SILVESTRO LIVOLSI
Il volume focalizza il complotto in Sicilia come
epicentro delle future trame eversive
Un fumetto per raccontare la strage di Portella della Ginestra del 1°
Maggio del 1947. A sceneggiarlo (con scrupolosa e documentata perizia storica)
e a disegnarlo (con incisivo e raffinato tratto grafico) sono stati Luca
Amerio, Luca Baino e Susanna Mariani per la casa editrice Becco Giallo (144
pagine, 16 euro). I tre autori ricostruiscono la trama oscura degli interessi reciproci,
ideologici e di potere, degli Usa, dello Stato italiano governato dalla
Democrazia cristiana e di più o meno consapevoli frange del separatismo e del
banditismo siciliano che portò al massacro in cui persero la vita più di dieci
persone, tra contadini, donne e bambini che manifestavano contro la miseria e
la fame a cui li costringeva il latifondo.
E nelle chine, dal segno forte e convincente, ben si trasmette il messaggio
che la tragedia di Portella della Ginestra va collegata al «sottile filo nero»
eversivo e mafioso che attraversa la storia dell’Italia nel Novecento.
È certo, infatti, che la criminosa impresa di Salvatore Giuliano,
protagonista principale dell’azione militare che trucidò i manifestanti a
Portella della Ginestra, è il primo atto di una serie di stragi di Stato che si
susseguiranno con continuità e lucida pianificazione strategica per tutto il
secolo scorso.
Gli attori lugubri del primo complotto teso a indebolire l’ancor “giovane
democrazia” italiana, appena uscita dalla guerra e dal fascismo, e mirato a
imprimere un corso forzoso di fedeltà all’alleanza atlantica guidata dagli Usa
e di rifiuto di ogni ipotesi o possibilità di avanzata delle forze socialiste e
comuniste, vengono espressionisticamente fuori dalle tavole del fumetto e
prendono le sembianze animate di Giuliano, ovviamente, e degli uomini
della sua banda (in primis i suoi luogotenenti, Gaspare Pisciotta e Salvatore
Ferreri, alias Fra Diavolo). Ma anche il ruolo fondamentale dei manovratori
occulti, nel graphic novel, è tracciato in modo netto attraverso i profili
degli uomini dei servizi segreti americani (il colonnello James Angleton, il
reverendo metodista italo-americano Frank Gigliotti), delle forze dell’ordine
italiane (il maggiore dei carabinieri Angrisani), dei politici (l’onorevole Scelba,
allora ministro democristiano dell’Interno, l’onorevole Tommaso Leone
Marchesano e il deputato regionale Giacomo Cusumano Geloso, entrambi del
Partito nazionale monarchico), di esponenti del Movimento separatista siciliano
(il principe Giovanni Francesco Alliata). Personaggi che operarono, alcuni, per
rendere possibile la strage, strumentalizzando Giuliano e le sue velleitarie
idee separatiste e, altri, facendo sparire, altri, prove e testimoni (Pisciotta
e Fra Diavolo verranno uccisi) del coinvolgimento degli apparati deviati
delle istituzioni e della politica .
Il fumetto mostra come dall’attentato a Togliatti, compiuto appena un dopo
la strage di Giuliano, nel ’48, agli anni di piombo (passando per la strage di
piazza Fontana nel ’69, di Piazza della Loggia nel ’74, per le bombe sul treno
Italicus, sempre nel ’74) non si sia fatto altro che «mettere in atto una
strategia che era stata sperimentata a Portella della Ginestra», ricostruendo
con sapienza storica e sicura conoscenza degli studi più recenti (di cui si dà
conto nell’ampia bibliografia che chiude il libro) un avvenimento cruciale non
solo per la Sicilia ma per l’intero Paese. La graphic novel diventa
così, nella sua ottima fattura artistica, un veicolo efficacissimo di alta
educazione civica, poiché, come ricorda Matteo Raimondi, che cura
l’introduzione al volume, «bisogna sempre parlare, perché la chiarezza e la
consapevolezza sono l’unica chiave per raggiungere la dignità nelle cose e
nella vita di tutti i giorni. Dignità che è stata tolta ai morti di Portella
della Ginestra, e a tutte quelle morti che hanno afflitto la Sicilia e l’Italia
sin dalla sua costituzione. E della cui verità ancora non si sa abbastanza».
”Portella della Ginestra” è l’ultimo di una consistente serie di fumetti
che l’editrice di Padova ha dedicato negli ultimi dieci anni alla Sicilia, alla
presenza mafiosa e all’attività di chi l’ha combattuta o ne è stato vittima.
Esempi eccelsi sono la biografia di Danilo Dolci, il lavoro di Giacomo Bendotti
sulla agenda rossa di Paolo Borsellino, e di Ilaria Ferramosca e Marco De
Francisco sui “ragazzi della scorta” di Falcone. E poi, ancora disegni e
nuvolette parlanti su Rostagno, Mattei in Sicilia, Falcone. Nel 2014, inoltre,
è stata pubblicata una simpatica graphic novel diretta soprattutto ai
più piccoli, dal titolo ”La mafia spiegata ai bambini: l’invasione degli
scarafaggi”, opera dei disegnatori siciliani Marco Rizzo e Lelio Bonaccorsi,
che avevano dedicato, nel 2009, sempre per i tipi di Becco Giallo, un fumetto
alla vita di Peppino Impastato, da qualche settimana ristampato, interamente a
colori.
La Repubblica, 30 nov 2016
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