Palermo, Palazzo Gulì, sede del No Mafia Memorial |
di CLAUDIO REALE
"Ci sono ampi buchi da sanare nella ricostruzione della lotta a Cosa nostra", dice Umberto Santino. Oltre alle immagini Rai sarà acquisito il patrimonio del Centro Impastato
Sullo sfondo, mentre il museo viene presentato,
scorrono le immagini delle teche Rai. Ci sono Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino che fumano insieme, lo sguardo feroce di Giovanni Brusca fra due
poliziotti, Portella della Ginestra e la Fiat 132 di Piersanti Mattarella, una
sequela di orrori e rivolte, di vittorie e arretramenti. È tutto in questa
narrazione per immagini il senso del "No mafia memorial" che nei
prossimi mesi – probabilmente in primavera – vedrà la luce a Palermo, a Palazzo
Gulì: il museo, voluto dal Centro Peppino Impastato e istituito dal Comune,
ospiterà nella struttura di corso Vittorio Emanuele il patrimonio di documenti
del movimento antimafia siciliano, esposto lungo un percorso storico
"vidimato" da un gruppo di giornalisti specializzati.
L'intento è appunto rileggere la storia della Sicilia,
e dunque d'Italia, attraverso i documenti. L'anima del Centro Impastato,
Umberto Santino, ne fa una questione filologica: «Ci sono ampi buchi da sanare
nella ricostruzione storica della lotta alla mafia», ammonisce. Dunque un
comitato di giornalisti specializzati – Lirio Abbate, Nino Amadore, Riccardo
Arena, Rino Cascio, Salvatore Cusimano, Enrico Del Mercato, Dino Paternostro e
Bianca Stancanelli – presiederà alla costruzione del percorso, che si articolerà
in una sequenza di pannelli, fotografie, tavoli touchscreen e ricostruzioni
tridimensionali e che potrà costantemente essere riorganizzato. «L'idea –
spiega Ario Mendolia, che curerà la selezione del materiale – è che i contenuti
siano controllati da un computer, in modo che si possa decidere di affiancare
mostre tematiche temporanee al percorso cronologico ‘classico' ».
Un percorso digitale per il quale è determinante il
contributo della Rai: la tv di Stato presta il proprio auditorium per la presentazione
e manifesta quella che il direttore della sede di viale Strasburgo, Salvatore
Cusimano, definisce «l'entusiastica adesione dell'azienda ai suoi massimi
livelli, dalla presidenza al direttore generale». Uno dei "massimi
livelli", il direttore responsabile della Tgr Vincenzo Morgante, è al suo
fianco: «Il servizio pubblico – chiarisce – aderisce a quest'iniziativa dando
continuità al nostro impegno sul versante dell'informazione. Forniremo le
nostre immagini ma siamo disponibili a offrire il nostro contributo sul fronte
tecnologico».
Oltre alle immagini Rai, il museo acquisirà il
patrimonio del Centro Impastato, ma anche altri atti giudiziari e documenti.
Perché, come dice il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, "la creazione di
questo spazio è parte di un più ampio percorso fatto in sinergia con tutti
coloro che si sono sempre impegnati nella lotta alla mafia". Un percorso
da costruire, anche economicamente: in autunno partirà una campagna per
ricevere donazioni su un conto corrente già attivo a Banca Etica, anche in
questo caso con la vigilanza di un comitato di garanti (Enzo Campo, Francesco
Giambrone, Francesco Giambrone, Francesco La Licata, Simona Mafia e Daniele
Marannano). "Abbiamo aderito – dice Claudia Ciccia di Banca Etica – perché
il ‘No mafia memorial' sarà un patrimonio di tutti". E aperto a tutti:
un'emeroteca, una biblioteca, una cineteca, in definitiva un laboratorio per
studiare la storia di Cosa nostra. E in definitiva, attraverso quella, la
storia della Sicilia.
Repubblica.it, 30 giugno 2016
LA SEDE
Palazzo Gulì
in corso Vittorio Emanuele a Palermo, sede di "No mafia memorial"
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