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Antoci interviene al convegno di Legambiente a Corleone |
di ALESSIO RIBAUDO
Antoci: «i clan sono senza dignità e noi facendo squadra siamo più forti»
La presidente di Legambiente, Rossella Muroni:
«Abbiamo scelto Corleone per lanciare un messaggio forte e non ci sono solo
tinte fosche, ma anche colori di speranza grazie alla legge sui delitti
ambientali ma anche alle persone che hanno voglia di riscatto»
Dare un segnale forte di lotta contro le mafie e
stimolare la voglia di riscatto. Si può sintetizzare così la scelta di
Legambiente di presentare a Corleone, nel Palermitano, il rapporto Ecomafia
2017. Proprio nel centro dove oggi sono sepolti Luciano Liggio, Bernardo
Provenzano e Totò Riina è stato affrontato, da diverse angolazioni, il sempre
più attuale problema delle agromafie. Nel 2016, stima il dossier, sono stati
accertati in Italia 25.889 reati ambientali, 71 ecoreati al giorno, tre ogni
ora. Il giro d’affari «sporco» ha fruttato negli ultimi anni alcune decine di
miliardi. Un business costruito da un insieme di illeciti — dal traffico di
rifiuti all’abusivismo edilizio, dai roghi fino agli abigeati, macellazioni
clandestine e truffe ai danni dell’Unione Europea. Questa grande torta, per gli
analisti di «Ecomafia 2017», se la spartiscono 331 clan della malavita. Nella
«speciale» classifica delle macroaree del Paese, primeggia la Campania al Sud;
il Lazio nel centro-Italia e la Liguria nel Nord. Su scala provinciale, Napoli
è in testa con 1.361 infrazioni, seguita da Salerno (963), Roma (820), Cosenza
(816) e Palermo (811).
La scelta e il riscatto