Accordino - Corleone
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