di GIUSEPPE LUMIA
Sono passati pochi mesi dall’attentato a Giuseppe Antoci. E’ ancora viva in
noi la memoria di quel terribile giorno: il tentativo della mafia di uccidere
il presidente del Parco dei Nebrodi, la capacità di reazione della scorta,
l’intervento del dirigente della Polizia Daniele Manganaro. E’ presente in noi
anche lo sdegno e la reazione positiva che si è scatenata nei Nebrodi, in
Sicilia, in tutto il Paese. Proprio in quelle ore lanciai una sfida alla mafia
dei pascoli: “è guerra e
guerra sia”. In questi mesi si è lavorato con intensità e impegno e
molti risultati già sono stati raggiunti in termini di repressione e di
investimenti realizzati sul territorio. Ieri è stata raggiunta un’altra tappa
importante da considerare un vero salto di qualità.
E’ stato adottato un
Protocollo di Legalità “di nuova generazione” che interviene sull’intero
territorio regionale siciliano, alla luce dell’esperienza maturata sui Nebrodi.
La mafia dei pascoli, finalmente, non sarà più sottovalutata e potrà essere colpita
in profondità, mentre i terreni pubblici potranno essere affidati ai giovani
per creare lavoro e sviluppo.
Il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, insieme al
presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, aveva costruito un particolare
modello di Protocollo di Legalità con la Prefettura di Messina,
sperimentato nel meraviglioso territorio dei Nebrodi, grazie al quale si è
avviato un’azione devastante per colpire al cuore e alla testa gli affari
lucrosissimi di Cosa nostra. E’ stato coinvolto anche il territorio di Troina,
in provincia di Enna, con la partecipazione del sindaco Fabio Venezia. Adesso,
la sfida si alza di livello per raggiungere l’intero territorio regionale.
Al vertice, che si è tenuto presso la Prefettura di Palermo, convocati dal
presidente Crocetta erano presenti tutti e nove i prefetti dell’Isola, i
rappresentanti dei vertici siciliani di tutte le forze dell’ordine, i
rappresentanti dell’Anci, il commissario dell’Esa Francesco Calanna, tutti i
presidenti dei Parchi della Sicilia guidati da Giuseppe Antoci, l’assessore
all’agricoltura Antonello Cracolici e l’assessore al territorio ed ambiente
Maurizio Croce.
Proprio grazie a questo lavoro, che portiamo avanti da mesi, si era
individuato nei mancati controlli sulle concessioni dei terreni pubblici
l’avvio di una vera e proprio filiera della ricchezza in mano a Cosa nostra.
Sui terreni demaniali, presi in affitto a pochi euro, la mafia lucrava una
quantità di denaro che neanche il mercato della droga riusciva a generare. Una
partita che solo in Sicilia vale circa 5 miliardi di euro, mentre sul piano
nazionale raggiunge la vetta dei 50 miliardi.
Adesso con questo Protocollo le mafie non potranno agire indisturbate,
giocando sul fatto che sotto la soglia dei 150 mila euro non si effettuavano i
controlli.
In Sicilia abbiamo ben 40 mila ettari di demanio destinato a pascolo.
Pensate quanta legalità e sviluppo potrebbero produrre a sostegno dei giovani
qualificati proprio nel settore agricolo.
Dopo il terribile attentato ad Antoci si è agito su sei livelli:
- Quello del controllo
intelligente del territorio, utilizzando l’esperienza maturata dalla
Polizia di Stato e coinvolgendo per le sue professionalità la Guardia di
Finanza. L’Arma dei Carabinieri ha scelto di inviare degli uomini
specializzati contro questo tipo di mafia, che agisce in territori impervi
e nei boschi, i cosiddetti “cacciatori” che adesso sono stanziati anche in
Sicilia, proprio come avviene in Calabria e in Sardegna;
- La seconda azione è stata
quella di colpire i mafiosi Comune per Comune, facendo i nomi e i cognomi.
L’elenco è lungo. Lo trovate in diverse mieinterrogazioni
parlamentari. Continueremo ad andare avanti e a indicarli con
rigore e coraggio;
- Il terzo livello è quello
proprio del rapporto legalità e sviluppo nell’affidamento dei terreni
demaniali. In questo settore si vincerà la sfida, perché l’antimafia che
noi promuoviamo da anni è quella che produce fatti concreti non sono sul
piano repressivo, ma anche su quello dello sviluppo;
- Il quarto livello è quello di
agire contro la mafia della filiera della carne collegata a quella
dei pascoli. Il presidente Crocetta ha nominato una commissione
regionale, guidata da Vincenzo Di Marco, che sta operando sulla
provincia di Messina, con lo steso metodo utilizzato da Giuseppe Antoci
nei Nebrodi e che potrà aprire un altro scenario inedito da colpire con
mano severa per promuovere un settore dalle enormi potenzialità.
- Un altro settore decisivo su
cui si è iniziato a fare un buon lavoro è quello dei terreni dell’Esa,
guidato da Francesco Calanna. Già molti terreni sono stati tolti dalle
mani della mafia. Addirittura sono stati sventati dei tentativi di
usucapione da parte dei boss con la complicità dei colletti bianchi che
con la loro professionalità sostengono la mafia, in questo caso la mafia
dei Bontempo Scavo. L’Esa è nato per mettere al servizio dei siciliani i
terreni agricoli, così sta tornando ad essere e su questa strada dovrà
continuare il suo cammino;
- Il sesto è quello più
specifico della legislazione, con la promozione di norme in grado di
aumentare la pena per reati di truffa aggravata a danno delle risorse
pubbliche regionali, nazionali ed europee e capace anche di destinare
ai Parchi i terreni e le aziende agricole confiscati alle mafie, da
prevedere in aumento vista l’azione repressiva e di aggressione ai
patrimoni che siamo riusciti ad attivare nei territori.
Le prefetture, coordinate dalla dott.ssa De Miro, finalmente
potranno passare al setaccio decine e decine di concessioni “anomale” e i boss
mafiosi conosceranno una stagione repressiva senza precedenti che li colpirà
nel vivo dei loro interessi.
Le persone oneste e i disoccupati potranno avanzare richieste e gestire
loro stessi questa risorsa straordinaria, che può diventare una grande
opportunità di crescita e di lavoro produttivo in un settore nevralgico
dell’agricoltura e dello sviluppo sostenibile.
Giuseppe Lumia
1 commento:
Non so se il senatore Lumia leggerà.comune di Vizzini 3500 ettari demanio civico:comune Militello val di Catania 500 ettari:comune di bronte 5000 ettari:comune di Maletto 3000 ettari...in Sicilia circa 50000 ettari di demanio civico dono o abbandonati o occupati prepotentemente o concessi senza alcuna regola.é un settore sommerso e delicato.arch.Biagio Cutropia perito demaniale
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