Nella mattinata, presso l’Aula
Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, alla presenza del Ministro
della Difesa Roberta Pinotti, del Capo di Stato Maggiore della Difesa Claudio
Graziano e del Comandante Generale dell’Arma Tullio del Sette, si è svolta la
cerimonia di presentazione del Calendario Storico 2017 dell’Arma dei
Carabinieri. Le tavole del Calendario, ideate e realizzate sotto la
direzione artistica di Silvia di Paolo, sono state presentate al pubblico
insieme, ai temi della nuova edizione dell’Agenda, dal conduttore televisivo
Massimo Giletti. Il Calendario, divenuto ormai un oggetto di culto,
ha raggiunto una tiratura di 1.300.000 copie, di cui quasi 10.000 in altre
lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco e arabo), indice sia dell’affetto
di cui gode la Benemerita, sia del valore dei suoi contenuti, che ne fanno un
prodotto editoriale apprezzato, ambito e presente nelle abitazioni e nei luoghi
di lavoro, a testimonianza del fatto che “in ogni famiglia c’è un Carabiniere”.
Nato nel 1928, dopo l’interruzione
post-bellica dal 1945 al 1949 il Calendario tornò a vivere nel 1950 e da
allora è stato puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dei
Carabinieri e della stessa Storia d’Italia.
La pubblicazione ha una
rilevanza particolare per la famiglia dell’Arma, costituendo motivo di coesione
attorno a un oggetto semplice eppure significativo, poiché ispirato ai valori
nei quali si riconosce ogni carabiniere, da un capo all’altro d’Italia.
Il tema del Calendario 2017 è
incentrato sui “Simboli dell’Arma”, che sono la rappresentazione visiva
dell’essenza dell’Istituzione. Essi si susseguono nelle tavole mostrandoci i
diversi stili con cui l’arte grafica si è evoluta nel tempo, a partire
dall’anno di fondazione dei Carabinieri, il 1814.
L’Agenda 2017, in un formato
moderno e funzionale e con l’inserto dedicato alla “Musica nell’Arma”,
ci presenta un dettagliato excursus storico sui complessi musicali dell’Arma,
dalla mitica Banda alle varie Fanfare.
Ne hanno parlato sul palco, con
Giletti, il critico d’arte Philippe Louis Daverio, il grafico Armando Milani e
il Direttore - Sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Michele
Dall’Ongaro.
La mattinata è iniziata con la
proiezione di un primo video di presentazione del Calendario, seguito da un
secondo contributo dedicato alla prefazione scritta dall’artista e
filosofo Gillo Dorfles che, non potendo intervenire di persona, ha voluto
portare così il proprio saluto agli intervenuti.
Massimo Giletti ha quindi aperto
la discussione coinvolgendo Philippe Louis Daverio, Silvia Di Paolo e Armando
Milani in un commento a più voci riguardo alle tavole del calendario.
L’evento è andato avanti con la
proiezione di due videoclip, il primo sull’Agenda e il secondo sul testo
introduttivo firmato da Sir Antonio Pappano, Direttore Musicale dell’Accademia
di Santa Cecilia.
Giletti ha poi invitato Michele
Dall’Ongaro a illustrare i contenuti dell’agenda.
Al termine il Comandante Generale
Tullio Del Sette ha rivolto il proprio saluto alle autorità e agli ospiti
presenti e ha parlato delle opere presentate.
Egli ha dapprima evidenziato il
rinnovamento “estetico e funzionale” della nuova agenda, con uno “stile
moderno, attento alle innovazioni tecnologiche”, per la prima volta
disponibile anche in lingua inglese.
