Michele Pagliaro, segretario generale Cgil Sicilia |
Palermo, 6 aprile- “Cercare di fare
audience a tutti i costi è assurdo e ancora di più lo è quando questo avviene
nella televisione pubblica. Per un’Organizzazione come la nostra che
combatte la mafia e ha pagato per questo un alto tributo di sangue vedere sul
palcoscenico Rai il figlio di Totò Riina è stato come ricevere uno schiaffo”:
lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro.
“Amplificare, trasmettendola al grande pubblico, la voce di chi è stato
condannato per associazione mafiosa e non ha mai preso le distanze dalle azioni
efferate del padre- aggiunge Pagliaro- è come legittimare un modo di essere che
noi condanniamo e contro cui ci battiamo. No, questo la Rai non doveva farlo,
chi si batte per fare scomparire la mafia si aspetta che le uniche voci vicine
alla mafia che meritano di essere amplificate siano voci di presa di distanze,
di pentimento, di condanna della mafia anche quando questa ha il volto del
proprio padre”.
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