Palermo 4
maggio 2017 – L’assemblea del personale della Rai di Palermo e Catania,
convocata dalla RSU e affiancata dalle
organizzazioni sindacali nazionali di categoria di Slc-Cgil, Uilcom-Uil,
Ugl-telecomunicazioni, Snater e Libersind Confsal, e da quelle territoriali di
Slc-Cgil e Uilcom-Uil, lancia l’allarme sul continuo lento impoverimento della
sede regionale siciliana, e annuncia iniziative di mobilitazione. La
sede siciliana della Rai ha già dovuto rinunciare negli anni alle attività di
programmazione regionale e alla chiusura del canale satellitare Raimed, e ha dovuto
accettare l'imposizione del trasferimento del pullman di riprese esterne
pesanti. A far suonare
di nuovo il campanello d’allarme è la norma presente nel testo della nuova concessione,
che prevede la trasformazione delle Sedi Regionali in “presidi redazionali” supportati, nell'attività quotidiana, da emittenti
private locali nello svolgimento della “mission” di servizio pubblico
radiotelevisivo.
Questo fa
sì che tale attività passi nelle mani dell'emittenza privata, che è esente da qualsiasi obbligo
derivante dalla Concessione. I lavoratori
hanno espresso una forte preoccupazione per il nuovo pesante ridimensionamento
dovuto alla proposta della Commissione Parlamentare di Vigilanza, nel testo della nuova concessione alla Rai,
che si affianca ad alcune “ ambigue scelte aziendali sull'attività di
produzione e alla centralizzazione di
determinati servizi amministrativi”.
“I lavoratori Rai – è scritto nella nota
unitaria di di Slc-Cgil, Uilcom-Uil, Ugl-telecomunicazioni, Snater e Libersind
Confsal - respingono qualsiasi ipotesi di ridimensionamento e, nell'aderire a tutte le forme di lotta
sindacale possibili, invitano la RSU e le OO.SS. territoriali a
coinvolgere con specifici incontri le Istituzioni politiche regionali,
compresi i capigruppo delle parti
politiche rappresentate nel Parlamento Siciliano. Ricordano altresì che tutte le Regioni a
statuto speciale hanno una
programmazione per le minoranze linguistiche, tranne la Sicilia, per l'assenza di questo specifico
riconoscimento. Ma la legittimazione di centro di produzione decentrato sarebbe
giustificato in considerazione del vasto territorio e per l'importanza della
sua dislocazione all'interno del bacino del Mediterraneo”.
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