Salvatore Giacopello |
DINO PATERNOSTRO
Caro Salvatore, è difficile pensare che non ci sei più. E immagino come
sarà difficile per Miriam e la piccola Giulia. Ti ho conosciuto quando hai cominciato ad affacciar ti alla vita sociale in questo nostro
difficile paese, Corleone. Ed ho subito apprezzato la tua energia, la tua
voglia di lottare per la giustizia sociale e contro tutti coloro che
perpetravano ingiustizie (mafia e cattiva politica). Tu, insieme a Mario e ad
altri, riuscivi a riempirmi il cuore di gioia, perché vedevo che anche i
"piccoli corleonesi antimafiosi" crescevano. E non era
scontato.
Poi ti ho conosciuto ancora più da vicino alle carovane antimafia in
Toscana, quando raccontavi a Livorno e ad Arezzo, a Grosseto e a Pisa del tuo
essere corleonese orgoglioso delle tue radici, che riconoscevi in B. Verro e P.
Rizzotto.
Poi il tuo impegno professionale: panettiere di una piccola azienda bella
già nel nome (il pane e le rose), con cui in qualche modo hai continuato il tuo
impegno sociale. Insieme all'associazione Fior di Corleone hai moltiplicato il
tuo impegno per costruire condizioni di lavoro e sviluppo nella legalità a
Corleone, valorizzando e promuovendo i prodotti della terra, in primo luogo il
grano, il nostro grano.
Avevi ancora tanti progetti da portare avanti. Avevi ancora tanta strada da
fare insieme a Miriam e alla tua piccola Giulia... Basta, non so andare avanti,
non capisco. Non capisco e non accetto che si possa morire così, senza un
perché, a trent'anni. (dp)
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