di STEFANIA BRUSCA
Cronaca – Il passo indietro del consigliere è
stato annunciato venerdì nel corso dell'ultima seduta, in polemica
con la delibera della giunta di presentare una querela contro La Repubblica
per aver diffuso la notizia sul presunto inchino durante
la processione di San Giovanni dello scorso 31 maggio. Altri cinque
potrebbero seguirlo
Lascia la
carica di consigliere comunale di Corleone Dino Paternostro, storico
sindacalista e responsabile legalità della Cgil. La decisione è stata
annunciata nel corso dell'ultima seduta di venerdì scorso, in polemica con la
decisione della giunta, «che ha votato le delibere numero 80 e 84 del 7 e
9 giugno, con cui decideva di proporre una querela contro Salvo Palazzolo
de La Repubblica che aveva diffuso la notizia sulla processione di San
Giovanni dello scorso 31 maggio, poi ripresa da altri giornali», afferma
Paternostro. «Ho dovuto constatare - aggiunge l'ormai ex
consigliere comunale - che si procede alla querela nei confronti del
mondo dell'informazione, mentre il Comune non si costituisce parte civile
contro i mafiosi, e mi sono chiesto cosa ci facessi io all'interno di questa
istituzione».
Prima di
questa decisione, Paternostro era stato al centro di un'altra polemica
rispetto alla vicenda del presunto Inchino davanti alla
casa di Ninetta Bagarella. «Mi ero limitato a condividere
l'articolo di Palazzolo su Repubblica e in molti, tra cui il genero del
boss mafioso Toto Riina (Tony Ciavarello ndr) hanno scatenato
una campagna contro l'informazione e contro di me, colpevole di
aver agito contro il buon nome di Corleone». Poi Paternostro
sottolinea: «Da tanti anni ritengo che il modo migliore per difendere
il buon nome di Corleone sia quello di essere i primi noi a gridare che qui c'è
mafia, ovviamente aggiungendo che qui c'è anche chi questa mafia vuole
combatterla. Fare una battaglia culturale e civile, per fare in modo che
venga fuori la Corleone democratica, che si vuole aprire al mondo, piuttosto
che quella oscurantista, che si chiude, che denuncia i giornali, credo che
sia un nostro dovere».
Ora cinque
consiglieri dei democratici potrebbero scegliere di rinunciare
all'incarico. «C'è il gruppo Pd che sta pensando di dimettersi -
aggiunge Paternostro - pare che stiano aspettando solo di raccordarsi a
livello nazionale e di fare un'iniziativa a Palermo, d'intesa anche con
il segretario provinciale, per presentare tutti, pubblicamente, le
dimissioni alla presenza di David Ermini, il
responsabile nazionale Giustizia del partito. Mi pare che si muovano in
questa direzione. Comunque sia io la mia scelta l'ho fatta». Dal punto di vista
tecnico-giuridico «non ci sarebbe una conseguenza immediata - rivela
Paternostro - noi siamo minoranza. Ma bisogna considerare
che il Consiglio comunale si trova già da tre mesi nell'impossibilità
di sostituire due membri dimissionari perché nessuno accetta di
subentrare nella carica. Se lo stesso dovesse succedere con me o con i
consiglieri del Pd che eventualmente dovessero dimettersi, è chiaro che ci si
avvierebbe verso lo scioglimento del Consiglio comunale».
meridionenews, 14 Giugno 2016
http://palermo.meridionews.it/articolo/44496/inchiesta-spese-pazze-allamia-sette-a-processo-per-viaggi-lusso/
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