NICOLA CIPOLLA
“Il libro a
cinque stelle dei cittadini per l'Europa è la controproposta del Movimento al
Libro bianco per l'Europa, base per la dichiarazione comune che capi di Stato e
di Governo firmeranno sabato a Roma”. (Sole 24 Ore di giovedì 24 marzo).
Tutte le
proposte avanzate nel documento del M5S lo pongono in netto contrasto con le
posizioni della Le Pen in Francia e di Salvini in Italia che prevedono
l'abolizione della moneta unica e la
dissoluzione della UE. Invece le
proposte avanzate collocano di fatto i “Cinque stelle” tra le forze della
sinistra europea che si battono per trasformare la UE, soggetta attraverso la
burocrazia dominante a Bruxelles agli interessi
dei petrolieri e delle banche. “Se non fosse possibile solo
raggiungere compromessi accettabili in
questa direzione riteniamo irrinunciabile restituire agli Stati membri sovranità
in ambito economico monetario”. Sempre però
all'interno di un processo decisionale costituzionale.
“Occorre
maggiore trasparenza nel processo decisionale UE, in primo luogo per ciò che
concerne il Consiglio, e una redistribuzione del potere tra le istituzioni: il
Parlamento europeo, unica tra le istituzioni UE democraticamente eletta, è
ancora troppo marginale nel processo decisionale”.
La richiesta
di eliminazione della tripla sede, Bruxelles, Strasburgo, Lussemburgo, alla
luce di questa affermazione fa sì che l'unica sede dovrebbe essere
Strasburgo.
A conclusione
del documento la proposta di politica energetica costituisce restituisce alla
UE il ruolo di avanguardia che aveva avuto in occasione della prima crisi
energetica mondiale.
“Chiediamo:
1.
l'abolizione
immediata di incentivi e sussidi diretti o indiretti alle fonti fossili;
2.
un
completo efficientamento del patrimonio edilizio europeo;
3.
una
rapida transizione completa alla produzione energetica rinnovabile;
e poi il
documento continua con al richiesta di
buone pratiche di riciclo e riuso di manufatti e materiali, difesa
dell'assetto idrogeologico e della fertilità dei suoli imbrigliando le acque,
etc..
Queste
proposte si collegano con le lotte in
corso in Puglia contro il gasdotto No
Tap che ancora non si è iniziato a costruire nel lontano Mar Nero ma già
provoca la distruzione di uliveti secolari e dell'ambiente circostante e con
tutte le forze che si sono opposte alle trivellazioni di ricerca e coltivazione
di idrocarburi lungo le coste della penisola e delle isole maggiori.
Il
richiamo all'efficientamento del patrimonio
edilizio porta ad una svolta economica con l'apertura di milioni di cantieri in
tutti gli edifici pubblici e privati a cominciare nel nostro paese da quelli collocati
nelle zone a rischio sismico in cui possono unirsi gli effetti del
risparmio energetico e dell'utilizzazione sui tetti e sulle aree di parcheggio
di coperture di solari FV che non solo non hanno bisogno di investimenti a
fondo perduto ma che, una volta realizzato l'ammortamento dei prestiti
necessari per costruirli promossi dalla BCE, continueranno per oltre trent'anni
ad assicurare ai titolari di queste strutture un reddito derivante
dall'annullamento delle bollette energetiche e dall'eventuale soprappiù di
energia immessa nella rete.
Su tutta
questa parte fondamentale del documento si è elevato, finora, un muro di
silenzio, così come era avvenuto alle elezioni olandesi del 15 marzo u.s. In
Olanda il partito della destra populista,
PVV di Geert Wilders, che i sondaggi
davano 5 punti avanti al partito di governo si ferma a 20 seggi mentre Mark Rutte VVD è sceso a 33
seggi perdendone 8. Avanzano invece i Verdi di sinistra di Jesse Klaver[1], GroenLinks
da 4 a 14 seggi che assieme ai 3 seggi di DENK più altri partiti di opposizione
netta alla VVD di Rutte potrebbero numericamente, con i socialisti e socialdemocratici, raggiungere
il quorum necessario per formare il governo. In ogni caso sarà difficile al VVD di Mark
Rutte in fase calante riformare un governo stabile.
