DINO PATERNOSTRO
Si sono emozionati anche gli studenti dell’Istituto
Tecnico “Emanuele Morselli” di Gela, nella mattinata del 19 maggio, guardando
il film “Placido Rizzotto” del regista Pasquale Scimeca. Il giovane
contadino-partigiano che ha combattuto e donato la sua vita per liberare l’Italia
dal nazi-fascismo e Corleone e la Sicilia dalla mafia ha “parlato” al cuore di
ragazzi che sognano lavoro, sviluppo e libertà, ma si guardano intorno e non
vedono molte prospettive. La proiezione del film e la successiva presentazione
del libro “La strage ignorata. Sindacalisti agricoli uccisi dalla mafia in
Sicilia 1944-1948”, di cui sono coautore, sono state organizzate dalla Uila e
dall’Istituto scolastico gelese. Ad introdurre il dibattito, infatti, sono
stati la prof.ssa Marzia Marù e Fabrizio De Pascale della Uila nazionale. GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO
Sono
quindi intervenuto io e Nino Marino, segretario generale della Uila Siciliana.
I tanti sindacalisti assassinati dalla mafia nel secondo dopoguerra – viene fuori
chiaramente dalla ricerca – sono il prezzo di sangue pagato dal movimento dei
lavoratori per ammodernare la Sicilia e liberarla dai soprusi e dalle angherie
del padronato agrario, della mafia e della politica complice. Sembrerebbe una
storia di sconfitti ed invece è la storia di chi ha vinto. Oggi non c’è più il
latifondo e i siciliani hanno imparato a capire che i caduti del movimento dei
lavoratori sono degli eroi, mentre i mafiosi dei vigliacchi assassini. Non
dobbiamo dimenticarli. E, proprio alla vigilia della strage di Capaci e di via
D’Amelio, abbiamo sottolineato che due grandi magistrati come Giovanni Falcone
e Paolo Borsellino non avrebbero potuto ottenere gli importanti risultanti
ottenuti nella lotta contro la mafia se non ci fossero stati il movimento
contadino e Pio La Torre. Grazie all’esperienza collettiva del movimento
contadino e all’esperienza personale di Pio La Torre, è stato possibile che lo
Stato italiano di dotasse della legge, passata alla storia come legge La Torre,
che ha previsto lo specifico reato di associazione mafiosa e la possibilità di
sequestrare e confiscare i beni illeciti dei mafiosi.
Diversi gli interventi degli studenti, che
volevano capire, che manifestavano le loro preoccupazioni, ma che
fondamentalmente avevano voglia di esercitare un ruolo positivo nella società.
Fare memoria delle lotte del passato potrà aiutarli ad avere punti di riferimento
positivi, di cui sicuramente (come già Corleone) anche Gela ha bisogno.
Nessun commento:
Posta un commento