giovedì, gennaio 05, 2017

La sinistra è finita? Non sono d'accordo...

di Agostino Spataro
1… “Se gli scrittori di sinistra si leggessero (e si coordinassero) fra loro, forse si potrebbe rendere un miglior servizio alla Causa comune”.
Questo ho scritto, nei giorni scorsi, a proposito di un precedente articolo di Maurizio Iacono che ho letto con attenzione sia per la stima verso la persona e sia perché mi interessano le analisi sulla crisi della sinistra, soprattutto europea e, quando ci sono, anche le idee, le proposte per ricostruire una sinistra di classe all’altezza della mutata situazione politica mondiale.
Chiarisco che per “classe” non intendo soltanto gli operai, ma tutti i lavoratori dipendenti. Aggiungo che se questa nuova sinistra, che molti auspichiamo, non dovesse avere chiari connotati classisti, alternativi al neoliberismo dominante, non avrebbe senso alcuno. Ieri, ho letto l’ultimo articolo di Maurizio ( http://www.malgradotuttoweb.it/inutile-negarlo-la-sinistra-finita/) e francamente dico che non ne condivido il tono e le conclusioni.

Soprattutto, rilevo che non si può prendere atto passivamente della crisi di un movimento politico come quello espresso, in vario modo, dalla sinistra d’ispirazione marxista, che certo va rivisitato e aggiornato, senza proporre nulla per ricostruirlo su nuovi contenuti e alleanze sociali.

2… Per altro, desidero segnalare che tale sistema, dichiarato morto in Europa, è visto con crescente interesse in altri contesti politici e culturali: quali Usa,  Gran Bretagna e Paesi dell’America latina, ecc. Persino taluni economisti neoliberisti ci stanno ragionando.
Capisco che in una situazione drammatica, come quella che investe la sinistra italiana ed europea, non è facile proporre qualcosa, ma diventa impossibile se si pensa di farlo in solitudine.
Osservando bene le cose, in Italia e nel mondo, sono convinto che è possibile pensare, organizzare un’ipotesi alternativa. Come fare? Vi sono tante idee in giro. In Messico, per esempio, si vorrebbe organizzare un incontro di studio e di proposta per un nuovo pensiero della sinistra mondiale. Vedremo.
In America latina la sinistra, i movimenti progressisti esistono, lottano (oggi sono sotto un feroce attacco); c’è un fervore politico e culturale interessante, combattivo.
Sono reduce da un Colloquio internazionale (svoltosi a Puebla, Messico) sulla sinistra latinoamericana dove ho portato un modesto contributo, di cui propongo alcuni brani.


Per ricominciare… a lottare

 “…In Europa la sinistra, storicamente forte in Italia, Francia e Spagna, è crollata insieme al “muro” per implosione o perché fagocitata dal canto delle sirene del neoliberismo asociale e corruttore.
La liquidazione dei partiti di massa sia d’ispirazione marxista ma anche (demo) cristiana, il ridimensionamento del ruolo, della forza dei sindacati erano il presupposto necessario per consentire al neoliberismo di avere le mani libere nella destrutturazione, a suo favore, delle economie e delle stesse società.
Anche la sinistra “riformista”, socialdemocratica, quella – per intenderci- che si riconosce nella “internazionale socialista”, è stata ridimensionata, addomesticata e posta al servizio del grande capitale.
A questa specie di sinistra, cui sono stati cambiati i connotati politici tradizionali, sono state affidate importanti funzioni di governo, per fare il “lavoro sporco” che alla destra sarebbe impedito fare.  
Tanto da far dire che in Europa c’è una “sinistra” che governa per conto della destra.
E’ questo il caso dei vari partiti socialisti, socialdemocratici, laburisti che hanno governato in Spagna, in Gran Bretagna, in Germania e oggi in Francia e in Italia.
Purtroppo, temiamo che a questa lista si possa aggiungere Syriza in Grecia.
Perciò, c’è bisogno di chiarezza. Per uscire dall’equivoco, per sapere chi è e che cosa rappresenta la sinistra in Europa…

