di Agostino Spataro
1…
“Se gli scrittori di sinistra si leggessero (e si coordinassero) fra loro, forse
si potrebbe rendere un miglior servizio alla Causa comune”.
Questo ho scritto, nei giorni scorsi,
a proposito di un precedente articolo di Maurizio
Iacono che ho letto con attenzione sia per la stima verso la persona e sia perché
mi interessano le analisi sulla crisi della sinistra, soprattutto europea e,
quando ci sono, anche le idee, le proposte
per ricostruire una sinistra di classe all’altezza della mutata situazione
politica mondiale.
Chiarisco che per “classe” non intendo soltanto gli operai, ma tutti i lavoratori
dipendenti. Aggiungo che se questa nuova sinistra,
che molti auspichiamo, non dovesse avere chiari connotati classisti, alternativi
al neoliberismo dominante, non avrebbe senso alcuno. Ieri,
ho letto l’ultimo articolo di Maurizio ( http://www.malgradotuttoweb.it/inutile-negarlo-la-sinistra-finita/)
e francamente dico che non ne condivido il tono e le conclusioni.
Soprattutto, rilevo che non si può prendere
atto passivamente della crisi di un movimento politico come quello espresso, in
vario modo, dalla sinistra d’ispirazione marxista, che certo va rivisitato e
aggiornato, senza proporre nulla per ricostruirlo su nuovi contenuti e alleanze
sociali.
2… Per altro, desidero segnalare che
tale sistema, dichiarato morto in Europa, è visto con crescente interesse in
altri contesti politici e culturali: quali Usa, Gran Bretagna e Paesi dell’America latina,
ecc. Persino taluni economisti neoliberisti ci stanno ragionando.
Capisco
che in una situazione drammatica, come quella che investe la sinistra italiana
ed europea, non è facile proporre qualcosa, ma diventa impossibile se si pensa
di farlo in solitudine.
Osservando bene le cose, in Italia e
nel mondo, sono convinto che è possibile pensare, organizzare un’ipotesi
alternativa. Come fare? Vi sono tante idee in giro. In Messico, per esempio, si vorrebbe organizzare un incontro di studio
e di proposta per un nuovo pensiero della sinistra mondiale. Vedremo.
In America latina la sinistra, i
movimenti progressisti esistono, lottano (oggi sono sotto un feroce attacco);
c’è un fervore politico e culturale interessante, combattivo.
Sono reduce da un Colloquio internazionale (svoltosi a Puebla, Messico) sulla sinistra
latinoamericana dove ho portato un modesto contributo, di cui propongo
alcuni brani.
Per ricominciare… a lottare
“…In Europa la sinistra, storicamente forte
in Italia, Francia e Spagna, è crollata insieme al “muro” per implosione o
perché fagocitata dal canto delle sirene del neoliberismo asociale e
corruttore.
La liquidazione dei partiti di massa sia d’ispirazione marxista
ma anche (demo) cristiana, il ridimensionamento del ruolo, della forza dei
sindacati erano il presupposto necessario per consentire al neoliberismo di
avere le mani libere nella destrutturazione, a suo favore, delle economie e
delle stesse società.
Anche la sinistra “riformista”, socialdemocratica, quella – per
intenderci- che si riconosce nella “internazionale socialista”, è stata
ridimensionata, addomesticata e posta al servizio del grande capitale.
A questa specie di sinistra, cui sono stati cambiati i connotati
politici tradizionali, sono state affidate importanti funzioni di governo,
per fare il “lavoro sporco” che alla destra sarebbe impedito
fare.
Tanto da far dire che in Europa c’è una “sinistra” che governa
per conto della destra.
E’ questo il caso dei vari partiti socialisti,
socialdemocratici, laburisti che hanno governato in Spagna, in Gran Bretagna,
in Germania e oggi in Francia e in Italia.
Purtroppo, temiamo che a questa lista si possa aggiungere Syriza
in Grecia.
Perciò, c’è bisogno di chiarezza. Per uscire dall’equivoco, per
sapere chi è e che cosa rappresenta la sinistra in Europa…
…L’analisi dovrebbe abbracciare, illuminare tanti altri aspetti
della realtà globale. Ma non è questa la sede per farlo. Ma già dal dibattito
emerge la necessità di rilanciare la sacrosanta lotta di classe ovviamente
tenendo conto delle mutazioni intervenute nella produzione e nei rapporti
social interni alle società.
La sinistra, le forze progressiste devono aspirare, proporsi, a
livello mondiale, come polo alternativo al neoliberismo.
