di GIULIANO FOSCHINI
Via libera pure alla Camera alle pene più pesanti. Il ministro Martina:
“Così a Rosarno batteremo gli aguzzini”
BARI - I caporali sono come i boss mafiosi. Lo sa Paola Clemente, la
bracciante pugliese uccisa dal caldo e dalla fatica nell’estate del 2015. Lo sa
Elias Adams, 44 anni, ghanese, morto annegato mentre provava a bere in un
vascone d’acqua irrigua. Lo sanno i ragazzi che raccolgono gli agrumi a Rosarno
e le angurie nel Salento, i polacchi delle fragole a Scanzano, i raccoglitori
del Foggiano che per due euro l’ora mandano pomodori in tutte le tavole del
mondo. Che i caporali sono come i boss mafiosi lo sa ora anche lo Stato
italiano che ieri ha approvato la nuova legge che applica, nei confronti di chi
sfrutta il lavoro nei campi, misure di prevenzioni uguali a quelle utilizzate
contro la criminalità organizzata. «Andremo a Rosarno per la stagione della
raccolta degli agrumi per presentarla» spiega a Repubblica.
il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, che insieme al collega
Andrea Orlando ha voluto questa legge, approvata ieri all’unanimità dalla
Camera. «Questa è una legge attesa da anni che finalmente diventa realtà per
garantire dignità e diritti a chi lavora nei campi — dice Martina — La
presenteremo proprio a Rosarno per ribadire che vogliamo ovunque un’agricoltura
più forte, sulla quale investire come stiamo facendo anche attraverso un taglio
di tasse come non si era mai fatto. Nessuno però può tollerare chi sfrutta, chi
pensa di fare profitto riducendo i diritti. Al nostro fianco ci sono le
lavoratrici, i lavoratori e le tantissime aziende agricole che ogni giorno
rispettano la legge».
La nuova norma prevede una serie di insaprimenti di tipo penale e
amministrativo. Arresto obbligatorio in flagranza di reato con pene sino a otto
anni. E confisca dei beni, come avviene con i reati di criminalità organizzata,
che può scattare dopo il primo grado di giudizio, mentre, qualora ci siano i
presupposti, già in fase preliminare può essere disposto il sequestro delle
ricchezze accumulate grazie allo sfruttamento della manodopera. Un caso, per
esempio, è quello della raccolta del pomodoro nel Foggiano, dove il prezzo del
pomodoro è crollato grazie allo scarsissimo costo della manodopera a vantaggio
delle multinazionali della trasformazione. Per questo la legge prevede anche la
punibilità degli enti. In questa maniera si dovrebbero andare a colpire
immediatamente i patrimoni non soltanto delle persone fisiche che
commettono il reato di intermediazione, ma delle società che si arricchiscono.
Anche per questo, nel passaggio in Senato, è stato introdotto l’allargamento
del reato «anche attraverso l’eliminazione della violenza», in maniera da
renderne più facile l’applicabilità. I lavoratori sfruttati potranno poi
accedere al fondo antitratta con un percorso privilegiato, puntando anche alla
regolarizzazione in tempi rapidi qualora decidano di collaborare con le
indagini denunciando gli sfruttatori.
Il pacchetto prevede poi un sistema di premialità per le aziende che
rispetteranno le regole entrando in una rete di «prodotti etici». Un progetto,
però, di fatto già partito in molte regioni senza ottenere molto successo.
Anzi, in alcuni casi con zero adesioni. «Per questo — dice Martina — abbiamo
deciso di ampliare il gruppo di soggetti che possono aderire alla rete,
includendovi tra gli altri gli abilitati al trasporto dei lavoratori agricoli».
Il punto non è solo burocratico. Recentemente, infatti, la principale via al
caporalato è stata quella “legale”: le società interinali siaffidavano ad
aziende che, pur essendo ufficialmente specializzate in trasporto, in realtà
altro non erano che reclutatori di manodopera. Un caso, questo, all’attenzione
della procura di Trani, che indaga sulla morte di Paola Clemente, regolarmente
assunta da una società pur guadagnando poco più di tre euro l’ora.
Infine con la nuova legge le amministrazioni statali saranno direttamente
coinvolte nella vigilanza con «un piano congiunto di interventi per
l’accoglienza di tutti i lavoratori impegnati nelle attività stagionali di
raccolta dei prodotti agricoli». Toccherà allo Stato, con Regioni e
associazioni, garantire e offrire strutture a prezzi calmierati per gli
stagionali. «Abbiamo raggiunto un grande obiettivo che da sempre caratterizza
le battaglie della sinistra: assicurare la dignità dei lavoratori» dice il
ministro della Giustizia, Andrea Orlando. A esultare, parlando di «giornata
storica», sono anche i sindacati. «Un passo in avanti fondamentale — dice don
Luigi Ciotti, presidente di Libera — che va a colmare una lacuna dell’attuale
legislazione italiana: numeri e storie di negazione della dignità delle persone
impongono a tutti uno scatto in più».
La Repubblica, 19 ottobre 2016
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