Il teatro Biondo di Palermo |
Palermo
6 ottobre 2016 – I lavoratori del Teatro Biondo annunciano la loro opposizione
con scioperi, occupazioni degli uffici del direttore, raccolta di firme a
sostegno del teatro Biondo, manifestazioni davanti al palazzo del Comune e della
Regione, lettura di comunicati durante gli spettacoli, e la creazione di un
network di solidarietà tra i teatri e tra i lavoratori degli altri teatri della
città, al provvedimento “unilaterale” preso nei confronti di 12 lavoratori,
sospesi dal servizio a partire da lunedì 10 ottobre. Oggi, per individuare le
azioni che saranno definite e annunciate nei prossimi giorni, si è costituito
un “comitato di lavoratori” di tutte le sigle sindacali, al termine
dell'assemblea che si è svolta nei locali del Teatro Biondo.
Il
provvedimento contestato, che ha provocato la rottura delle relazioni
sindacali, è quello che è stato annunciato all'interno del piano di risanamento
del teatro e prevede il fondo di integrazione salariale (Fis), un
ammortizzatore sociale previsto dal Job Act, che scatterà da lunedì per 12
dipendenti con la riduzione del 20 per cento dello stipendio, già decurtato del
30 per cento un anno fa. “Non si conoscono i criteri di questa scelta. Perché e
come sono stati scelti solo 12 lavoratori su 45, per pagare la crisi? Visto che
non si seguirà nessuna rotazione, si introduce in questo modo un criterio di
disuguaglianza. L' Slc – dice il segretario Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso -
sta valutando di impugnare legalmente tale provvedimento. E' una scelta pressapochista.
Tra l'altro si taglia l'unica sarta presente”. Le altre figure che staranno a
casa per sei mesi sono: due addetti alla portineria, due tecnici di
palcoscenico, un responsabile della scuola di teatro, un impiegato del
botteghino, un addetto all'allestimento scenico, un componente dell'ufficio
promozionale per la scuola, un responsabile della direzione di sala, e due
amministrativi”.
I
lavoratori aderenti a Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno discusso per tre e ore e
mezza riuniti in assemblea. “E' una decisione scellerata e priva di senso. Mi
aspettavo la presentazione di un piano industriale per i prossimi tre anni. E
invece per l'ennesima volta ci hanno mostrato soltanto un piano di tagli. Le
inadempienze e le condizioni di difficoltà che riguardano il teatro sono tutte
da imputare ai soci del teatro – aggiunge Maurizio Rosso - A oggi ancora non
c'è traccia dei contributi del 2016 di Regione e Comune. Già basterebbe questo
per rendere chiaro in che modo i soci mettono in difficoltà il teatro, tagliando
in corso d'opera le somme dovute”. “L'Slc – aggiunge Rosso - ha formulato una
proposta concreta di rilancio attraverso un piano industriale triennale del
teatro Biondo. Mi sembra inopportuna e letale per il teatro l'applicazione
esclusiva di un piano di tagli. Pensiamo che la soluzione sia altrove: nella
ristrutturazione del debito, dove i soci debbano fare da garanti e costruire un
mutuo a vent'anni; nell'esodo incentivato dei lavoratori vicini alla pensione;
nella organizzazione profondamente nuova del lavoro attraverso lo strumento
essenziale che è un contratto di secondo livello”. “Se Comune e Regione –
conclude Rosso - vogliono chiudere il teatro stabile, e vogliono uccidere un
pezzo della cultura di questa città se ne assumano la responsabilità. Noi
pensiamo a nuovi modelli di collaborazione fattiva tra Teatro Biondo, Teatro
Massimo e Teatro Politeama, a un rilancio serio e professionale che crei non
solo cultura a Palermo ma occupazione stabile e strutturata. Invitiamo il cda e
i soci a una riflessione molto più seria e all'apertura di un confronto che
veda la risoluzione di questo problema, come di fatto è già avvenuto negli
altri due teatri palermitani”.
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