Ieri sulle "Lettere" de La Repubblica il lettore Arturo
Ghinelli ha posto questa domanda: "Perché non mettiamo una lapide in pieno
centro a Modena e non in periferia per ricordare l'eccidio dei lavoratori, il 9
gennaio 1950 davanti alla fabbrica, da parte delle forze di polizia"? Ricordo
bene quell'eccidio. Dirigevo la Cgil in Sicilia, i lavoratori italiani
protestarono con un grande sciopero. Gli operai di Modena lottavano
pacificamente contro i licenziamenti e la chiusura della fabbrica. La polizia
sparò ad altezza d'uomo uccidendo 6 di quei lavoratori.
La lettera del signor Ghinelli continua con queste parole:
"Mia madre racconta che in un primo tempo le foto dei sei operai erano
state esposte al sacrario dei Caduti sotto la Ghirlandina. Poi sono state
tolte. Ma se il problema sono le parole da scrivere, mettiamo solo le foto
degli operai uccisi ma facciamo in modo che ci sia l'occasione per parlare di
quell'evento anche senza andare in una mattina di gennaio sotto una torre
dell'acquedotto e un reparto di archeologia industriale".
Quindi, non solo si vuole rottamare la storia di quegli anni ma
si vuole cancellare dalla storia di una città come Modena, e soprattutto non
fare sapere alle nuove generazioni, di un eccidio che lasciò sul lastricato 6
operai, le cui immagini, nomi compresi, vengono tenuti nascosti. Vergogna.
Io chiedo: i sindaci di Modena non sono stati sempre e non sono
ancora dei Ds e del Pd? Chi ha tolto quelle foto e perché - lo dico anche al
lettore Ghinelli - non bisogna ricordare i fatti oltre ad esporre le foto
stesse? A Modena ci sono ancora persone, non solo anziani, che possono sollevare
il caso? Io spero di sì e per quel che mi riguarda continuerò a chiedere
spiegazioni anche ai dirigenti nazionali del Pd.
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