Un momento della cerimonia al giardino della memoria |
Palermo
16 maggio 2016 - “Oggi siamo qui per ricordare la storia di Salvatore Carnevale
e di sua mamma Francesca Serio. Carnevale fu colpito da sei colpi di lupara, i
due colpi che lo uccisero furono indirizzati in bocca e alla testa. Una
simbologia ben precisa, gli dissero di smettere di parlare e di usare
l'intelligenza – ha detto oggi il segretario Cgil Susanna Camusso, ricordando
Salvatore Carnevale prima al Giardino della Memoria di Ciaculli, poi nella
chiesa madre di Sciara e poi al cippo a Cozzi Secchi, nelle campagne di Sciara
- E nella storia di Carnevale è importante la figura della sua straordinaria
madre, che non rinuncia a chiedere giustizia e a accusa i killer facendo i loro
nomi. GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO
Il messaggio che ci lascia Carnevale è per noi incancellabile: il
percorso della memoria ci indica la strada della nostra militanza, la necessità
di non abbassare la guardia. Nel Giardino della memoria oggi abbiamo piantato
un albero e scolpito una targa per dimostrare l'importanza della memoria, per
tenere viva una storia di lotta e di sacrifici. La lotta per i diritti dei
lavoratori che ci ricorda quanto oggi, nelle infinite vertenze aperte e nel
nostro contrasto ai modelli sbagliati, ai tagli praticati al posto degli
investimenti, al caporalato nelle campagne, sia importante continuare ad avere
un'idea precisa di legalità”. “C'è chi dice – ha aggiunto Susanna Camusso – che
quelle lotte contadine subirono una sconfitta. Quegli uomini non furono eroi
solitari, guidavano le masse. Non furono dei vinti. Invece dobbiamo essere
grati a quelle lotte per lo straordinario cambiamento che introdussero”.
“Salvatore Carnevale - ha aggiunto ancora il segretario generale della Cgil,
Susanna Camusso - era consapevole dei rischi che comportava quella sua attività
certosina e minuziosa di sindacalista coraggioso, sempre accanto ai più deboli,
sempre vicino ai contadini che venivano sfruttati e sottopagati. Il sindacato
ringrazia i cronisti ed i magistrati che in questo luogo stanno raccogliendo
l'Italia migliore, quell'Italia che ha dichiarato guerra alla mafia e che non è
mai scesa a patti con i boss”.E ha aggiunto Enzo Campo, conversando con i ragazzi delle scuole di Sciara: “L'unità del mondo del lavoro è la condizione per portare avanti la nostra battaglia. Allora come oggi esiste un movimento fatto di edili, metalmeccanici, contadini che continua a lottare nelle mille vertenze quotidiane per rimettere al centro il valore del lavoro, come forma di emancipazione per il raggiungimento della libertà dell'uomo. Stiamo lottando per i lavoratori del call center Almnaviva, per chiedere per loro un lavoro e un salario dignitosi, un lavoro rispettoso di leggi e contratti. Vogliamo tenere alta la bandiera che Turiddu Carnevale aveva sollevato nel vostro paese per chiedere il riconoscimento dei diritti”.
Salvatore Carnevale e mamma Francesca erano stati "raccontati" al giardino della memoria da Dino Paternostro, responsabile del dipartimento legalità della Camera del lavoro di Palermo. "Turiddu e mamma Francesca - ha detto Paternostro - sono stati resi immortali dallo scrittore Carlo Levi, col libro "Le parole sono pietre", e dal poeta Ignazio Buttitta, con la poesia "Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali"...
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