L'articolo del Giornale di Sicilia, 24 giugno 2016 |
MARIO MIDULLA
Per l'acqua un comitato di cittadini chiede
l’intervento del prefetto e indice un'assemblea per sabato 25 giugno alle ore 17,00, al centro sociale di Santa Lucia.
CORLEONE - Il gruppo consiliare del Partito
Democratico composto da Dino Paternostro, Salvatore
Schillaci, Benedetto Gambino e Pio Siragusa, ha presentato le dimissioni con una nota protocollata
presso l’ufficio di presidenza del consiglio comunale. Anche se da tempo questa
notizia circolava negli ambienti politici locali, solo ieri è stata
formalizzata ufficialmente.
Ormai si attende con ansia l’esito della
visita degli ispettori del ministero dell’Interno, inviati dal ministro
Angelino Alfano, che hanno indagato su presunte infiltrazioni mafiose
nell’ambito dell’attività amministrativa della città e che da due mesi hanno
lasciato gli uffici comunali dopo aver ultimato il loro accesso agli atti. Nel
comunicato depositato nella segreteria, vengono spiegate le principali
motivazioni del gesto, dove “i consiglieri comunali del
Pd prendono atto che ormai da tempo la città di Corleone non è più amministrata
e si trova allo sbando, mentre le tasse sono al massimo, l’economia è
paralizzata, i servizi essenziali come l’acqua vengono a mancare, l’ordinaria
manutenzione delle strade, ormai piene di buche, non viene garantita, la
raccolta dei rifiuti continua da oltre 15 mesi con il sistema dell'emergenza
che lascia le strade sporche e non garantisce la raccolta differenziata, con la
conseguenza che il comune dovrà pagare una maxi-multa che aumenterà ancora di
più le bollette per i cittadini”.
Tra le altre cause del gesto, si legge: “Non possiamo certo essere noi
a stabilire come siano andati realmente i fatti del presunto “inchino" - si
ribadisce nella lettera - e non possiamo certo essere noi a scoprire se c’è o
non c’è mafia all’interno del comune di Corleone. Saranno le forze dell’ordine,
la magistratura e gli ispettori ministeriali, ai quali ci affidiamo con fiducia
e ai quali chiediamo di fare presto e bene il loro dovere, a fare piena luce su
quanto accade a Corleone”.
È lo stesso segretario del Pd locale a spiegare: “Abbiamo deciso di
dimetterci come atto estremo per impedire che continuasse ancora questo
disastro. A Corleone non funziona niente. Spero che il sindaco e chi ancora la
sostiene si rendano conto che l'unico gesto di umiltà e d'amore verso la città è
che anche loro rassegnino le loro dimissioni e si dia la parola agli elettori
prima che sia troppo tardi”. Mentre Dino Paternostro, capo gruppo consiliare afferma:
“É importante che il partito, sia a livello provinciale che a livello
nazionale, stia condividendo la nostra iniziativa per liberare Corleone da
un'amministrazione comunale inefficiente e dannosa per i cittadini. Questo ci
dà la forza e la determinazione necessarie per pensare all'impegnativo lavoro per
ricostruire un rapporto positivo tra le istituzioni e i cittadini, tra la città
di Corleone e il mondo”. E come se non bastasse, arriva la richiesta del
comitato “Liberi cittadini corleonesi”, dopo tre settimane di emergenza idrica
in diverse zone della città, dove in un comunicato “chiedono l’intervento del
Prefetto di Palermo, affinché si faccia chiarezza anche riguardo della
contrattualizzazione di Amap da parte del Comune di Corleone e sperano che
venga presa in considerazione la possibilità di gestire direttamene il servizio
idrico come avveniva in passato prima che l’acqua pubblica fosse affidata a
società partecipate”.
Dopo la riparazione dell’ultimo guasto, si sta comunque tornando ad un
regime di distribuzione dell’acqua che dovrebbe garantire, nei prossimi giorni,
un graduale ritorno alla normalità.
Mario
Midulla
Giornale di Sicilia, Venerdì 24 Giugno
2016
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