Salvatore Totino Genovese |
Oggi a Roccamena abbiamo accompagnato nel suo ultimo viaggio
Salvatore “Totino” Genovese, militante e dirigente della sinistra, in
particolare del Pci, della Cna e della Cgil. È morto a 67 anni per un male incurabile,
che l’ha stroncato in poche settimane. Genovese è stato dirigente della Confederazione
Nazionale Artigiani (Cna) di Palermo. Alla fine degli anni ’80 è stato sindaco
Pci del suo paese, Roccamena. Nel 2006 è stato anche segretario della Camera
del lavoro di Roccamena, che ha voluto che fosse intitolata al suo fondatore
nel 1945, Francesco Zito Plaia. Con Totino Genovese ho avuto un lungo rapporto
di frequentazione e di amicizia. Era un uomo buono e generoso, sempre in prima
fila nella lotta per i diritti e la democrazia. Abbiamo partecipato insieme a
tante iniziative politico-sindacali: a Sciacca, a Falcone in provincia di
Messina, a Roccamena, a Corleone, a Palermo. Mi mancherà Totino. Mi mancheranno
i suoi consigli e la sua ironia elegante.
Al funerale oggi erano presenti
alcuni compagni di Totino, ma altri erano assenti “ingiustificati”. In
particolare, l’amministrazione comunale. “Mi meraviglio – ci ha scritto infatti
Roberto Mirandola, amministratore del gruppo facebook “RoccamenaPa2” - che
l'amministrazione comunale… non ha trovato un minuto di tempo per dare
l'estremo saluto al compagno Totino, che ha creato assieme a tanti altri le
basi per l'affermazione del pd a Roccamena. Tra l'altro voglio ricordare che
Totino è stato sindaco del partito comunista italiano a Roccamena e pertanto
sarebbe stato doveroso quantomeno essere rappresentata l'amministrazione
comunale con la classica corona di fiori”.
L'articolo pubblicato su "La Sicilia" del 27 agosto 2006, in occasione dell'intitolazione della Camera del lavoro di Roccamena a Francesco Zito Plaia
Francesco Zito Plaia |
Il 31 agosto la cerimonia alla quale
saranno presenti anche i figli dell’ex segretario della Camera del lavoro
La Cgil ha riaperto la sede a Roccamena
solamente nella scorsa primavera. Per tanti anni
non era stato più possibile. Infatti,
dopo le mitiche lotte per la terra degli anni ’50, guidate
da Francesco Zito Plaia, e dopo i
clamorosi digiuni di Danilo Dolci degli anni ’60, per rivendicare la costruzione
della diga Garcia, il paese visse una drammatica emigrazione di
massa, che lo aveva svuotato delle
energie più combattive. A legare con lo spago la valigia di cartone ed andare
via non fu solo Zito Plaia, ma anche tanti altri contadini che non si
rassegnavano ad una vita di stenti e di miseria. E il paese rimase in mano ai
«corleonesi» e ai loro complici, che si preparavano a mettere le mani sul
business diga Garcia. Se ne accorsero investigatori intelligenti, come il
colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo, e giornalisti di razza, come Mario
Francese. Ma Totò Riina e i suoi «picciotti» li fecero fuori uno dopo l’altro. Russo
fu crivellato di colpi a Ficuzza il 20 agosto 1977, Francese il 26 gennaio
1979.
Adesso, dopo aver riaperto la sede nella
stessa casa in cui Danilo Dolci digiunò per la diga, la Cgil ha deciso di
intitolarla al suo fondatore, a Francesco Zito Plaia. «Un modo per
onorare la memoria di questo umile e
combattivo dirigente, ma anche un’operazione di recupero della memoria storica,
in un paese che sta rischiando di perderla definitivamente», dice Salvatore Genovese,
attuale segretario della Camera del lavoro. Alla cerimonia, che si svolgerà
giovedì 31 agosto, saranno presenti alcuni dei figli di Zito Plaia, che hanno
messo a disposizione degli organizzatori vecchie foto e documenti dell’anziano
padre. Quello a cui tengono di più è un attestato del 20 agosto 1950, a firma
dell’on. Antonino Varvaro, presidente dell’allora comitato provinciale di
Palermo dei «Partigiani della pace», dove si attesta che «Zito Plaia Francesco
ha raccolto n. 535 firme contro l’uso delle armi atomiche, distinguendosi in
questa grande battaglia per la salvezza dell’umanità nella pace e nel lavoro».
Un impegno antico, che oggi appare quanto mai attuale. Venerdì prossimo, sarà uno dei
figli a scoprire la targa col nome del «partigiano della pace» di 56 anni fa.
E, insieme a lui, ci saranno i commissari che reggono il comune dopo lo
scioglimento per mafia, il parroco del paese, una delegazione delle forze
dell’ordine. E poi ancora il segretario della Camera del lavoro di Palermo,
Maurizio Calà, e il segretario della Flai-Cgil di Palermo, Vito Ciullla. Ma, ad
onorare Zito Plaia, ci saranno anche l’Arci e i giovani volontari dei campi di
lavoro antimafia, accompagnati dal vice-presidente della Regione Toscana, Federico
Gelli. E, infine, Pasquale Scimeca, che presenzierà alla proiezione in piazza
del suo film «Placido Rizzotto». «Bisogna che le istituzioni siano vicine ai
giovani toscani e siciliani, che vogliono affermare percorsi di legalità e di
giustizia sociale», dice Gelli. Pezzi importanti delle istituzioni, della
società civile e della cultura, quindi, si stringeranno intorno alla comunità
di Roccamena, per ricordare un glorioso passato e per contribuire alla
costruzione di un futuro migliore.
Agli inizi di quest’anno il sindaco
Giuseppe Gambino, vicino all’Udc, è stato arrestato per mafia, determinando lo scioglimento
degli organi amministrativi del comune. Quando i carabinieri hanno perquisito i
cassetti della sua scrivania vi hanno trovato una pistola rubata.
Dino Paternostro
La Sicilia, 27.08.2006
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