di KATYA MAUGERI
PALERMO – Auto incendiata, attentato intimidatorio, attacchi a seguito di articoli, pensieri condivisi, segnali inequivocabili a Corleone, nel paese del capo dei capi che in passato ha conosciuto vittime di sindacalisti coraggiosi come Placido Rizzotto, ma c’è chi dinanzi a certi crudeli avvertimenti decide di proseguire per la propria strada, scegliendo la via della legalità, dell’informazione, della lotta alla mafia.
È il caso di Dino Paternostro: giornalista, direttore del giornale online Città nuove, responsabile del dipartimento Legalità della Cgil di Palermo e autore dei testi A pugni nudi. Placido Rizzotto e le lotte popolari a Corleone nel secondo dopoguerra, L’antimafia sconosciuta. Corleone 1893-1993, Il sogno spezzato, La spada e la croce. Fra’ Bernardo da Corleone, Disobbedienti a Corleone. A lui abbiamo rivolto alcune domande relative alla metamorfosi della realtà mafiosa e al silenzio – assordante – di coloro che preferiscono tacere, rivolgendo lo sguardo lontano, ignari che la mafia è anche “cosa loro”. (LEGGI TUTTO) SiciliaJournal, 20/07/16
PALERMO – Auto incendiata, attentato intimidatorio, attacchi a seguito di articoli, pensieri condivisi, segnali inequivocabili a Corleone, nel paese del capo dei capi che in passato ha conosciuto vittime di sindacalisti coraggiosi come Placido Rizzotto, ma c’è chi dinanzi a certi crudeli avvertimenti decide di proseguire per la propria strada, scegliendo la via della legalità, dell’informazione, della lotta alla mafia.
È il caso di Dino Paternostro: giornalista, direttore del giornale online Città nuove, responsabile del dipartimento Legalità della Cgil di Palermo e autore dei testi A pugni nudi. Placido Rizzotto e le lotte popolari a Corleone nel secondo dopoguerra, L’antimafia sconosciuta. Corleone 1893-1993, Il sogno spezzato, La spada e la croce. Fra’ Bernardo da Corleone, Disobbedienti a Corleone. A lui abbiamo rivolto alcune domande relative alla metamorfosi della realtà mafiosa e al silenzio – assordante – di coloro che preferiscono tacere, rivolgendo lo sguardo lontano, ignari che la mafia è anche “cosa loro”. (LEGGI TUTTO) SiciliaJournal, 20/07/16
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