È poi passato a descrivere il
calendario, che anche quest’anno è “…frutto di una accurata e innovativa
ricerca estetica su aspetti culturali che uniscono l’attenzione alla Storia
dell’Arte ai segni distintivi e alla storia dell’Arma”, sottolineando il
richiamo “ai valori morali che da sempre sostengono e contraddistinguono la
sua opera al servizio delle nostre comunità, di ogni cittadino e specie di chi
ha più bisogno. Valori che devono essere perpetuati e riaffermati
nel tempo perché costituiscono la base morale di un modo di sentire fondante e
insopprimibile, che fa dell’Arma una forza coesa, affidabile ed efficiente”,
un’istituzione “…moderna e dinamica, protesa al futuro che guarda con
giustificato ottimismo e rinnovato vigore”.
Calendario Storico dell’Arma 2017
Il filo conduttore che lega i mesi
dell'anno è costituito dal tema “I simboli dell’Arma".
Dalla Prefazione al Calendario del
Comandante Generale Tullio Del Sette.
“I simboli sono
rappresentazioni estetiche dell’essenza; essi colgono in profondità meglio il
cuore delle cose. E’ dunque ai propri simboli che l’Arma dedica l’edizione 2017
del Calendario Storico, presentandoli attraverso i diversi stili con i quali
l’arte grafica si è manifestata nel tempo, a partire dal 1814, anno di nostra
Fondazione. La grafica, la più diffusa e comune delle espressioni visive, fatta
di linee e colori definiti e chiari quanto attenti ai cambiamenti della
società, è parsa strumento artistico idoneo a rappresentare il modo di essere
Carabiniere, cittadino e soldato della legge, vocato alla prossimità e al
servizio di ciascuno e di tutti, sempre interprete del suo tempo, con il cuore
e la mente al futuro.
I due Carabinieri in
copertina, inseriti nell’aura rossoblu dell’Arma, l’uno con l’uniforme
bisecolare e l’altro con quella attuale, ambedue espressione di presenza
attiva, vicina e amica, garanzia di sicurezza e tangibile segno di fedeltà,
vegliano alla tutela della nostra gente e dei nostri agglomerati urbani. Nel
classico carattere “Bodoni” di inizio ‘800, è l’abbreviazione “CC” della parola
“Carabinieri” che, sul suggerimento del grafico Armando Milani, apre il
percorso artistico: l’una racchiude al suo interno il contributo dell’ultracentenario,
raffinato intellettuale e artista, Gillo Dorfles, che ringrazio per
l’affettuosa vicinanza e la profondità del pensiero, e il giudizio critico,
dotto, arguto e avvincente, di Philippe Daverio, anche quest’anno prestigioso
collaboratore del nostro progetto culturale e artistico insieme alla bravissima
Silvia Di Paolo; l’altra contiene la mia presentazione. Quindi la sequenza
delle tavole mensili, tutte sviluppate con lo stesso criterio: a destra la
tavola che riprende il simbolo dell’Arma prescelto e, a sinistra, nella stessa
grafica, la pagina correlata contenente notizie storiche sul simbolo e sul
segno d’arte che lo raffigura.
La tavola di Gennaio non
poteva che essere dedicata alla Carabina, dalla quale l’Arma prende il nome,
realizzata in una grafica ottocentesca; fa da scenario la città di Torino dove
i Carabinieri sono nati con le Regie Patenti del 13 luglio 1814. In quella di Febbraio,
nello stile Vittoriano, per noi Umbertino, tipico della seconda metà dell’800,
campeggia, altero e maestoso, l’Elmo dei Corazzieri con, sullo sfondo, la
Firenze capitale d’Italia che, nel 1868, li tenne a battesimo. A Marzo è
l’Art Nouveau, raffinata espressione artistica e culturale di fine ‘800, a
rievocare, con le sue forme sinuose ed eleganti, la Daga del Carabiniere. Per Aprile,
il tratto sobrio e raffinato del Wiener Werkstätte, in voga ai primi del ‘900
in una Vienna cuore pulsante della cultura europea, esalta l’Alamaro dei nostri
colletti. Il Futurismo, pressoché coevo e più italiano, fa da cornice, nel mese
di Maggio, alla Bandoliera e alla inscindibile Giberna, segni
inconfondibili del Carabiniere in servizio. La Banda Rossa dei pantaloni, ulteriore
arcinoto e antichissimo nostro segno, viene proposta nel mese di Giugno nello
stile Bauhaus degli anni ’20 del secolo scorso, in uno scenario originalissimo
ed evocativo.
