mercoledì, maggio 25, 2016

Sottoscritto un protocollo d'intesa sulla gestione e lo sviluppo delle aziende confiscate tra il Tribunale e Cgil, Cisl, Uil Palermo

La firma del protocollo d'intesa
CGIL-CISL-UIL: .“E' IL PRIMO PROTOCOLLO DI QUESTO GENERE SIGLATO IN ITALIA. IL MODO MIGLIORE PER RICORDARE GIOVANNI FALCONE”.Palermo 24 maggio 2016 - Sottoscritto oggi pomeriggio tra il Tribunale di Palermo e le organizzazioni sindacali Cgil Cisl e Uil Palermo il protocollo di intesa per la gestione e lo sviluppo delle aziende confiscate e sequestrate Per il Tribunale era presente il presidente Salvatore Di Vitale e per le organizzazioni sindacali i segretari di Cgil Cisl Uil Palermo . All'incontro ha partecipato anche il presidente della sezione Misure di prevenzione Salvatore Montalbano. Il protocollo è il primo del genere sottoscritto in Italia tra un Tribunale e le organizzazioni confederali di Cgil Cisl e Uil. “Questa firma, che avviene così a ridosso dell'anniversario della strage di Capaci, è il modo migliore per onorare Giovanni Falcone e gli uomini della sua scorta – commentano con soddisfazione il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo e il rappresentante della segreteria Cgil Palermo Mario Ridulfo, la segretaria generale Cisl Palermo Trapani Daniela De Luca e il rappresentante Uil Palermo Salvatore Alba -
Abbiamo attraversato in questi anni una lunga fase di rodaggio nella gestione dei beni e delle aziende sequestrate e confiscaste. E' un fenomeno tutt'altro che marginale a Palermo ed è necessario che queste aziende, spesso imprese dai capitali di miliardi di euro, siano gestite secondo criteri assolutamente manageriali per salvaguardare la produttività e naturalmente tutelare i posti di lavoro. Come sindacalisti abbiamo fatto pratica sul campo di tutela di diritti in condizioni di forte disagio per i lavoratori, legate alle situazioni sospese da anni, in una sorta di limbo (spesso la fase che dal sequestro porta alla confisca dura anche dieci anni), che determina quel clima di sfiducia nei lavoratori che non fa bene alle ragioni della lotta alla mafia”.

“Oggi – aggiungono gli esponenti di Cgil Cisl Uil Palermo - siamo in una fase nuova per cui occorre mantenere alto l'impegno delle istituzioni, delle forze politiche, dell'associazionismo democratico della società civile nella lotta contro le mafie. Le aziende sequestrate e confiscate sono un bene di tutti e se ben gestite rappresentano una concreta opportunità di lavoro. Per questo si avverte il bisogno di passare dalla fase della 'gestazione' alla fase del rilancio vero delle aziende e dei lavoratori coinvolti, con nuovi modelli che superino i limiti e gli errori del passato. Il protocollo – continuano il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo e il rappresentante della segreteria Cgil Palermo Mario Ridulfo, la segretaria generale Cisl Palermo Trapani Daniela De Luca e il rappresentante Uil Palermo Salvatore Alba - serve a dare la possibilità a ciascuno di indicare soluzioni e azioni positive, condividendo e sostenendo le aziende anche attraverso le esperienze già fatte e utilizzando sempre le norme e i contratti. Tra le esperienze maturate negli ultimi tempi, ad esempio, c'è il recente sequestro del bar San Domenico e grazie all'accordo con il sindacato si procede verso una ripresa”.

IL PROTOCOLLO- Il protocollo stabilisce che nella sede del Tribunale di Palermo venga istituto un ufficio per le Attività produttive e sindacali. Ne faranno parte il presidente del Tribunale, che lo presiede, e i segretari provinciali di Cgil Cisl e Uil. L'ufficio ha il compito di definire linee di azioni e analisi sullo stato e sulle problematiche delle aziende sequestrate e monitorate l'andamento della gestione e dello sviluppo produttivo delle imprese in amministrazione giudiziaria. Il presidente del Tribunale si impegna a perseguire un approccio manageriale nell'amministrazione delle imprese; a ridurre tempi di gestione dei sequestri; a pubblicare presso il sito del Tribunale, presso una apposita sezione riservata, l'elenco delle aziende distinte per tipologia merceologica dei dipendenti con i relativi profili professionali; a sostenere piani industriali di sviluppo per le aziende sottoposte a sequestro; a instaurare rapporti con il sistema della bilateralità, per produrre azioni di crescita professionale dei dipendenti delle aziende sequestrate; ad allestire una banca dati con l'indicazione dei beni presenti sul territorio per seguirne l'iter procedurale e favorire l'utilizzo dei beni immobili per fini istituzionali.

Le organizzazioni sindacali, in forza dell'esperienza maturata sul campo, forniranno il proprio contributo per la definizione dei meccanismi di intervento, sia per la gestione delle aziende sia per tutelare l'occupazione che il valore economico dell'impresa, impegnandosi fin dal primo giorno del sequestro a un confronto sulla gestione dei beni confiscati, al fine di valutare prospettive, obiettivi e strumenti necessari. I sindacati si impegnano a realizzare, attraverso le proprie strutture, iniziative di assistenza e supporto durante le fasi di sequestro e confisca e a svolgere attività di tutela individuale.


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