Nino Gennaro e Massimo Verdastro in una foto dei primi anni '90 |
"Non ho tempo di badare ai miei killer", di
Massimo Verdastro e Giuseppe Cutino: è l’omaggio del Teatro Biondo di Palermo al poeta
Nino Gennaro.
A vent’anni dalla sua scomparsa, il Teatro Biondo di Palermo, in collaborazione con la Compagnia di Massimo Verdastro, rende omaggio a Nino Gennaro, poeta eccentrico e anticonvenzionale, corleonese di nascita e palermitano di adozione, testimone e cantore di un’umanità tanto “esclusa” quanto vitale e creativa. Autori e registi dello spettacolo “Non ho tempo di badare ai miei killer”, che comprende alcuni testi di Gennaro e che debutta in prima nazionale nella Sala Strehler del Teatro Biondo mercoledì 11 maggio 2016, sono Massimo Verdastro e Giuseppe Cutino. Interpretato dallo stesso Verdastro, che per anni si è dedicato alla divulgazione e interpretazione dell’opera di Gennaro, e da Giuseppe Sangiorgi, lo spettacolo si avvale delle scene di Giuseppe Marsala, dei costumi di Daniela Cernigliaro, delle luci di Giuseppe Calabrò e dei movimenti coreografici di Alessandra Fazzino. Repliche fino al 15 maggio.
“Non ho tempo di badare ai miei killer” è una frase
dello stesso Gennaro, non priva di ironia, coniata durante gli anni della
malattia e presente in uno dei suoi ultimi scritti, il libretto Gioiattiva,
opera amanuense replicata in oltre duemila esemplari.A vent’anni dalla sua scomparsa, il Teatro Biondo di Palermo, in collaborazione con la Compagnia di Massimo Verdastro, rende omaggio a Nino Gennaro, poeta eccentrico e anticonvenzionale, corleonese di nascita e palermitano di adozione, testimone e cantore di un’umanità tanto “esclusa” quanto vitale e creativa. Autori e registi dello spettacolo “Non ho tempo di badare ai miei killer”, che comprende alcuni testi di Gennaro e che debutta in prima nazionale nella Sala Strehler del Teatro Biondo mercoledì 11 maggio 2016, sono Massimo Verdastro e Giuseppe Cutino. Interpretato dallo stesso Verdastro, che per anni si è dedicato alla divulgazione e interpretazione dell’opera di Gennaro, e da Giuseppe Sangiorgi, lo spettacolo si avvale delle scene di Giuseppe Marsala, dei costumi di Daniela Cernigliaro, delle luci di Giuseppe Calabrò e dei movimenti coreografici di Alessandra Fazzino. Repliche fino al 15 maggio.
Lo spettacolo recupera alcuni dei testi più rappresentativi di Nino Gennaro: “Una divina di Palermo”, che rivelò la forza poetica e drammaturgica dello scrittore di Corleone, “La via del sexo”, “Rosso Liberty”, ed altri scritti editi e inediti. Un corpus in grado di offrire una visione ampia e approfondita del lavoro di un autore che ancora oggi si rivela di sorprendente attualità. Brani di diversa natura, che trattano gli argomenti più disparati, con i modi e i registri più diversi, ma con una comune urgenza: “l’urgenza di essere detti”.
“Teatrosi”, dice l’autore dei suoi scritti: poesie, stralci di diario, racconti, dialoghi, parole inventate, tenere e arrabbiate, che sono commozione, ironia, disperazione, impegno sociale e politico. L’attore si fa corpo di questa urgenza, la porta in scena e la vive su di sé.
Il titolo dello spettacolo non si riferisce soltanto a un fisico minato dall’AIDS, ma a tutti quei fattori che oggi determinano l’assopimento delle coscienze; da qui la necessità di combattere questi attacchi anche ignorandoli, rivendicando il diritto alla “gioia di vivere”, nonostante tutto.
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