…L’analisi dovrebbe abbracciare, illuminare tanti altri aspetti della realtà globale. Ma non è questa la sede per farlo. Ma già dal dibattito emerge la necessità di rilanciare la sacrosanta lotta di classe ovviamente tenendo conto delle mutazioni intervenute nella produzione e nei rapporti social interni alle società.
La sinistra, le forze progressiste devono aspirare, proporsi, a livello mondiale, come polo alternativo al neoliberismo.
Per fare ciò è necessario tirare una netta linea divisoria fra gli interessi delle grandi corporazioni economiche e finanziarie e quelli dell’immensa platea delle vittime delle loro politiche.
Uscendo dall’equivoco, alimentato ad arte, se­condo cui la lotta fra le classi è finita con il “crollo del muro di Berlino”, è stata superata dalla storia, dal mercato.
La lotta di classe non è mai cessata. Semmai, c’é da dire che si sta combattendo su un piano asimmetrico. Il realtà, si assiste alla lotta di una sola classe, quella padronale, contro la classe disarmata dei lavoratori e dei piccoli e medi produttori .
Lungo questo spartiacque ciascuno dovrebbe collocarsi, secondo l’appartenenza, secondo i propri interessi.
Obiettivo primario della nuova sinistra che verrà (siatene certi!) è quello di dare ai lavoratori una  coscienza critica della realtà e un programma di riforme che punti alla salvaguardia dei diritti acquisiti, ponga sul tappeto alcune questioni di più drammatica attualità e prospettiva, quali:

1)     La riduzione del ruolo del mercato e la riaffermazione del primato dello Stato democratico, laico e di diritto, unica garanzia per prevenire nuove forme di dominio assolutistico.
Insomma, più Stato e meno mercato, favorendo l’associazionismo cooperativo (specie fra i giovani), l’autogestione degli impianti in crisi o maltenuti, ecc.

2)     La modifica radicale dei vigenti accordi WTO sul commercio internazionale di beni e servizi, di capitali che hanno consegnato il mondo a ciurme di strozzini e di avidi mercanti;

3)     Il contrasto dei due nuovi strumenti che il neoliberismo si è dato per controllore i flussi commerciali fra Nord America e Paesi del’area del Pacifico (TTP) (già varato) e sull’altro versate con i Paesi dell’Unione europea (TTPI) (in itinere);

4)     Porre la questione dell'uso sociale delle scoperte scientifiche e tec­nologiche, frutto della conoscenza umana e della ricerca accademica, che dovrebbero essere considerate patrimonio comune dell'umanità e non proprietà di gruppi ristretti di speculatori.
I benefici prodotti dalle nuove tecnologie non possono essere esclusivo appannaggio di chi le acquista, ma anche delle maestranze, dei lavoratori che le usano.
Pertanto, tali benefici non vanno più distribuiti sotto forma di dividenti a pochi azionisti, ma, equamente, ai lavoratori sotto forma di aumenti salariali e di riduzione del tempo di lavoro anche per creare nuova occupazione.

Il coordinamento internazionale delle forze progressiste di sinistra

Il progetto neoliberista si avvale di una catena di comando molto apicale, a dimensione globale, che consente decisioni rapide, efficaci.
A tale micidiale meccanismo, la sinistra non oppone nulla, poiché non dispone di organismi capaci di realizzare un ordinamento sovranazionale di consultazione, di scambio e di orientamento nelle decisioni. Senza questa capacità non si può competere.
Si rischia di vanificare gli sforzi di ciascuna forza nazionale, regionale. Serve a poco farsi ammazzare (come accade) in una giungla brasiliana o dell’Honduras se poi questo sacrificio non determina una controreazione coordinata a livello generale, globale.

Concludo, con un flash sulla questione dell’informazione.

Parto da una costatazione: l’Europa, che storicamente ha svolto in America latina un ruolo primario. nel bene e nel male, non ha, forse non desidera, un’informazione più ampia e corretta su questa realtà.
Quel poco che arriva attraverso i media della grande borghesia è fango, informazione a senso univoco.
Questo riferimento per evidenziare l’altro grande problema della sinistra che non riesce a fare arrivare il suo messaggio alle opinioni pubbliche, alle masse giovanili, narcotizzate dall’alcool, dalle droghe, dai giochi informatici e dalla disinformazione.
Forse, è il caso di dire: “Compagni, meno sezioni e più televisioni, più internet, più emissioni satellitari, ecc. ”
La sfida dell’informazione è di una importanza capitale. Su questo fronte si gioca la partita del consenso democratico, del rapporto con le nuove generazioni, per costruire l’alternativa al neo liberismo. Grazie per la vostra attenzione.   

(Agostino Spataro, 8 nov. 2016- Puebla de Saragoza, Messico)

Testo integrale in:

http://montefamoso.blogspot.it/2016/10/per-ricominciare.html                                                      

Nessun commento: