PALERMO
- La salvezza per 199 lavoratori ex Aps si avvicina sempre di più. Al termine
di una lunga giornata di trattative, Amap e le organizzazioni sindacali
sembrano aver trovato un accordo che potrà essere ufficializzato lunedì mattina dopo alcune conferme di
natura legale chieste dalla curatela. Tutto però fa presagire il lieto fine per
una vicenda che si trascina da anni e che rischiava di lasciare a casa 81
dipendenti. La
partecipata del comune di Palermo, infatti, ha a disposizione per il personale
ex Aps solo 4,7 milioni di euro per il 2016 che sarebbero bastati per 118
dipendenti full time, con il conseguente licenziamento degli altri 81. Grazie a
tutta una serie di sacrifici, fra tagli ai salari e rinunce per almeno due
anni, i fondi dovrebbero bastare per tutti. Se lunedì arriverà il via libera
definitivo, si potrà procedere all’assunzione a tempo indeterminato in Amap.
La
bozza di accordo prevede una riduzione dell'orario di lavoro e dei livelli
rispetto ai precedente inquadramento in Aps, la rinuncia all’indennità mensa,
la mancata estensione della contrattazione di secondo livello, un livello in
meno a partire dal quarto, quattro settimane di ferie, una banca ore per
sfruttare le eccedenze come compensativi e una riduzione dell’orario del 10%
per gli operai, del 35% per gli impiegati tecnici e del 40% per gli
amministrativi, oltre a incentivi per chi va in pensione entro due anni. In
soldoni, i dipendenti dovranno fare sacrifici per i prossimi due anni
accettando le decurtazioni salariali: nel frattempo il Comune userà le economie
derivanti dai pensionamenti Amap e l’ingresso di altri comuni oltre i 33
(sempre che avvenga) per riportare le retribuzioni al giusto livello.
"Un
ulteriore importante passo avanti verso l'obiettivo dell'Amministrazione
comunale di Palermo e dei 33 comuni che fanno parte del capitale sociale
dell'Amap, ossia garantire la sostenibilità economica dell'azienda e allo
stesso tempo garantendo i livelli occupazionali - commenta il sindaco Leoluca
Orlando - Prende sempre più concretamente corpo la più grande azienda di
gestione interamente pubblica dell'acqua, in Italia seconda soltanto all'acquedotto
pugliese, che serve una intera regione. Lasciamo alle spalle della comunità
metropolitana di Palermo, anche in questo caso, vergognose e fallimentari
gestioni, mortificate da interessi privati totalmente incompatibili con la
garanzia dell'acqua pubblica come diritto di tutti. Un esempio della realtà
palermitana, concreta alternativa all'attuale gestione, inefficiente e costosa
a danno dei cittadini, del servizio idrico integrato in altre parti della
Regione".
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