LA STORIA/INVITATO DALLA FIGC PER IL SUO FAIR PLAY
DIEGO gliel’aveva detto, all’arbitro, che non era rigore. «Sono
entrato in area su un passaggio filtrante, ho fintato di andare a destra e sono
passato a sinistra. Il difensore ha allungato la gamba ma era distante, sono
andato a terra solo per non prendermi un calcio sul ginocchio. Ho avvisato
l’arbitro che il fallo non c’era. Mi ha risposto che ormai aveva deciso.
Cos’altro potevo fare? ». Quello che poi ha fatto: tirare fuori, platealmente.
Diego Malatesta, il protagonista del gesto esemplare, ha solo 13 anni, fa la
terza media e gioca attaccante nella Giovane Ancona. Per premiarlo, la
Federcalcio lo ha invitato stasera a San Siro con tutta la famiglia: sfilerà
con la bandiera del fair play, poi farà il raccattapalle per
Italia-Germania.
Diego non ha avuto paura di sbagliare un calcio di rigore. Un mese fa, nel
campionato regionale cadetti per i nati nel 2003, contro la Nuova Folgore, la
sua squadra vinceva già 1-0 dopo un quarto d’ora (le partite durano 70’) quando
l’arbitro ha fischiato il non-fallo. Lui è andato sul dischetto passeggiando,
ha calciato da fermo sulla sua sinistra, la palla lentissima è andata sul
fondo. Abbracci e complimenti da compagni e avversari. «L’anno scorso ero il
rigorista della squadra - racconta Diego ma poi ne ho sbagliati cinque o sei ed
è stato scelto un altro al posto mio. Solo che in quella partita non c’era, ed
è toccato a me. Ho fatto la cosa che mi è sembrata giusta, non capisco tutto
questo clamore, nella mia squadra era già successo altre due volte
almeno».
In tribuna c’era suo padre Mirko, operaio nell’azienda dell’acqua cittadina
ma anche allenatore con patentino, che del figlio dice: «Il suo gesto ha
sorpreso anche me, sono felice. Io penso che a quest’età i ragazzi debbano solo
divertirsi, invece vedo tanti genitori che in tribuna non fanno altro che
urlare e trasformano le partite in uno stress».
Interista e tifoso di Milito, Diego dice che «in serie A non succedono
queste cose perché lì bisogna fare punti per grandi obiettivi ed è più
difficile essere onesti. E per me è stato più facile perché comunque la partita
era appena cominciata e stavamo già vincendo. È finita 6-1, ho fatto quattro
gol. Uno in rovesciata…».
(f.s.i.)
La Repubblica, 15.11.2016
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