di ANTONIO
MERCURIO
CRONACA –
Il terzo episodio nel giro di pochi giorni e il settimo in appena due
settimane. Il segnale che la mafia continua a controllare il territorio.
Mercoledì prossimo la manifestazione «per sollecitare l'intervento dello Stato»
Continuano senza sosta i raid contro il centro
Padre Nostro di Brancaccio, finito ancora una volta nel
mirino dei vandali che ieri sera hanno rotto uno lampioncino nel
piazzale Anita Garibaldi. Qui, infatti, si trova il giardino
dedicato al Beato Giuseppe Puglisi, che è illuminato da cinque
punti luce. Si tratta del terzo episodio nel giro di pochi
giorni e del settimo in appena due settimane. Il segnale che
la mafia continua a controllare il territorio, anche grazie anche al clima
di omertà che accompagna questi episodi. «Ieri sera - ha raccontato a MeridioNews il
direttore del centro Maurizio Artale - poco dopo le 23 mi
sono accorto che avevano rotto un lampioncino che dà su piazzale Anita
Garibaldi. E come al solito nessuno aveva visto o notato qualcosa nonostante
la sera la piazza brulichi di persone che portano a passeggio il cane o si
affacciano alla finestra».
Si tratta dell’ultimo episodio, in ordine di tempo, dei raid subiti in
questi mesi dal centro. L’altro ieri due bottiglie di birra sono
state lanciate, in due momenti diversi, contro la struttura fondata da don
Pino Puglisi. Ancora prima lasparizione della rete e dell’impianto di
illuminazione di un campetto in costruzione e, infine, il furto ai
danni del centro per anziani, anche questo in via di costruzione. «Due
settimana fa - ha detto - ignoti hanno portato via 30 sacchi di cemento,
una carriola e diverse reti elettrosaldate dal centro
aggregativo diurno per anziani. Il colmo è che anche in quella occasione
nessuno ha visto niente. Eppure, per portare via tutto quel materiale hannoutilizzato
sicuramente un camion, ma nessuno si è sentito in dovere di segnalare
qualcosa».
Episodi che sicuramente non hanno scoraggiato gli operatori e i volontari
del centro, ma che certamente hanno contribuito a diffondere un senso
di frustrazione, al punto che Artale ha smesso da tempo di sporgere
denuncia contro questi atti vandalici. «L’obiettivo di questi raid è duplice -
ha spiegato - da un lato stancarci, dimostrando che quando c’era la
mafia che controllava il territorio si stava meglio, perché il centro Padre
Nostro è l’unico presidio di legalità nel quartiere. Dall’altro educare i
ragazzini, poco più che undicenni, prima con piccoli atti intimidatori, poi con
l’attack nei lucchetti fino ad ammazzare: è la scuola della manovalanza
della mafia. E lo Stato non fa nulla: se dopo 85 denunce in
vent’anni non ne hanno mai preso uno, crescono con l‘idea di essere invincibili.
Non a caso - ha aggiunto - da tempo avverto le forse dell'ordine ma non
denunzio più: a che servirebbe? Solo a ingolfare i tribunali».
Proprio per sollecitare un intervento da parte dello Stato, il consiglio
direttivo del centro Padre Nostro ha stabilito di svolgere un sit-in davanti
la Prefettura: «Si terrà il 22 giugno, dalle
9 alle 19: dieci ore di solidarietà per il centro Padre
Nostro. Abbiamo già chiesto l'autorizzazione per il corteo e per l'occupazione
del suolo pubblico. Al termine, dopo le 20 - ha concluso - ci sarà una veglia
nel cantiere in memoria di don Pino».
Meridionews.it, 16 GIUGNO 2016
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