Un tratto della Palermo - Agrigento |
“Un
altro duro colpo è stato assestato dal governo alla già ampiamente compromessa
rete stradale siciliana. Il finanziamento per completare lo scorrimento veloce
Palermo-Agrigento è stato escluso dalla lista delle opere di interesse
nazionale contenuta nel Dpp (Documento pluriennale di programmazione). Un atto
insensato e controproducente da parte del Consiglio dei Ministri, con
l’inevitabile conseguenza di aggiungere una nuova voce al già corposo elenco
siciliano delle opere incompiute, che sono sempre sinonimo di spreco di soldi
pubblici e degrado ambientale. Il mancato completamento della Palermo-Agrigento
ha un costo elevato anche in termini di vite umane. Le cronache ci raccontano
continuamente di quest’arteria come teatro di gravi incidenti, spesso mortali”.
Lo
denunciano i deputati Claudia Mannino, Giulia Di Vita e Riccardo Nuti che hanno
presnetato, sull’argomento, una interrogazione.
“Da
anni si assiste a inaugurazioni-farsa, rinvii generalizzati, lavori carenti per
rispetto della tempistica e degli standard qualitativi. Chiediamo dunque che il
finanziamento dell’opera venga reinserito nella lista e che si ponga termine a
questa insensata politica degli annunci, spesso a fini meramente elettorali e
mai seguiti da fatti, che sta mettendo in ginocchio tutto il Mezzogiorno. Anche
altrove le cose non vanno affatto meglio, come dimostrano gli ultimi crolli di
Ancona e Fossano. Data quindi l’inadeguatezza delle condizioni della rete
stradale nazionale, e in particolare dei tratti sopraelevati, è stata depositata
un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro Delrio, per comprendere se e
come il governo intenda, nell’ottica di favorire un adeguato livello di
sicurezza, procedere ad una mappatura dettagliata dei ponti e dei viadotti che
sono considerati a rischio strutturale, per programmare così gli interventi in
maniera efficace”.
“Infine
risulta davvero incomprensibile l’arretramento da parte del Consiglio dei
Ministri in tema di gestione e vigilanza sugli appalti, con il depotenziamento
dell’Anac di Cantone. Sui crolli di questi anni infatti pesano gravi sospetti
di irregolarità e speculazioni, supportati dalle indagini della magistratura.
Tutti questi elementi concorrono a formare un quadro davvero poco rassicurante.
È dunque necessario un repentino cambio di marcia da parte dell’esecutivo che,
invece di produrre norme anti-vigilanza, farebbe a bene a occuparsi seriamente
del meridione e della manutenzione di infrastrutture fondamentali per l’intero
paese”.
Tratto da Blog Sicilia
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