Il mito di Sisifo... |
Lo scioglimento per mafia del comune di Corleone ha tragicamente
riportato indietro di trent'anni la nostra città, che adesso deve ricominciare
da capo a costruire percorsi di legalità capaci di portare lavoro e sviluppo
"puliti". Una fatica immane che ci fa tornare alla mente il mito di
Sisifo, condannato dagli dèi a spingere un pesantissimo macigno sino alla
sommità di una montagna. Ma nell’attimo stesso in cui questo sforzo si
completa, la pietra ricade a valle, e Sisifo si trova costretto a ricominciare
da capo. Un supplizio, una situazione disperata. Ci sembra lo stesso supplizio
della città di Corleone e dei suoi cittadini onesti, costretti ogni volta a
ripetere gli stessi sforzi per sperare di liberarsi dalla mafia e conquistare
la fiducia dell'Italia e del mondo.
A noi piace, però, pensare (col filosofo francese Albert Camus) a
Sisifo che, mentre osserva la pietra rotolare a valle, consapevole di doverla
far risalire di nuovo, infinite volte, acquisisce sempre più consapevolezza e
forza d'animo e l’inesauribile speranza di riuscire a vincere la propria sorte.
In qualche modo, Sisifo (per dirla ancora con Camus) ci insegna la
fedeltà superiore, che nega gli dèi e solleva i macigni… Ogni granello di
quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte,
formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riempire il
cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice".
Ecco, mi piacerebbe che tutti i cittadini di Corleone animati da
buona volontà si sentissero un po' Sisifo, convinti che con l'impegno, la forza
di volontà e un'incrollabile fede nell'avvenire si possa riuscire a vincere un
destino a prima vista avverso e crudele. Crediamoci... (dp)
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