IL 29 ASSEMBLEA SUI BENI CONFISCATI.
CONFRONTO CON I LAVORATORI DELLE AZIENDE CONFISCATE E I RAPPRESENTANTI DI
COMUNE, AGENZIA, COOPERATIVE, ASSOCIAZIONI, SINDACATI “IN RICORDO DI PIO LA
TORRE IO RIATTIVO IL LAVORO”
Palermo 28 aprile 2016 – Il punto sulla gestione delle aziende
confiscate sarà fatto a Palermo domani, 29 aprile, allo scopo di ricordare di
Pio La Torre, autore della legge sulla e confische, e Rosario Di Salvo, uccisi
il 30 aprile 1982. A Palazzo Cefalà, in via Alloro 99, domani ore 16 la Fillea
e la Cgil organizzano un'assemblea pubblica con la partecipazione dei
lavoratori delegati di diverse aziende sotto sequestro e confiscate, come Ati
Group, Tecnis, cave Acri di Marineo, Immobiliare Strasburgo, cave sequestrate
alla famiglia Buttitta di Bagheria. A confronto el opinioni di un parterre
rappresentato dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, dal direttore
dell'Agenzia per i Beni Confiscati Umberto Postiglione, dal segretario Cgil
Palermo Mario Ridulfo, da esponenti del mondo delle cooperative, Gaetano
Salpietro, presidente della cooperativa Olimpo e Filippo Parrino, presidente di
Lega Coop Palermo, da Vito Lo Monaco del centro Pio La Torre. Presiede i lavori
il segretario generale della Fillea Cgil Sicilia Franco Tarantino. Introduce il
segretario Fillea Cgil Palermo Francesco Piastra. Conclude il segretario Fillea
nazionale Salvatore Lo Balbo.
Un confronto a più voci dal titolo “In ricordo di Pio la Torre e
Rosario di Salvio Io riattivo il lavoro. Le aziende sequestrate confiscate
devono produrre e creare nuove opportunità di lavoro e sviluppo” . Si
tratta della prima occasione di dibattito sullo stato delle aziende sequestrate
alla mafia dopo la bufera giudiziaria che ha investito i vertici delle Misure
di prevenzione del Tribunale di Palermo e portato alla sostituzione di diversi
amministratori giudiziari. “La vigilia del 34° anniversario dell'omicidio
dell'autore della legge sulla confisca dei beni dei mafiosi per noi diventa
l'occasione per una riflessione oltre che sull'azione repressiva portata avanti
dalle Procure, specie nel Meridione, con i sequestri dei patrimoni mafiosi,
anche sulla seconda fase: la riattivazione del lavoro nelle aziende per
risanare l'economia. E' il passaggio successivo che bisogna seguire con
attenzione: dobbiamo arrivare all'obiettivo di fare vivere le imprese, affinché
si recuperi in pieno la produzione delle aziende confiscate. Solo così,
ridistribuendo lavoro e ricchezza, si dispiegano appieno le finalità della
lotta alla mafia nel campo dei sequestri – dichiara Francesco Piastra -
Purtroppo ancora la gran parte delle aziende confiscate arriva decotta alla
confisca definitiva. E la destinazione finale in gran parte dei casi coincide
con la messa in liquidazione e con il licenziamento dei lavoratori. La stessa
cosa vale per le aziende sequestrate. Come La Tecnis che, coinvolta in una
vicenda giudiziaria complessa, ha grosse difficoltà a continuare le opere nella
nostra città ma anche nel resto d'Italia. Tante aziende tentano di stare sul
mercato ma durante la fase del sequestro e della confisca, i rapporti con le
banche si deteriorano”.
All'iniziativa saranno presenti, tra gli altri, i lavoratori
dell'azienda Ati Group, che di recente hanno costituito una cooperativa per il
ramo edile e metalmeccanico: è in corso una discussione con l'Agenzia perché la
cooperativa riceva in dote delle commesse per una start-up di due anni.
Nella banca dati del
ministero di Grazia e Giustizia sono 1.388 le aziende che potrebbero essere
date in gestione a coop di lavoratori o vendute a terzi. Intanto il numero dei
procedimenti di prevenzione aumenta. Nel quinquennio 2011-2015 su 2.805 nuovi
procedimenti registrati in Italia, il 72 per cento dei casi, circa 2.024, i
riguardano le aree del Sud. Nel 2014, su 185 procedimenti nel distretto Isole,
Palermo ha registrato 147 nuovi procedimenti avviati. E nel quadriennio
2011-2014 in Italia si registrano 800 nuovi provvedimenti rispetto al
quinquennio precedente: si è passati da 1.544 del 2008-2011 a 2.336. “Le
aziende nel 90 per cento dei casi dopo la confisca vengono messe in
liquidazione. L'immobiliare Strasburgo è una di queste aziende per cui
l'Agenzia ha deliberato l'avvio della liquidazione. Il futuro di 33 lavoratori
è incerto. E' necessario - continua il segretario Fillea Francesco Piastra -
cambiare strategia. Il sequestro non deve decretare la morte dell'impresa ma
deve segnare l'inizio di un percorso di risanamento per l'azienda per poter
continuare a produrre. Il ruolo dell'amministratore giudiziario deve essere
distinto da quello del curatore fallimentare: servono amministratori manager capaci
di riposizionare l'azienda sul mercato”.
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