Per fare ciò è necessario tirare una netta linea divisoria fra
gli interessi delle grandi corporazioni economiche e finanziarie e quelli
dell’immensa platea delle vittime delle loro politiche.
Uscendo dall’equivoco, alimentato ad arte, secondo cui la lotta
fra le classi è finita con il “crollo del muro di Berlino”, è stata superata
dalla storia, dal mercato.
La lotta di classe non è mai cessata. Semmai, c’é da dire che si
sta combattendo su un piano asimmetrico. Il realtà, si assiste alla lotta di
una sola classe, quella padronale, contro la classe disarmata dei lavoratori e
dei piccoli e medi produttori .
Lungo questo spartiacque ciascuno dovrebbe collocarsi, secondo
l’appartenenza, secondo i propri interessi.
Obiettivo
primario della nuova sinistra che verrà (siatene certi!) è quello di dare ai
lavoratori una coscienza critica della
realtà e un programma di riforme che punti alla salvaguardia dei diritti
acquisiti, ponga sul tappeto alcune questioni di più drammatica attualità e
prospettiva, quali:
1)
La riduzione del ruolo del mercato e la riaffermazione del primato dello
Stato democratico, laico e di diritto, unica garanzia per prevenire nuove
forme di dominio assolutistico.
Insomma, più Stato e meno mercato, favorendo l’associazionismo
cooperativo (specie fra i giovani), l’autogestione degli impianti in crisi o
maltenuti, ecc.
2)
La modifica radicale dei vigenti accordi WTO sul commercio
internazionale di beni e servizi, di capitali che hanno consegnato il mondo a
ciurme di strozzini e di avidi mercanti;
3)
Il contrasto dei due nuovi strumenti che il neoliberismo si è dato per
controllore i flussi commerciali fra Nord America e Paesi del’area del Pacifico
(TTP) (già varato) e sull’altro versate con i Paesi dell’Unione europea (TTPI)
(in itinere);
4)
Porre la questione dell'uso sociale delle scoperte scientifiche e tecnologiche,
frutto della conoscenza umana e della ricerca accademica, che dovrebbero essere
considerate patrimonio comune dell'umanità e non proprietà di gruppi ristretti
di speculatori.
I benefici prodotti dalle nuove tecnologie non possono essere
esclusivo appannaggio di chi le acquista, ma anche delle maestranze, dei
lavoratori che le usano.
Pertanto, tali benefici non vanno più distribuiti sotto forma di
dividenti a pochi azionisti, ma, equamente, ai lavoratori sotto forma di
aumenti salariali e di riduzione del tempo di lavoro anche per creare nuova
occupazione.
Il coordinamento internazionale delle forze progressiste di
sinistra
Il progetto neoliberista si avvale di una catena di
comando molto apicale, a dimensione globale, che consente decisioni
rapide, efficaci.
A tale micidiale meccanismo, la sinistra non oppone nulla,
poiché non dispone di organismi capaci di realizzare un ordinamento
sovranazionale di consultazione, di scambio e di orientamento nelle decisioni. Senza
questa capacità non si può competere.
Si rischia di vanificare gli sforzi di ciascuna forza nazionale,
regionale. Serve a poco farsi ammazzare (come accade) in una giungla brasiliana
o dell’Honduras se poi questo sacrificio non determina una controreazione
coordinata a livello generale, globale.
Parto da una costatazione: l’Europa, che storicamente ha svolto
in America latina un ruolo primario. nel bene e nel male, non ha, forse non
desidera, un’informazione più ampia e corretta su questa realtà.
Quel poco che arriva attraverso i media della grande borghesia è
fango, informazione a senso univoco.
Questo riferimento per evidenziare l’altro grande problema della
sinistra che non riesce a fare arrivare il suo messaggio alle opinioni
pubbliche, alle masse giovanili, narcotizzate dall’alcool, dalle droghe, dai
giochi informatici e dalla disinformazione.
Forse, è il caso di dire: “Compagni, meno sezioni e più
televisioni, più internet, più emissioni satellitari, ecc. ”
La sfida dell’informazione è di una importanza capitale. Su questo
fronte si gioca la partita del consenso democratico, del rapporto con le nuove
generazioni, per costruire l’alternativa al neo liberismo. Grazie per la
vostra attenzione.
(Agostino Spataro, 8 nov. 2016- Puebla de
Saragoza, Messico)
Testo integrale
in:
Nessun commento:
Posta un commento