Il neo-questore di Palermo Renato Cortese |
di MONICA PANZICA
Nel 2006 catturò Bernardo Provenzano. "Felice del ritorno, Palermo è casa mia".
Nel 2006 catturò Bernardo Provenzano. "Felice del ritorno, Palermo è casa mia".
PALERMO - "Sono felice, considero Palermo un po' come casa mia".
Esordisce così, nel giorno del suo insediamento, il nuovo questore del
capoluogo siciliano, Renato Cortese. Un ritorno per l'ex capo del
Servizio centrale operativo che l'11 aprile 2006, da capo della Squadra
Catturandi, arrestò il super latitante corleonese Bernardo Provenzano.
"Uno dei primi obiettivi - ha detto Cortese durante la conferenza
stampa - sarà quello di contribuire alla percezione della sicurezza dei
cittadini. Voglio inoltre trasmettere loro, in questo giorno così
importante, la gioia e la felicità di tornare in questa città. Tornare da
questore per chi è cresciuto qui ed in questi uffici è un'enorme
emozione".
Sul fronte delle indagini per la cattura di Matteo Messina Denaro, Cortese
assicura che "la soglia di attenzione resta altissima, ma catturare
un latitante non è la fine dell'organizzazione. Arrestare il super
latitante resta un obiettivo importantissimo. Cosa nostra - sottolinea Cortese
- non è quella di una volta, quando voleva attaccare il cuore dello Stato. Non
ha più un carattere eversivo, ma ci sono dei segnali che bisogna continuare a
comprendere, a monitorare".E in merito all'allarme terrorismo: "Questa città può apparentemente sembrare fuori dal circuito delle minacce terroristiche, ma è terra di approdo per migliaia di migranti che, anche se non collegati al terrorismo, vanno monitorati".
Cortese, nel 2006, stanò il capo dei capi Bernardo Provenzano, dopo 43 anni di latitanza. Originario di Santa Severina nel Crotonese, è entrato in polizia nell'89. Durante il suo lavoro alla sezione Catturandi della squadra Mobile di Palermo, ha fatto finire in carcere mafiosi del calibro di Giovanni Brusca, Benedetto Graviano, e persino Gaspare Spatuzza.
Fu l'arresto del capo di Cosa Nostra a permettergli il grande salto, facendogli guadagnare la nomina di primo dirigente. Da Palermo nel 2007 passò alla Mobile di Reggio Calabria. In carcere finirono diversi personaggi della 'ndrangheta. Da maggio 2012 a marzo 2015 ha diretto la squadra mobile di Roma, poi ha assunto l'incarico di direttore della Sco.
LiveSicilia.it, 1 marzo 2017
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