BIAGIO CUTROPIA
Non ero presente all’incontro tra la Commissione
straordinaria e alcuni cittadini per il problema della distribuzione idrica a
Corleone e quindi conosco i fatti soltanto attraverso l’articolo pubblicato su
questo giornale e al di là delle varie problematiche emerse e raccontate
nell’articolo mi ha colpito l’ipotesi di trasformare la convenzione con l’AMAP
da biennale in trentennale e ancor di più mi colpiscono le considerazioni,
sulle ovvie perplessità dei presenti, del nuovo segretario Dott.Guarino sul
fatto che qualora una qualche legge regionale o nazionale lo preveda il Comune
potrà recedere da tale convenzione. I Corleonesi siamo storicamente macchiati
dall’infamia di mafia, ovviamente meritata almeno nell’immaginario collettivo
per essere Corleone la patria dei più sanguinari mafiosi presenti in Italia,
marchio registrato dopo il recente scioglimento per mafia e meritato anch’esso
per quanto è emerso dalle indagini e dalle relative conclusioni che hanno
portato allo scioglimento ma in tutto ciò è necessario ribadire che i mafiosi a
Corleone erano e sono forse l’1% della popolazione, la restante parte, il 99%,
è composta da persone perbene, molto perbene.
Sottolineare l’onestà del 99%
della popolazione corleonese è fondamentale per ribadirne da un lato la dignità
e dall’altro la responsabilità nell’autodeterminazione politica messa, questa,
in legittimo dubbio con lo scioglimento. Uno scioglimento per mafia punisce la
politica che amministra ma contemporaneamente rischia di punire anche gli
elettori, ma anche i non elettori, di tale classe politica. Il combinato
disposto rende i cittadini corleonesi cittadini di serie C in fase di
retrocessione. La vicenda che ha portato in passato alla cessione dell’acqua
pubblica a società private (seppur di capitale pubblico) è vicenda grigia. Tali
società,quasi tutte fallite così come quelle della gestione rifiuti, hanno
usato i soldi pubblici,oltre agli sprechi, per effettuare assunzioni con
criteri privatistici generando ulteriore delusione da parte dei cittadini che
conoscono tali pratiche e ulteriore allontanamento dalla cosa pubblica e cosa
ancora più grave hanno alimentato una cultura mafiosa della prepotenza e della
prevaricazione di pochi su molti lasciando passare l’idea che il lavoro non sia
un diritto ma una concessione amichevole da ricambiare. Tali pratiche,
purtroppo diffuse nel Paese, soprattutto in alcuni contesti economicamente
deboli hanno, se non diffuso la cultura mafiosa, almeno rallentato il contrasto
a pratiche mafiose non sanguinose nel senso classico ma altrettanto dannose per
la collettività. Alcuni Comuni hanno resistito altri invece hanno utilizzato
tale occasione per costruire clientele come è noto a tutti. Personalmente credo
che l’acqua debba essere pubblica e pubblica e locale debba esserne la gestione
sicuramente effettuata con criteri virtuosi . Sapere che l’acqua potrebbe
essere concessa all’AMAP per 30 anni almeno, salvo diverse disposizioni
normative se e da venire, sembrerebbe impegnare troppo il Comune e
l’autodeterminazione di una collettività seppur pare comprendere che tale
ipotesi scaturisca dalla necessità di interventi sulla rete. Mi colpisce il
silenzio su questo argomento, come su tutti gli altri, delle locali forze
politiche le quali, nel rispetto delle prerogative della Commissione,
dovrebbero rappresentare concretamente la loro visione per il futuro di
Corleone, per esempio, nello specifico, chiedendo con forza il finanziamento
degli interventi sulla rete idrica. Speriamo lo facciano.
BIAGIO CUTROPIA
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