Su invito dell’Instituto de Ciencias Sociales y Humanidades “Alfonso Vélez
Pliego”, della Benemerita Universidad autonoma de Puebla (Mexico), Agostino
Spataro ha partecipato, come relatore, al Colloquio internazionale, svoltosi a
Puebla il 7-8 novembre, sul tema:
“Scenari attuali dei governi progressisti in America Latina: fine del
ciclo?”
1… Nella sua relazione (“Problemi
della sinistra in Europa e in America Latina”) Spataro ha rilevato, fra
l’altro, "il grande valore dell’esperienza di alcuni Paesi latino-americani
che ha saputo:
- contrastare il neoliberismo dilagante con azioni di
lotta e progetti mirati a recuperare, a fissare un’identità politica, etnica e
culturale, a dimensione continentale;
- offrire risposte sociali forti, inclusive alla massa
dei lavoratori, a centinaia di milioni di poveri;
- indicare una prospettiva economica auto-centrata
alle forze sane della cooperazione e dell’imprenditoria;
- assicurare dignità e sovranità agli Stati nel quadro
delle nuove istituzioni regionali, sovranazionali.
Lo sforzo intrapreso in diversi Paesi latinoamericani
guidati, con alterne fortune, da schieramenti progressisti e di sinistra (dal
Brasile all’Argentina, dall’Uruguay al Cile, dall’Ecuador al Venezuela, dalla
Bolivia al Nicaragua, ecc), é riuscito a migliorare le condizioni di vita dei
lavoratori, delle masse povere e delle popolazioni indigene.
La novità sta anche nel fatto che tale
trasformazione è avvenuta con il consenso elettorale, nel vivo di una rinascita
democratica.
Una grande lezione, politica e morale, che le forze di
progresso hanno dato alla destra, alle oligarchie internazionali che in America
latina hanno spesso favorito, imposto regimi illiberali e antisociali e
sanguinose dittature militari.
Insomma, una nuova Liberazione, dopo quella dal
colonialismo e dalle dittature militari oppressive.
Così a noi è apparsa la vostra realtà durante le
ultime due decadi: un moto di popoli e di culture, felicemente in
controtendenza…”
Fine
del ciclo? Non sarebbe un dramma poiché chiuso un ciclo se ne apre un altro!
Speriamo migliore del precedente.
A mio avviso, la questione che si pone alla sinistra,
ai movimenti progressisti latino- americani non è quella di piangere
sul ciclo concluso, ma di pensare a prepararne, organizzarne uno nuovo,
coinvolgendo tutte le forze disponibili.
Consapevoli che per spezzare il fronte avversario si
devono cercare nuovi alleati con i quali condividere lotte e sacrifici, ma
anche i programmi e le responsabilità di governo.
Aprirsi agli altri e non barricarsi
dietro parole d’ordine non sempre comprensibili e mobilitanti come mi sembra
quella del “socialismo del XXI° secolo” lanciata dai dirigenti chavisti del
Venezuela.
Affascinante, ma poco mobilitante,
quella parola d’ordine visto che i problemi attuali, più urgenti sono l’attacco
virulento della destra, l'emergenza politica e il rifornimento alimentare della
popolazione…
2… In Europa la sinistra, storicamente
forte soprattutto in Italia, Francia e Spagna, è crollata insieme al “muro” per
implosione o perché fagocitata dal canto delle sirene del neoliberismo asociale
e corruttore.
La liquidazione dei partiti di massa sia
d’ispirazione marxista ma anche (demo)cristiana, il ridimensionamento del
ruolo, della forza dei sindacati erano il presupposto necessario per consentire
al neoliberismo di avere le mani libere nella destrutturazione, a suo favore,
delle economie e delle stesse società.
Anche la sinistra “riformista”, socialdemocratica,
quella – per intenderci- che si riconosce nella “internazionale socialista”, è
stata ridimensionata, addomesticata e posta al servizio della finanza e del
grande capitale speculativo.
A questa specie di sinistra, cui sono
stati cambiati i connotati politici tradizionali, sono state affidate importanti
funzioni di governo per fare il “lavoro sporco” che alla destra
risulterebbe difficile fare.
Una funzione innaturale, perversa, tanto
da far dire che in Europa c’è una “sinistra” che governa per conto della
destra.
E’ questo il caso dei vari partiti socialisti,
socialdemocratici, laburisti che hanno governato in Spagna, in Gran Bretagna,
in Germania e oggi in Francia e in Italia.
Purtroppo, temiamo che a questa lista si possa
aggiungere, involontariamente, anche Syriza in Grecia…
Le conseguenze di tale stravolgimento sono sotto gli
occhi di tutti e si materializzano sotto forma di una precarietà diffusa e di
un attacco senza precedenti ai diritti sociali e al potere contrattuale dei
lavoratori, alla scuola e alla sanità pubbliche, allo stato sociale (“welfar”).
La disoccupazione, in particolare giovanile, ha
raggiunto punte davvero inaudite e inaccettabili. Un attacco spietato di fronte
al quale i lavoratori, i giovani sono lasciati, praticamente, soli, divisi,
disorientati, impauriti.
Non ci sono partiti, sindacati, forze intellettuali
disposti a difendere i loro diritti acquisiti negli anni del dopoguerra e di
progettare un futuro diverso, alternativo a quello programmato dal
neoliberismo…
Soprattutto, nei paesi del sud-Europa
crescono disoccupazione e povertà, emigrazione legale (in uscita) e
immigrazione clandestina (in entrata). Con un allarmante saldo negativo specie
per l’Italia dove, nei giorni scorsi, per la prima volta, il numero dei nuovi
emigrati italiani in Europa e nel mondo ha superato il numero degli immigrati
(irregolari) arrivati in Italia.
Tuttavia, non tutto è perduto. Esiste una sinistra
dispersa, piuttosto diffusa, potenziale direi, che cerca nuovi punti di
riferimento per organizzarsi, per proiettarsi nel futuro come forza
alternativa.
La nuova sinistra deve darsi un orizzonte ampio,
realistico, unitario. Da soli nessuno può farcela…
Utopia? No. Solo la speranza di una grande
lotta coordinata a livello mondiale e supportata da un nuovo pensiero...
(Testo completo in: http://montefamoso.blogspot.it/2016/10/per-ricominciare.html)
Nessun commento:
Posta un commento