sabato, maggio 20, 2017

Anche gli studenti di Gela si emozionano guardando il film "Placido Rizzotto"...


DINO PATERNOSTRO
Si sono emozionati anche gli studenti dell’Istituto Tecnico “Emanuele Morselli” di Gela, nella mattinata del 19 maggio, guardando il film “Placido Rizzotto” del regista Pasquale Scimeca. Il giovane contadino-partigiano che ha combattuto e donato la sua vita per liberare l’Italia dal nazi-fascismo e Corleone e la Sicilia dalla mafia ha “parlato” al cuore di ragazzi che sognano lavoro, sviluppo e libertà, ma si guardano intorno e non vedono molte prospettive. La proiezione del film e la successiva presentazione del libro “La strage ignorata. Sindacalisti agricoli uccisi dalla mafia in Sicilia 1944-1948”, di cui sono coautore, sono state organizzate dalla Uila e dall’Istituto scolastico gelese. Ad introdurre il dibattito, infatti, sono stati la prof.ssa Marzia Marù e Fabrizio De Pascale della Uila nazionale. GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO
Sono quindi intervenuto io e Nino Marino, segretario generale della Uila Siciliana. I tanti sindacalisti assassinati dalla mafia nel secondo dopoguerra – viene fuori chiaramente dalla ricerca – sono il prezzo di sangue pagato dal movimento dei lavoratori per ammodernare la Sicilia e liberarla dai soprusi e dalle angherie del padronato agrario, della mafia e della politica complice. Sembrerebbe una storia di sconfitti ed invece è la storia di chi ha vinto. Oggi non c’è più il latifondo e i siciliani hanno imparato a capire che i caduti del movimento dei lavoratori sono degli eroi, mentre i mafiosi dei vigliacchi assassini. Non dobbiamo dimenticarli. E, proprio alla vigilia della strage di Capaci e di via D’Amelio, abbiamo sottolineato che due grandi magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non avrebbero potuto ottenere gli importanti risultanti ottenuti nella lotta contro la mafia se non ci fossero stati il movimento contadino e Pio La Torre. Grazie all’esperienza collettiva del movimento contadino e all’esperienza personale di Pio La Torre, è stato possibile che lo Stato italiano di dotasse della legge, passata alla storia come legge La Torre, che ha previsto lo specifico reato di associazione mafiosa e la possibilità di sequestrare e confiscare i beni illeciti dei mafiosi.


Diversi gli interventi degli studenti, che volevano capire, che manifestavano le loro preoccupazioni, ma che fondamentalmente avevano voglia di esercitare un ruolo positivo nella società. Fare memoria delle lotte del passato potrà aiutarli ad avere punti di riferimento positivi, di cui sicuramente (come già Corleone) anche Gela ha bisogno.

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