Il GroenLinks e i giovani che lo sostengono naturalmente portano avanti un
programma di trasformazione ambientale con il 100% di rinnovabili. Questo programma si incontra con una fase di vera e propria rivoluzione energetica che
ha come protagonista l'eolico con grandi impianti inshore e offshore nel mar
Baltico, nel Mare del Nord, nel Pas de Calais e nella costa atlantica della Francia promosse da grandi imprese sia
a capitale pubblico che privato con investimenti di centinaia di miliardi di
euro che producono anche un aumento dell'occupazione e sviluppo
dell'industria. E' questa l'altra
notizia che i mass media in Italia e i partiti che fanno capo al governo del PD tengono celata all'opinione pubblica
nazionale e siciliana in particolare. Lo sviluppo dell'eolico offshore potrebbe
avere in Italia, a partire dalle Isole Eolie, la casa di Eolo, un grande
sviluppo con conseguenze favorevoli anche per quanto riguarda sia la
costituzione di vere e proprie aree protette per assicurare il mantenimento
della biodiversità sia per evitare il saccheggio di reperti del patrimonio
sottomarino archeologico costituito
dalle navi affondate nei vari millenni. Ma c'è di più. L'Italia, a partire
dall'autarchia di Mussolini, si è dotata di una formidabile rete di dighe necessarie
per produrre energia elettrica
(il carbone bianco) e acqua per irrigare l'agricoltura avanzata. A partire dall'Alto commissario Selvaggi, in
Sicilia, sono state approvate due leggi che costituirono l'ESE e trasformarono
l'Ente di Colonizzazione fascista anche in Ente di Irrigazione. Sono state
costruite in trent'anni 29 dighe per oltre un
miliardo di mc inizialmente destinate alla produzione di energia
elettrica e come nel resto dell'Italia per l'irrigazione. Il che ha portato, ad esempio, ad una grande
trasformazione di tutta la paludosa Valle del Simeto, fino a lambire la
provincia di Siracusa e l'aeroporto di Sigonella, in un grande agrumeto.
L'aumento dei consumi civili ha però portato sempre più ad utilizzare l'acqua,
che fuoriusciva dalle centrali attraverso la potabilizzazione, per gli usi
civili. Questa positiva evoluzione è stata però rovesciata da un processo di
privatizzazione che in pratica ha regalato, in cambio di poche decine di
milioni di euro, alle grandi multinazionali come Enel, Eni e Veolia, queste
dighe. Queste società monopolistiche, per
tenere alto il prezzo dell'acqua e utilizzare centrali
termoelettriche alimentate dai residui
delle lavorazioni delle raffinerie di Augusta (pet coke) e Milazzo,
preferiscono fare correre a mare, senza più utilizzare le centrali
idroelettriche, l'acqua che gratuitamente dal cielo riempie ogni anno queste
dighe. Per cui la produzione idroelettrica che aveva raggiunto una percentuale
alta del fabbisogno si è ridotta di un terzo.[2]
Uno spreco vergognoso per permettere ai monopoli, privati come Veolia ed ex
pubblici Enel ed Eni, sempre più in via di successive privatizzazioni, di
continuare ad importare petrolio, gas e carbone da paesi che costituiscono la
base degli attuali conflitti che insanguinano il Medio Oriente, la Penisola
Arabica, l'Africa e che scatenano le ondate migratorie che, dopo la chiusura della Grecia, negli ultimi due anni
avvengono in gran parte attraverso il Canale di Sicilia, diventato anche tomba
di migliaia e migliaia di sventurati che cercano rifugio dalle guerre e dal sottosviluppo.
In Italia e in
Sicilia però non c'è una formazione
politica analoga a GroenLinks olandese.
Le forze di sinistra tradizionali, come Rifondazione Comunista e SEL ed ora la formazione Democratici Progressista scissa
dal PD e il tentativo di Pisapia con il movimento “Campo progressista” per il rinnovamento della sinistra e per un
nuovo sviluppo si limitano a proporre la difesa delle conquiste sociali
realizzate nel secolo scorso specialmente nei settori della sanità, della
previdenza e della scuola nella fase di sviluppo dell'economia italiana che fu
chiamata il “miracolo economico”.
Solo facendo
proprie la trasformazione energetica alla maniera olandese la sinistra italiana
potrà avere, come accortamente Errani ha auspicato, una presenza e duna
partecipazione di fatto ad uno schieramento di rinnovamento altrimenti nel
corso di tutte le elezioni che si succederanno in Italia e in Sicilia (comunali,
ex provinciali, regionali e finalmente nazionali nella primavera dell'anno
prossimo) il M5S sarà l'unico
beneficiario di questa svolta possibile per lo sviluppo della tecnica e
necessaria per evitare la fine, entro i 2030
della forme di vita umana sulla terra come oggi la conosciamo.
[1] Jesse Klaver, ha trent’anni, è il leader di Groenlinks, il
partito dei Verdi. E’ pro-Europa, è a favore dell’integrazione degli stranieri.
E’ per la riduzione delle spese militari e per l’allargamento del già
generosissimo stato sociale olandese. Le sue posizioni, solidamente radicate
nella sinistra europea, sono state nutrite, in questa campagna, dal racconto
personale che Klaver ha fatto. Figlio di un
marocchino e di una olandese di origini indonesiane, Klaver è stato
cresciuto dai nonni in un ambiente sociale tutt’altro che abbiente.
Con questa storia personale e queste idee, Klaver ha percorso la
campagna elettorale. E l’ha percorsa con uno stile aperto,
inconsueto per una politica ancora paludata come quella
olandese. Klaver ha introdotto anche modi nuovi di comunicazione, puntando sui
social media ma anche su riunioni ristrette con gli elettori del suo partito.
In altri casi il leader dei Verdi ha però scelto consessi più larghi. I suoi
comizi, che hanno raccolto più di cinquemila supporter, sono stati i più
affollati della campagna elettorale olandese.
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