La lotta all’illegalità, da Castelvetrano a Corleone,
tra paradossi e difficoltà croniche
di FELICE CAVALLARO
La rivolta
dei consiglieri comunali di Castelvetrano che si dimettono (quasi) in blocco
per sciogliere l’istituzione pur di non farla sopravvivere con la presenza di
un consigliere pronto a vantarsi dell’amicizia dell’imprendibile boss di Cosa
nostra Matteo Messina Denaro può essere considerata la prova di quanto sia
cambiata in meglio la Sicilia. Ma da un’altra prospettiva dimostra esattamente
il contrario la storia di questo consigliere sopra le righe, Calogero
Giambalvo, intercettato quando giurava di essere disposto «a rischiare 30 anni
di galera per nascondere Matteo», arrestato, processato e assolto perché
sostanzialmente considerato un millantatore. Una lettura double-face anche se
il sindaco Felice Errante, da ieri rimasto in carica senza consiglio comunale,
esulta convinto che abbia vinto «la buona politica».
Double-face perché questo
giovane smargiasso che pure si sfogava auspicando l’uccisione del figlio di un
pentito lanciatosi contro il grande capo alle elezioni non era nemmeno stato
eletto. O meglio era rimasto in coda come primo dei non eletti. E se è entrato
in Consiglio lo si deve al fatto che, pressato dal capo corrente di Giambalvo,
il deputato regionale Paolo Ruggirello l’anno scorso transitato nel Pd, lo
stesso sindaco nominò l’ultimo dei consiglieri suo assessore col patto di
lasciare libero un seggio e fare «salire» il rampollo poi arrestato. Ecco una
storia che dà la misura dei travagli, degli incroci e dei pasticci politici
registrati in una realtà dove s’allunga sempre l’ombra della mafia. Come succede anche nella Corleone un tempo dominata da Totò Riina, oggi guidata da un sindaco che dell’antimafia aveva fatto la bandiera, ma da qualche mese sotto scopa perché un suo impiegato avrebbe pilotato affari a favore di gruppi mafiosi. E, mentre invocano le sue dimissioni, ecco arrivare alla Cgil il niet per ricordare in piazza l’anniversario di un eroe antimafia come Placido Rizzotto. Piazza negata e bandiere al vento.
Corriere della sera, 8 marzo 2016
(modifica il 8 marzo 2016 | 22:09)
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