Sì dell’Ars alla nuova rete varata da giunta e
ministero Più posti letto per le emergenze, 215 dirigenti in meno
GIUSI SPICA
I posti letto per le emergenze passano da circa 13mila a 14.637, nascono
3.414 posti letto di Riabilitazione e lungodegenza. Di contro scompaiono 215
poltrone da primario e alcuni pronto soccorso di provincia, come quelli di
Licata e Canicattì. E se alcune strutture come l’ospedale Giglio di Cefalù e il
centro per neurolesi Bonino Pulejo di Messina vengono promossi, viene
“declassata” l’azienda Villa Sofia-Cervello di Palermo. Sono queste, per grandi
linee, le novità della rete ospedaliera approvata ieri dalla commissione Sanità
all’Ars chiamata a dare il parere obbligatorio, dopo essere stata varata dalla
giunta e aver avuto il primo via libera dal ministero alla Salute. L’obiettivo
è fare presto, per sbloccare le oltre cinquemila assunzioni di medici, infermieri
e personale sanitario al palo dal 2012.
L’ITER DEL PIANO
Per questo la commissione Sanità ieri ha votato il nuovo piano, tra le
proteste dei deputati grillini che parlavano di «blitz» del presidente
dell’organismo parlamentare, Giuseppe Digiacomo, e chiedevano più tempo per
analizzare le carte. Quella approdata all’Ars è una versione “aggiornata”
rispetto alla bozza che a settembre era stata cancellata tra le polemiche, dopo
le barricate bipartisan dei deputati regionali e dello stesso governatore Rosario
Crocetta. La data decisiva sarà il 4 aprile, quando il ministero dell’Economia
e quello della Salute daranno il parere definitivo. «Sono gli ultimi passi —
dice l’assessore alla Salute, Baldo Gucciardi — Il lavoro compiuto ci
permetterà di potenziare, tra le altre, la rete oncologica e quella della
neuroriabilitazione ». Poi via all’iter per sbloccare, come ha spiegato il
sottosegretario alla Salute Davide Faraone, dapprima le stabilizzazioni e
le mobilità. Quindi sarà l’ora dei concorsi. Ma si dovrà attendere almeno
l’estate, quando si sarà in piena campagna elettorale per la Regione.
IL MODELLO HUB E SPOKE
Gli ospedali vengono gerarchicamente suddivisi in “hub” (otto strutture
altamente specializzate: due a Palermo, tre a Catania, due a Messina e una a
Caltanissetta), “spoke” (grossi ospedali che dispongono di aree di pronto
soccorso di primo livello con funzioni di rianimazione e degenza), presidi di
base (che mantengono almeno quattro unità operative come il Pronto
soccorso, la Chirurgia generale, la Medicina generale e l’Ortopedia), ospedali
in zone disagiate (con servizi di base per affrontare le emergenze).
CHE COSA CAMBIA A PALERMO
A Palermo i super-ospedali saranno il Civico e il Policlinico, mentre il
polo Villa Sofia-Cervello è classificato come dipartimento di emergenza e
urgenza di primo livello. Il Civico passa da 656 posti letto a 626, ma ci sono
anche 20 posti di riabilitazione, 24 di lungodegenza e 12 di unità spinale. E
ci sono anche alcune sorprese, come la comparsa di una Cardiochirurgia per
adulti con otto posti letto, che va ad aggiungersi ai reparti già
esistenti all’Ismett e al Policlinico, o ancora la scomparsa del reparto di
Terapia del dolore, la creazione di un reparto doppione di Medicina e Chirurgia
di accettazione e urgenza e di una nuova Oncologia senza posti letto, mentre
viene cancellato il primariato di Ematologia che passa a unità operativa
semplice.
L’ospedale pediatrico Di Cristina, che fa parte della stessa azienda
azienda Civico, passa da 176 a 222 posti letto anche in vista della creazione
del reparto di Cardiochirurgia pediatrica. Villa Sofia scende da 267 a 236
posti letto per acuti più 32 per lungodegenti. Il Cto conferma i 12 posti letto
più 12 di riabilitazione e altrettanti di lungodegenza. Il Cervello passa da 418
a 374 posti letto per acuti e anche qui viene creato un reparto doppione di
Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza, mentre viene declassata a
unità semplice una delle due Pneumologie.
La Repubblica Palermo, 30 marzo 2017
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