|
Giuseppe D'Accardi, leader del sodalizio |
Questa notte i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Monreale hanno
dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal
GIP di Palermo - dott. Marco GAETA - su richiesta dei Sostituti Procuratori
della Repubblica di Palermo - d.ssa Renza CESCON e dott. Daniele SANSONE - nei
confronti di 7 persone ritenute responsabili, a vario titolo,
di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di assegni, alla
truffa ed al falso. Nel corso delle indagini sono stati acquisiti importanti elementi che
permettevano di delineare i contorni di un’associazione per delinquere ben
strutturata e funzionale alla realizzazione di svariate attività illecite,
operante nella città di Palermo e nel suo hinterland che già da tempo aveva
intrapreso una fiorente attività criminale, riconducibile alla ricettazione di
numerosi assegni di provenienza illecita, nonché la realizzazione di truffe
mediante titoli comunemente definiti “ballerini” (mediante
l’apertura da parte di soggetti prestanome, incensurati, di conti correnti
privi dei necessari fondi a copertura delle emissioni). La leadership di tale sodalizio era tenuta da Giuseppe
D’ACCARDI, cinquantasettenne rappresentante di prodotti per bar, e dal
sessantaquattrenne Giuseppe MELI, attorno ai quali operavano altri soggetti
che singolarmente ricoprivano ruoli specifici all’interno dell’organizzazione. IN FONDO LE ALTRE FOTO
|
Giuseppe Meli |
|
Marina Currò |
L’attività del sodalizio consisteva nel mettere in circolazione assegni
bancari e/o postali postdatati comunemente definiti “ballerini”,
privi di alcuna copertura economica, ma che introdotti nel circuito commerciale
fungevano da denaro “pronta consegna”. Infatti la carta vincente
del raggiro era quello di immettere assegni per importi anche modesti che non
destassero troppo sospetto e soprattutto che potessero essere sostituiti da
altri assegni ballerini senza difficoltà. Gli importi andavano da un minimo di
200 euro a un massimo di 4.000 euro circa.
La struttura criminale aveva a disposizione diversi soggetti che in taluni
casi aprivano dei conti correnti di comodo con il solo scopo di ottenere dei
carnet di assegni che successivamente venivano consegnati ai componenti
dell’organizzazione criminale. Gli organizzatori dopo averli controllati
tramite siti on-line tipo (CAI-PASS) vendevano questi assegni, posdatandoli, al
prezzo di circa 200 euro ciascuno, consentendo così agli acquirenti di far
circolare denaro “virtuale” senza una reale copertura finanziaria.
|
Vincenzo Infantino |
Nel corso delle investigazioni, tale circolazione di denaro “virtuale”
connesso all’assegno ballerino è risultata largamente praticata sul tessuto
commerciale cittadino.
|
Antonino Scaglia |
Il meccanismo utilizzato dal gruppo riguardava però anche la vendita di
assegni rubati e/o smarriti che, sebbene inesigibili in quanto bloccati dagli
aventi diritto a seguito delle denunce sporte in conseguenza del furto o dello
smarrimento subito, venivano rivenduti ad un prezzo di gran lunga inferiore a
quello degli assegni ballerini, di norma non più di 50 euro ciascuno.
Per l’approvvigionamento dei titoli l’organizzazione poteva contare su una
folta schiera di soggetti che, per le più svariate motivazioni, mettevano a
disposizione degli stessi, assegni aperti e/o chiusi.
Per quanto riguarda i titoli aperti o ballerini, una volta venduti e quindi
immessi nel circuito commerciale, spesso venivano utilizzati per la commissione
di truffe, in alcune circostanze organizzate nei dettagli anche dallo stesso Giuseppe
D’ACCARDI con la complicità di soggetti a lui vicini.
|
Riccardo Serio |
Diversamente, gli assegni cosiddetti “chiusi” una volta
negoziati a fronte di vari pagamenti, dopo essere stati posti all’incasso dalle
ignare vittime, venivano bloccati poiché provento di smarrimento o furto e
quindi oggetto di indagini. In questi casi, così come accertato nel corso delle
indagini, Giuseppe D’ACCARDI si premurava di
individuare dei soggetti associati anche loro al gruppo criminale che, per
poche decine di euro, si autodenunciavano dichiarandosi autori dell’illecita
negoziazione del titolo, così da tutelare il soggetto che in realtà aveva
materialmente immesso sul mercato il titolo sia l’intera organizzazione. Ad uno
di questi, il cinquantunenne Antonino SCAGLIA, pluripregiudicato di
Borgo Nuovo, il provvedimento restrittivo è stato notificato presso la Casa
Circondariale “Pagliarelli” di Palermo, ove risultava già recluso per reati
della stessa natura.
|
Angela Biondo |
Oltre a Giuseppe D’ACCARDI, Giuseppe MELI e Antonino
SCAGLIA l’ordinanza con la quale è stata disposta la misura cautelare
degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico è stata
notificata anche a Vincenzo INFANTINO, pluripregiudicato,
quarantaduenne di Altofonte, mentre gli altri tre indagati Riccardo SERIO,
54enne di Palermo, Marina CURRO’, 39enne commerciante di
Villagrazia di Carini, e Angela BIONDO, 61enne di Palermo, accusati
della ricettazione di numerosissimi assegni di provenienza furtiva, sono stati
sottoposti all’obbligo di presentazione alla P.G.
Nessun commento:
Posta un commento