L'immancabile foto di gruppo finale... |
Anche quest’anno Michele Prestipino è venuto a trovarci per incontrare
a Corleone i giovani volontari di tutt’Italia, che vengono a dare una mano alla
coop “Lavoro e non solo”, che gestisce beni confiscati alla mafia. Un incontro
interessante, coinvolgente, utile ad una comunità che sta vivendo il trauma
dello scioglimento per infiltrazioni mafiose degli organi istituzionali del
comune. Prestipino ha è l’antipersonaggio per antonomasia. Non è interessato all’apparire,
ai flash dei media, ma al lavoro quotidiano, agli incontri con i giovani, alla
costruzione e al consolidamento dal basso delle istituzioni democratiche, alle
quali si sente fortemente legato. Prestipino ha un curriculum prestigioso: a Palermo ha coordinato il pool che ha arrestato Provenzano; a Reggio Calabria ha smantellato diverse cosche della 'ndrangheta; a Roma ha scoperchiato il verminaio di "Mafia Capitale" (Dp).
Pubblichiamo una sintesi del suo intervento: (GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO)
«Noi magistrati impegnati nel contrasto alle mafie non vogliamo che i cittadini facciano il tifo per
noi, ma che scendano in campo da protagonisti e diano una mano», ha detto ieri
sera a Corleone Michele Prestipino, procuratore aggiunto presso la procura
della repubblica di Roma, nell’incontro con i giovani volontari del progetto “Liberarci
dalle spine”. L’iniziativa, che si è svolta in un locale confiscato alla mafia,
oggi sede della coop “Lavoro e non solo”, è stata organizzata dalla Cgil, dall’Arci
e dalla coop, nell’ambito dei campi di lavoro antimafia. «L’antimafia non deve
costruirsi sui personaggi carismatici, che a volte possono scivolare, mettendo
in crisi la credibilità della lotta alla criminalità organizzata, ma su tante
persone normali, capaci di fare ciascuno la propria parte nell’affermare
i valori della libertà, della democrazia e dei ciritti», ha aggiunto il
magistrato. «A differenza della criminalità comune - secondo Prestipino
- i mafiosi sono bravi nel cercare il consenso dei cittadini, ai
quali fanno favori, per averne poi un ritorno in complicità». Concludendo,
Prestipino ha detto che «oggi la mafia in
Sicilia è meno forte di 30-40 anni fa». (dp)
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