Il municipio di Corleone |
Nadia Palazzolo
La decisione è stata assunta dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro
dell'Interno Angelino Alfano. Il "caso" era esploso a gennaio, quando
il Viminale aveva disposto un accesso negli uffici
· Su proposta del ministro dell'Interno Angelino Alfano, ilConsiglio dei
ministri ha sciolto per mafia il Comune di Corleone. "Il presidente
della Regione Siciliana Crocetta, invitato a partecipare a norma dello Statuto
speciale della Sicilia ma nell’impossibilità di partecipare, ha comunicato il
proprio assenso allo scioglimento di Corleone", recita la nota del
Consiglio dei ministri.
Il "caso" della cittadina alle porte di Palermo era esploso a
gennaio, quando il Viminale aveva disposto un accesso negli uffici. A
rendere nota l'ispezione era stato lo stesso Alfano dopo una riunione con i
prefetti della Sicilia. "L’accesso - aveva spiegato - è una verifica sullo
stato della situazione. E' una decisione di queste ore ed è in corso di
notifica. Quando si determineranno gli esiti dell’accesso compiremo una
scelta”. "L'accesso - aveva poi spiegato lo stesso sindaco Leoluchina
Savona- riguardava l'assegnazione di alcuni appalti come quello relativo
alla costruzione di un impianto polivalente nei pressi del campo sportivo".
La gara finì all'attenzione della Procura di Palermo.
Pochi giorni dopo la Savona era stata ascoltata dalla commissione regionale
antimafia. "Avrò peccato di leggerezza, inesperienza, di qualche sbavatura -
aveva detto - ma non posso essere considerata vicina ad ambienti mafiosi.
Rinnegherei il nome che porto e mi dissocerei dalla mia stessa famiglia se mio
fratello fosse coinvolto in qualche organizzazione".
Sullo sfondo della decisione del Cdm c'è l'inchiesta condotta dai
carabinieri suAntonino Di Marco, ex impiegato comunale e custode
del campo sportivo. Arrestato (e condannato dal gup a 12 anni ndr.)
perchè ritenuto "un punto di riferimento per il mandamento mafioso di
Corleone e gestiva anche i rapporti con il clan di Palazzo Adriano".
Di Marco in alcune intercettazioni avrebbe fatto riferimento alla possibilità
di fare pressioni presso gli uffici comunali per pilotare i lavori.
"Nessuno immaginava - osservò allora il sindaco - che questo dipendente
comunale potesse essere colluso". Ma nel fascicolo della dda finì anche il
fratello del primo cittadino, Giovanni Savona. Il capo famiglia di Chiusa
Sclafani, Vincenzo Pellitteri, non sapendo di essere intercettato, diceva è
"un grande amico nostro, solo che lui è allacciato con Mario". Dove
Mario era Mario Grizzaffi, fedelissimo di Totò Riina e fratello del boss
Giovanni.
A questo si aggiunge un altro episodio. Lo scorso mese di giugno il corteo con la vara di San Giovanni Evangelista avrebbe
fatto una sosta proprio davanti a casa Riina. L'inchino, da più parti smentito,
era comunque finito al vaglio degli inquirenti e aveva generato feroci polemiche.
LE REAZIONI
GIUSEPPE LUMIA (PD) - "Lo scioglimento del comune di Corleone è un fatto grave e doloroso. La responsabilità di chi ha riportato Cosa nostra a colludere con l'attività amministrativa è imperdonabile". Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia. "Dopo le stragi del '92/'93 - aggiunge - Corleone ha fatto un cammino, al di là delle appartenenze, di reale liberazione dalla cultura mafiosa, di crescita sociale, civile ed economica. Ci sono stati momenti in cui l'opinione pubblica ha applaudito Corleone. La presenza di tre Presidenti della Repubblica ne sono una reale e significativa testimonianza". "Le famiglie dei Grizzaffi, Gariffo, Lo Bue, Di Miceli, Spatafora legate ai Riina, Provenzano e Bagarella - continua Lumia - non pensino di strumentalizzare questo momento di difficoltà". "Adesso - conclude Lumia - la risposta che bisogna dare deve essere rigorosa e democratica. Bisogna riprendere con più energia e impegno il cammino interrotto. Lo Stato vada oltre l'approccio burocratico al commissariamento. La comunità di Corleone sia messa nelle condizioni di reagire per continuare a costruire la legalià e lo sviluppo".
GIUSEPPE LUMIA (PD) - "Lo scioglimento del comune di Corleone è un fatto grave e doloroso. La responsabilità di chi ha riportato Cosa nostra a colludere con l'attività amministrativa è imperdonabile". Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia. "Dopo le stragi del '92/'93 - aggiunge - Corleone ha fatto un cammino, al di là delle appartenenze, di reale liberazione dalla cultura mafiosa, di crescita sociale, civile ed economica. Ci sono stati momenti in cui l'opinione pubblica ha applaudito Corleone. La presenza di tre Presidenti della Repubblica ne sono una reale e significativa testimonianza". "Le famiglie dei Grizzaffi, Gariffo, Lo Bue, Di Miceli, Spatafora legate ai Riina, Provenzano e Bagarella - continua Lumia - non pensino di strumentalizzare questo momento di difficoltà". "Adesso - conclude Lumia - la risposta che bisogna dare deve essere rigorosa e democratica. Bisogna riprendere con più energia e impegno il cammino interrotto. Lo Stato vada oltre l'approccio burocratico al commissariamento. La comunità di Corleone sia messa nelle condizioni di reagire per continuare a costruire la legalià e lo sviluppo".
Palermotoday.it, 10 agosto 2016
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