L'estorsione documentata in diretta... |
Il 16 maggio 2017, i Carabinieri del Gruppo di Monreale hanno dato
esecuzione al fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della
Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nei confronti di Salvatore
RACCUGLIA, indagato in ordine ai reati di associazione di tipo mafioso ed
estorsione aggravata dall’utilizzo del metodo mafioso ai danni di un
imprenditore di Altofonte. La misura è stata convalidata il successivo 18 maggio dal G.I.P. presso il
Tribunale di Palermo, il quale contestualmente ha emesso, su richiesta della
stessa Procura Distrettuale, un’ordinanza di custodia cautelare a carico del
citato RACCUGLIA, di Salvatore LA BARBERA, di Andrea
DI MATTEO e diGiuseppe SERBINO, ritenuti responsabili, a vario
titolo, dei medesimi reati.
L’operazione è frutto di una manovra investigativa sviluppata nel tempo nei
confronti della famiglia mafiosa di Altofonte, che aveva già portato nel marzo
del 2016, nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “Quattropuntozero”,
ad azzerare i vertici del mandamento di San Giuseppe Jato e delle dipendenti
famiglie mafiose, traendo in arresto, tra gli altri, proprio DI MATTEO e
SERBINO per i reati di associazione di tipo mafioso ed estorsione.
Sulla scorta delle risultanze della pregressa attività investigativa, le
indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale
Antimafia di Palermo, si sono concentrate su alcuni obiettivi strategici
ritenuti baricentro del sodalizio criminale operante in Altofonte ed, in
particolare, su Salvatore RACCUGLIA, pregiudicato per concorso esterno in
associazione mafiosa, avendo assicurato la sua disponibilità alla locale
famiglia mafiosa all’epoca retta dal fratello Domenico, rimasto latitante per
oltre un decennio.
In tale quadro, si sono rivelate di particolare rilievo le dichiarazioni di
un noto imprenditore di Altofonte, il quale stanco delle richieste estorsive
avanzate dalla locale consorteria sin dal lontano 2000, ha deciso di ribellarsi
al giogo mafioso descrivendo con coerenza e lucidità alcune dinamiche della
locale famiglia sino alla successione nella gestione attiva della stessa da
parte di Salvatore RACCUGLIA.
L’attività tecnica conseguentemente condotta ha consentito di documentare
la richiesta puntuale ed “amichevole” da parte di LA BARBERA
Salvatore, emissario del capo famiglia, proprio in prossimità della Pasqua, e
la fissazione di un appuntamento per il successivo 15 aprile per il ritiro del
contante. Come concordato nel corso del citato incontro, le telecamere
installate dai Carabinieri hanno registrato la conversazione avvenuta
nell’ufficio dell’imprenditore con LA BARBERA, immortalando la consegna delle
banconote da 20 e 50 euro, per l’importo complessivo di 500 euro. Proprio
mentre si stava allontanando a bordo della propria autovettura, i Carabinieri
del Gruppo di Monreale sono intervenuti traendo in arresto LA BARBERA nella
flagranza del reato di estorsione.
Nel corso della perquisizione personale sono stati rinvenuti nelle tasche
dei pantaloni dell’interessato denaro contante, suddiviso in mazzette, per un
importo complessivo di circa 1.500 euro, provento, quasi certamente, di altre
estorsioni commesse, nella stessa mattinata, in danno di operatori economici.
Importantissimo il rinvenimento presso l’abitazione dell’arrestato ed il
sequestro di un’agenda, all’interno della quale sono stati rinvenuti dati
fondamentali relativi alle estorsioni poste in essere ad Altofonte, i cui
proventi erano destinati al mandamento mafioso di San Giuseppe Jato, per il
sostentamento delle famiglie dei detenuti.
Le acquisizioni raccolte nel corso delle indagini e le dettagliate
dichiarazioni dell’imprenditore estorto hanno consentito di documentare, oltre
alla gestione nel tempo dell’attività di riscossione del “pizzo” da
parte di DI MATTEO, SERBINO e LA BARBERA, il ruolo di reggente della famiglia
mafiosa di Altofonte ricoperto da Salvatore RACCUGLIA. In tal senso depongono
le dichiarazioni di importanti esponenti di “cosa nostra” intercettate
nell’ambito di convergenti procedimenti, le strettissime relazioni tra LA
BARBERA e RACCUGLIA, nonché i documentati incontri di quest’ultimo con
esponenti di spicco di altri mandamenti mafiosi di Palermo e San Giuseppe Jato.
I dati acquisiti nel corso dell’attività investigativa e le preziose
informazioni tratte dal materiale sequestrato durante l’operazione saranno alla
base degli ulteriori approfondimenti nei confronti di altri operatori economici
dell’area vittime dell’imposizione del “pizzo”, per i quali si
spera che la determinazione ed il coraggio dimostrati dall’imprenditore vittima
della locale famiglia mafiosa - che ha confermato in toto le
risultanze investigative dei Carabinieri di Monreale - siano da esempio e da
sprone.
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