Pietro Li Puma, 88 anni, ricorda il padre |
I figli: “il ricordo di quella terribile
giornata è ancora vivo nella nostra mente”.
Palermo 2 marzo
2017 – A ricordare oggi con la Cgil Palermo Epifanio Li Puma, il dirigente sindacale
a capo del movimento contadino per la terra, ucciso a Petralia il 2 marzo di 69 anni fa, c’erano tre dei suoi
8 figli, Pietro, Carmelo e Maria, di 88, 84 e 80 anni. La giornata del ricordo
si è svolta tra la deposizione di fiori a Borgo Verdi, dove Li Puma fu ucciso,
la cerimonia a Raffo, la contrada dove il capolega abitava, e l'iniziativa al Comune di Castellana Sicula, con gli alunni dell’istituto comprensivo di
Castellana e della superiore “Pietro Domina” di
Petralia Sottana. “È un ricordo
pesante, che mi ha segnato la vita. È stata
per me una bruttissima giornata. Siamo partiti di mattina presto da Raffo, io,
mio padre e mio fratello Giuseppe, per andare ad arare un terreno in contrada
Alburchia, di un mio zio d’America, che ci aveva affidato il fondo per
coltivarlo”, dice commosso Pietro Li Puma, 88 anni tra tre giorni. “Io stavo
per fare 18 anni – aggiunge - Mentre
stavamo facendo una pausa per mangiare, ho visto due persone che erano nel feudo
di fronte al nostro. E ho chiesto a mio padre: chi sono queste persone che passíano? Lui pensava fossero due
impiegati che stavano controllando le terre. Mio padre proseguì con le sue
mule, che trainavano l’aratro. Io mi allontanai di una cinquantina di metri, in
un altro vallone. Verso le 14 ho sentito dei botti. Ho corso per 20 metri, fino
a quando non ho visto mio padre per terra e quei due, gli assassini, che se ne
stavano andando. Mio fratello di 14 anni era con le pecore, proprio lì vicino”.
“È stata dura per mia madre tirare avanti con 8 figli – aggiunge Pietro Li Puma
- Siamo stati aiutati dagli zii. Oggi
siamo rimasti in 4”. GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO
Alla
commemorazione hanno partecipato i sindaci di Castellana Sicula, Petralia
Soprana, Petralia Sottana e l’amministrazione comunale di Gangi. La Cgil da
qualche anno ha intrapreso la strada del ricordo di tutti i suoi sindacalisti
uccisi. “Le storie di tanti di loro le stiamo riscoprendo adesso, togliendole
da un oblio di anni – ha detto Dino Paternostro, responsabile del dipartimento
Legalità della Cgil Palermo - Nel nostro calendario della memoria rientrerà
presto Giuseppe Puntarello, ucciso nel dicembre del 1945 e mai ricordato. Siamo
riusciti a metterci in contatto con la figlia di 90 anni. Vogliamo farlo non
solo per senso di appartenenza ma anche per gratitudine. La loro storia ha
segnato la storia dell’Italia. Sono vite che appartengono alla memoria di tutti”. “Oggi ricordiamo una storia di lotte, di
emozioni e di orgoglio. Li Puma era un siciliano che ha combattuto per la
legalità, lo sviluppo e la giustizia sociale” - ha detto Alessia Gatto, della segreteria Cgil
Palermo - Li Puma, Rizzotto, Azoti, Cangelosi, Intili e tanti altri sindacalisti
uccisi in quegli anni: abbiamo il dovere di continuare combattere per i diritti
su questa stessa scia”. E ha detto il segretario della Flc Cgil di Palermo Franca
Giannola, rivolgendosi ai ragazzi delle scuole presenti: “Le lezioni del
passato, la storia, come quella di Li Puma, che ha vissuto nella vostra stesa
comunità delle Madonie, vanno tenute in considerazione. C’è chi ha lottato per
i diritti, spianandoci una strada. Bisogna essere partecipi per salvaguardare
questa memoria. E la scuola ha un ruolo di partecipazione sociale e civile
importante”. Antonella Azoti, la figlia di Nicolò Azoti, altro dirigente
sindacale della Cgil di Baucina ucciso, ha aggiunto: “Io non ho avuto la
fortuna di conoscere mio padre, avevo solo 4 anni quando fu assassinato. Fare
conoscere la storia del sindacato, che è la storia di ognuno di noi, significa
trasmettere un messaggio di speranza per tutti”. Sono intervenuti anche lo
storico Mario Siragusa, i dirigenti scolastici dei due istituti, e il nipote di
Epifanio Li Puma, Gaetano La Placa, presidente della fondazione Li Puma: “Mio
nonno Epifanio, definito sognatore di giustizia – ha detto - non fece che
applicare le leggi. È morto per difendere il futuro dei suoi concittadini e dei
suoi figli, che chiedevano diritti, un pezzo di pane e la terra”.
Nessun commento:
Posta un commento