I Cantieri navali di Palermo |
“Presto partirà la causa contro questo
licenziamento illegittimo”, dice il sindacato.
Palermo 30 maggio 2016 – La Rsu della Fiom Cgil ha promosso una
cassa di resistenza in favore di Giuseppe Muzio, l'operaio licenziato da
Fincantieri venti giorni fa. L'iniziativa di solidarietà, adottata dai
metalmeccanici, con un conto corrente, ha lo scopo di dare un sostegno
all'operaio di 41 anni, dipendente di Fincantieri da più di 11 anni, e padre di
due bambini. “La cassa di resistenza è aperta a tutti, sia ai lavoratori del
cantiere che dell'indotto. Ogni mese verseranno una quota per dare un aiuto a
Giuseppe Muzio, a sua moglie e ai suoi due figli. Stiamo raccogliendo le
adesioni e riscontrando una grande sensibilità tra tutti i colleghi”, dichiara
Francesco Foti, segreteria Fiom Cgil Palermo.
Nel frattempo la Fiom ha deciso di muoversi sul versante legale.
“Vista l'indisponibilità dell'azienda a reintegrare il lavoratore – continua
Foti - la Fiom, assistita dall'avvocato Marcello Costa, farà partire una causa
legale contro il licenziamento illegittimo deciso dall'azienda”.
Muzzio, ex tubista, dopo l'infarto aveva abbandonato le mansioni
pesanti ed era stato spostato in un luogo più idoneo, al magazzino. A metà
aprile gli impongono un cambio di orario di lavoro, uno spostamento dal turno
delle 14-22 al turno notturno. E una notte Giovanni Muzzio sta male, viene
visitato in infermeria, assume dei farmaci per fare scendere la pressione. E
torna in magazzino. Tre sorveglianti e un capo reparto dichiareranno di averlo
trovato che dormiva. L'11 maggio gli viene consegnata la lettera di
licenziamento. Il 13 maggio al Cantiere navale scoppia la protesta: viene
proclamato uno sciopero generale di 8 ore per manifestare solidarietà a
Giuseppe Muzio. L'adesione è totale. La Fiom chiede l'immediato reintegro del
lavoratore e denuncia un clima poco sereno dentro il cantiere, con quotidiane
contestazioni da parte della sorveglianza nei confronti dei lavoratori del
Cantiere e dell'indotto.
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