Nella doppia pagina centrale la Fiamma, con un segno
grafico contemporaneo, è proposta in una elaborazione geometrica nitidissima,
cristallina come l’Arma; essa filtra la luce chiara e intensa della passione e
della dedizione del Carabiniere, trasformandola nei colori della Bandiera, a
testimonianza del quotidiano e generoso impegno per l’Italia e gli Italiani.
La narrazione prosegue nei mesi di Luglio e Agosto con
due elementi uniformologici: il Pennacchio rosso-blu della Grande Uniforme
Speciale, a simboleggiare con i suoi colori il coraggio e la fedeltà, e il
Mantello, foderato di saglia rossa; immagini dell’Arma tra passato, presente e
futuro. A rappresentarli, rispettivamente, gli stili Art Déco e Razionalista,
espressioni della grafica degli anni ‘30 e ’40 del ‘900. Le rotonde forme
dell’Optical Art degli anni ‘60 disegnano, per Settembre, la
Lucerna, emblematico copricapo del Carabiniere dalle origini. La tavola in
stile Hippie degli anni ’70 del mese di Ottobre è dedicata al
Basco: le sue diverse colorazioni richiamano i reparti che lo indossano, dal
blu tradizionale, al rosso dei Cacciatori, all’amaranto dei Paracadutisti, al
nero della Linea Mobile, al celeste dei Carabinieri delle missioni ONU e al
verde di quelli Forestali. La Saetta e il numero di emergenza 112, espressioni
visive del nostro Pronto Intervento, vengono illustrati nell’inconfondibile
stile Pop degli anni ’80 nella tavola di Novembre; sono segni di
efficienza che, rapidi e incisivi, si dirigono verso l’abitato per garantirne
la sicurezza. La grafica contemporanea del mese di Dicembre propone
il polso di un Carabiniere il cui orologio ci rivela cos’è l’Arma: l’insieme
armonico, di tutti i suoi Carabinieri - richiamati dai gradi in cerchio della
pagina a fianco - che animano, compatti, le sue componenti, evidenziate
cronologicamente dai Simboli che le contraddistinguono, dall’ultrabicentenaria
Territoriale, alla nuova Forestale. Esse, come perfetti ingranaggi di un
organismo performante e vibrante, con la loro efficacia, autonoma e sinergica,
rendono l’Arma così attenta, efficiente e utile e le consentono di guardare al
futuro con ben riposta fiducia. Nella tavola
finale, sublimata dalla pagina a fianco che rende il tradizionale, doveroso
omaggio alle decorazioni concesse alla nostra Bandiera e ai nostri Eroi, si
ribadisce, con una tecnica affatto moderna e avveniristica, l’imprescindibile
valenza dell’elemento umano che, per il Carabiniere, viene prima di ogni altro,
professionale e tecnico. In carattere “Helvetica”, il più diffuso al mondo, le
parole Etica alla base e, quindi, Onore, Integrità, Rispetto, Competenza,
Impegno, Efficienza, Coesione, Serenità, Tradizione, Fedeltà e, infine, Fede,
attraverso gli elementi orizzontali delle “E” che li accomunano, costituiscono
i pioli di quella scala di virtù e qualità, ideata ancora da Milani, che
conducono alla Fiamma dell’inconfondibile Berretto rigido nero, che le
racchiude tutte: faro che illumina lo sguardo, l’orizzonte, il pensiero e
l’azione, come dev’essere fuoco che scalda il cuore, del Carabiniere. Traspare
il volto, assorto, impegnato e sereno, dello stesso giovane commilitone che in
copertina, si affianca a quello più anziano, ispirato dagli stessi valori”.
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