Agostino Aiello |
DINO PATERNOSTRO
Quarant’anni sono tanti, troppi. Ma nemmeno quarant’anni possono
bastare per convincerci che quello di Agostino Aiello sia stato un tragico ma
banale omicidio ad opera di qualche balordo che voleva rapinarlo. E non
comprendiamo come mai siano passati 40 anni, senza che un’iniziativa forte sia
stata assunta, allora, nel 1976 e negli anni immediatamente successivi, per
pretendere che le forze dell’ordine e la magistratura scavassero a fondo sul
delitto. Senza accontentarsi di spiegazioni banali, semplicistiche, quasi
fatte apposta per chiudere in fretta il caso. Insomma, il tutto assomiglia
troppo ad un’opera di depistaggio, com’è accaduto storicamente per tanti
omicidi di mafia, camuffati per delitti comuni, beghe di partito, questioni d’onore,
terrorismo. Allora ha fatto bene il segretario della Camera del Lavoro di
Palermo, Enzo Campo, ad annunciare lo scorso 24 dicembre a Bagheria che la Cgil
chiederà alla magistratura la riapertura del caso Aiello. Vogliamo verità.
Vogliamo giustizia. Lo dobbiamo ad Agostino e al popolo, a tutti coloro che l’hanno
stimato e voluto bene, alla Sicilia democratica degli onesti. (dp)
CHI ERA AGOSTINO AIELLO?
L’on. Giuseppe Speciale, all’epoca parlamentare del PCI, ha
scritto sul giornale “L’Ora” questo ricordo di Agostino Aiello con il quale
aveva condiviso tanta parte della sua attività politica
A Bagheria è stato ucciso, la notte di Natale, un combattente.
Tale era Agostino Aiello. Non sappiamo ancora chi o che cosa abbia armato la
mano dei suoi feroci assassini, sappiamo, però, che il movimento operaio ha
perduto un dirigente di grande prestigio, onesto sino allo scrupolo. Egli
apparteneva a quella fitta schiera dio giovani che nell’immediato dopoguerra si
tuffarono con entusiasmo, con impegno, ma anche con umiltà nella difficile
opera di costruzione di un movimento sindacale democratico, forte, prestigioso.
Era come i Miraglia, i Rizzotto, i Cangelosi, ai quali oggi lo accomuna anche
la tragica fine.
Agostino Aiello era stato, durante il fascismo, un ragazzo
operaio e questa sua condizione lo aveva educato all’impegno civile della lotta
e della organizzazione. Nel ’43 fu tra i fondatori della sezione del Partito
Comunista di Bagheria, una delle prime nate in Sicilia dopo lo sfascio della
guerra fascista. Trasferì subito il suo impegno nell’organizzazione sindacale
conquistandosi, nel corso di innumerevoli lotte, la stima e l’affetto dei
lavoratori ma anche il rispetto degli avversari.
Per oltre vent’anni Agostino Aiello è stato alla testa dei
braccianti e dei lavoratori di Bagheria e della fascia costiera, dando sempre
prova di fermezza e di equilibrio anche nei momenti più duri. E appunto per
queste sue qualità fu chiamato a dirigere, dopo l’assassinio di Rizzotto, la
Camera del lavoro di Corleone. Ma egli non era soltanto un combattente, era
anche un tenace costruttore. La Camera del lavoro di Bagheria, che è stata ed è
una delle più forti organizzazioni sindacali della provincia, è in parte frutto
del suo lavoro. Si deve anche a lui la costruzione della sua sede, la prima
nella nostra provincia, dopo quella costruita settant’anni fa da Bernardino
Verro a Corleone.
La grande fiducia dei lavoratori di Bagheria lo portò per
due volte al consiglio comunale. Rinunziò alla carica di consigliere quando la
CGIL deliberò la incompatibilità tra cariche sindacali e cariche elettive. Continuò,
così, ancora per diversi anni a dare il suo grande contributo al rafforzamento
dell’organizzazione sindacale e alla direzione di altre difficili battaglie.
Nel 1974, anche per favorire una nuova leva di dirigenti,
chiese di essere sollevato dal gravoso incarico di segretario della Camera del
lavoro. Fu allora eletto presidente della cooperativa di consumo “La Popolare”.
Ma egli non era nuovo nel movimento cooperativo. Era stato, infatti, tra i
promotori e sino a ieri uno degli amministratori della Cooperativa tra operai
edili “La Sicilia”. Anche nel nuovo incarico ebbe modo di dare prova del suo
attaccamento e della sua fedeltà al movimento dei lavoratori, del suo scrupolo
e delle sue notevoli capacità di amministratore.
Quando i suoi feroci assassini lo hanno freddato egli stava
portando a casa, per la cena di Natale, un piccolo pacchetto di cibarie
prelevate e regolarmente pagate alla cassa del supermercato che egli
amministrava. C’è in questo suo ultimo atto la rivelazione del carattere e
della personalità di Agostino Aiello.
Giuseppe Speciale
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