L'ex Orfanotrofio, oggi sede del Cidma |
NONUCCIO ANSELMO
Tra il
Cinquecento e il Seicento gli amministratori di Corleone, riuscendo a
catalizzare la carità dei cittadini (magari un po' pelosa, ma non importa),
riuscirono a realizzare due importanti opere, poi fuse in una sola, per
alleviare le sofferenze, la fame e la mancanza di prospettive di chi non aveva
nulla. La prima a sorgere fu il monte di pietà, nel Sedicesimo secolo, che aveva il compito
di venire in soccorso di chi non aveva nulla da mangiare, neanche per le feste
grandi come Natale e Pasqua, scrive don Giovannino Colletto nella sua Storia.
Riusciva ad offrire quattro grani di pane al giorno a chi moriva letteralmente
di fame, e che non fosse una frase fatta lo dimostra quanto si scriveva a
proposito della nascita dell'Ospedale dello Spirito Santo.
Inoltre, col tempo
si riuscirono ad organizzare anche delle doti per le orfane povere. Tutto
questo grazie ad alcuni lasciti, a cominciare dal legato sul mulino di Busambra
di Francesco Maringo (1547) e dalle novanta onze annuali di Antonio Di Blasi
(1577). La Storia ci tramanda anche che la gestione pubblica non fu molto
oculata. Comunque riuscì ad assolvere ai suoi compiti fino al secolo successivo,
quando si pensò di fonderlo con l'orfanotrofio.
Questo era nato sulla carta il 29 aprile 1612, quando il Consiglio comunale
deliberò di dare 12 once al Monte assieme ad un magazzino perché provvedesse al
mantenimento e all'alloggio delle orfane povere. L'approvazione vicereale
arrivò il mese dopo e da allora seguirono una serie di lasciti e di rendite che
consentirono all'opera di prosperare. Evidentemente l'idea era in cantiere da
tempo perché aveva cominciato con il lascito dell'intera eredità all'istituenda
opera, Domenico Barruso, col suo testamento del 31 agosto 1608, ma anche il
municipio poi, ogni tanto dava qualche boccata d'ossigeno (25 once nel 1777).
All'orfanotrofio, collegato alla chiesa di San Ludovico, sorta nel 1445, erano
state annesse la Congregazione della Carità e l'Opera del Purgatorio. Aveva
espletato i suoi compiti per tre secoli e mezzo, anche se nel 1929, a causa del
prolungamento del corso principale verso il Calvario, una buona fetta dei
locali era stata tagliata.
L'Orfanotrofio era gestito da alcune suore il cui organico continuò ad
assottigliarsi sempre di più. Tra le altre attività delle suore, che i
corleonesi possono ricordare come curiosità, la manifattura artigianale delle
ostie prima che anche in questo caso arrivasse la produzione industriale.
L'Orfanotrofio restò in funzione fino alla metà del Novecento, poi anche alle
orfane povere cominciò a provvedere in qualche modo lo Stato. Le suore
scomparvero del tutto e i locali, a parte una breve presenza dei Francescani
Rinnovati, restarono abbandonati, fino a quando, restaurati, divennero la sede
del Cidma (Centro internazionale di documentazione sulla mafia e l’antimafia) e
della Biblioteca comunale.
http://nonuccioanselmo.wixsite.com/ilcuoreeilleone/single-post/2017/01/02/La-carit%C3%A0-di-un-monte-per-i-poveri
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