AGOSTINO SPATARO
In
questo momento oscuro che vive l'Italia, a causa della crisi economica, ma
anche di un metodo barbarico e ricattatorio di fare politica, mi sembra il caso
di ricordare che c'era un tempo, non molto remoto, in cui,nonostante le
difficoltà, le asprezze, gli opportunismi e anche un po' di tangenti, la vita
politica si fondava su un sistema di valori, democratici e antifascisti,
condivisi e non revocabili. Quella politica (oggi spregiativamente etichettata
come "prima Repubblica") trasformò l'Italia da paese arretrato e
distrutto dalla guerra a settima potenza economica mondiale. All'interno del
PCI, era abbastanza forte il valore dell'umanitarismo, inteso come fraternità,
solidarietà, uguaglianza fra compagni. Un sentimento, oggi, quasi del tutto
scomparso. L'umanità del Partito era il risultato di una coralità di
sensibilità e di comportamenti che specie alla base sentivi più vibranti ed
autentici. Milioni di compagne e di compagni, un solo, grande ideale:realizzare
una società a misura dell'uomo e non del profitto. La lista sarebbe
interminabile. Per tutti, ricordo Vincenzo Terrana, medico pediatra, al quale
ho dedicato un brano di questa edizione spagnola del mio "MONICA- Historia de una
enfancia recuperada" ,in
corso di stampa. Fraterni saluti.(Agostino Spataro):
"Vincenzo Terrana o dell’umanità del Partito Fin dal suo
arrivo, la salute di Monica è stata seguita dal dottor Vincenzo Terrana,
primario pediatra dell’ospedale di Agrigento e nobilissimo compagno originario
di Grotte. Uomo generoso e sapiente, grande medico, con una esperienza vasta e
un’umanità infinita. Per altro, la sua generosità ci crea un qualche imbarazzo,
giacché continua a non volere pagato il meritato onorario. Più che per me- dice
- lo fa per la bambina. Credo sia sincero. Soprattutto nella prima fase, ci è
stato di grande aiuto per curare le conseguenze evidenti della malnutrizione e
gli scompensi psicologici e affettivi della bambina. Ora che l’ha portata nella
“norma”, continua a seguirla perché desidera che diventi una “bella signorina”.
Quando si dice un “compagno”! Ogni volta che pronunciamo questa parola
bisognerebbe soppesarla e non attribuirla gratuitamente a chicchessia, giacché
con essa evochiamo un vincolo ideale, universale più forte dell’amicizia, della
stessa parentela. Compagno è anche il suggello, la sintesi più alta
dell’umanità del partito. E’ qualcosa di più della “fraternité” coniata durante
la rivoluzione francese, la madre delle Rivoluzioni moderne. Il Pci è grande e
potente perché è stato ben guidato da personalità del calibro di Gramsci,
Togliatti e Berlinguer, ma soprattutto perché ha avuto, ha, nelle sue file
milioni di lavoratori, di intellettuali, di compagne e compagni fedeli e
generosi come Terrana. Senza di loro cosa saremmo noi, tutti noi, che sembriamo
predestinati al comando? L’umanità del partito, l’umanità tout court! Valori
che altri ci invidiano. Qualcuno si potrà meravigliare, ma per questa umanità
abbiamo sognato e lottato, anche nei momenti di maggiore asprezza. Sul nostro
cammino avremo compiuto errori, forse ci saremo un po’ illusi, ma questa
umanità è stata sempre il fine ultimo della nostra meta. Alcuni, magari,
avranno deviato per la facile via “dell’anti-utopia” o del “realismo
opportunista”, ma questa è devianza, per l’appunto, è l’eccezione non la regola.
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