Salvo Palazzolo |
di Katya Maugeri
Cosa nostra continua ad avere una grande capacità di riorganizzarsi, nonostante arresti e processi: la trasferta della commissione parlamentare antimafia ha sancito questa certezza. «Non è più la Cosa nostra delle stragi – ha detto il presidente Rosy Bindi – ma la Cosa nostra degli affari».
Affari realizzati grazie a insospettabili complicità. Il giornalista del quotidiano la Repubblica Salvo Palazzolo ha raccontato la cronaca e i retroscena dell’evoluzione della realtà mafiosa in vari libri, l’ultimo con il pm palermitano Nino Di Matteo, “Collusi”. Gli abbiamo chiesto quanto pesano le parole pronunciate da magistrati e investigatori davanti all’Antimafia.
Il comandante della Guardia di Finanza di Palermo, il generale Giancarlo Trotta, ha denunciato che i professionisti siciliani fanno ancora troppo poche segnalazioni per operazioni sospette. Il segnale di una nuova omertà intellettuale?
«Persino le banche, negli anni scorsi nel mirino di feroci critiche da parte dei magistrati, si sono messe in regola con le segnalazioni di operazioni sospette. Per i professionisti palermitani, invece, la mafia sembra non esistere. Questo dice l’analisi della Finanza, uno spunto di riflessione allarmante, che però non ha aperto un adeguato dibattito. Per legge, dottori commercialisti, ragionieri, avvocati, notai e consulenti del lavoro, sono tutti ormai obbligati per legge a segnalare i clienti in odor di riciclaggio. Proprio come le banche. E, invece, nel 2015, solo 17 professionisti palermitani si sono mossi». LEGGI TUTTO
Sicilia Journal 29/07/16
Cosa nostra continua ad avere una grande capacità di riorganizzarsi, nonostante arresti e processi: la trasferta della commissione parlamentare antimafia ha sancito questa certezza. «Non è più la Cosa nostra delle stragi – ha detto il presidente Rosy Bindi – ma la Cosa nostra degli affari».
Affari realizzati grazie a insospettabili complicità. Il giornalista del quotidiano la Repubblica Salvo Palazzolo ha raccontato la cronaca e i retroscena dell’evoluzione della realtà mafiosa in vari libri, l’ultimo con il pm palermitano Nino Di Matteo, “Collusi”. Gli abbiamo chiesto quanto pesano le parole pronunciate da magistrati e investigatori davanti all’Antimafia.
Il comandante della Guardia di Finanza di Palermo, il generale Giancarlo Trotta, ha denunciato che i professionisti siciliani fanno ancora troppo poche segnalazioni per operazioni sospette. Il segnale di una nuova omertà intellettuale?
«Persino le banche, negli anni scorsi nel mirino di feroci critiche da parte dei magistrati, si sono messe in regola con le segnalazioni di operazioni sospette. Per i professionisti palermitani, invece, la mafia sembra non esistere. Questo dice l’analisi della Finanza, uno spunto di riflessione allarmante, che però non ha aperto un adeguato dibattito. Per legge, dottori commercialisti, ragionieri, avvocati, notai e consulenti del lavoro, sono tutti ormai obbligati per legge a segnalare i clienti in odor di riciclaggio. Proprio come le banche. E, invece, nel 2015, solo 17 professionisti palermitani si sono mossi». LEGGI TUTTO
Sicilia Journal 29/07/16
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