Assemblea all'Azienda Sanitaria Provinciale
di Palermo per la presentazione della carta dei diritti universali del lavoro
tra gli operatori della sanità. Enzo Campo, segretario della Cgil di Palermo: “Ci
chiedono condizioni decenti di lavoro. È un mondo che va ascoltato”
“Abbiamo l'angoscia dei cambi d'appalto, ogni volta sappiamo che si guarda solo
ai saldi e non ai lavoratori. A ogni corsa al ribasso, si calpesta tutto quello
che noi come lavoratori rappresentiamo”, dice Giuseppe Spinnato, che si occupa
della vigilanza dentro l'azienda sanitaria di Palermo. E ha aggiunto Simon
Pietro Cortimiglia, ausiliario della sanità, Rsa Filcams Cgil, che si svolge le
pulizie di sale e reparti, da 3 anni in contratto di solidarietà, con 5 mesi di
cassa dell'amicizia alle spalle: “Lavoriamo solo 4 ore al giorno, dal lunedì al
venerdì. Facciamo appena il 50 per cento di quello che stabiliva il nostro
contratto. Il paradosso è che una lira non l'abbiamo vista, da mesi non siamo
pagati”.
Un mondo, quello della Sanità,
dove coesistono diverse tipologie di contratti e dove in questi anni di crisi i
lavoratori – come denunciano - sono andati incontro a una lunga stagione di
diritti calpestati, di disgregazione, di arretramento. Ed è in mezzo a questa
gente, una platea di medici, infermieri e personale dei servizi, che oggi la
Cgil, assieme alla Filcams e alla Funzione pubblica, con i segretari Monja
Caiolo e Filippo Romeo, ha portato la proposta della nuova Carta dei diritti
universali del lavoro e ha presentato il disegno di legge di iniziativa
popolare. “Il nostro obiettivo è aprire una stagione nuova, in cui i diritti
valgano per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla tipologia contrattuale.
Vogliamo recuperare la dignità e l'orgoglio del lavoro, per cambiare le
condizioni dei lavoratori - ha detto la segretaria nazionale Cgil Gianna
Fracassi – In questi anni abbiamo assistito alla proliferazione dei voucher e
di una pletora di contratti precari e flessibili. L'introduzione del contratto
a tutele crescenti non ha cancellato le forme di flessibilità ma ha indebolito
il contratto a tempo determinato e indeterminato. Oggi abbiamo la necessità di
portare avanti un'iniziativa straordinaria per determinare una ripartenza. Lo
stiamo facendo con migliaia di assemblea in tutta Italia, e vogliamo cancellare
la rassegnazione, che è profonda”. E di inclusione e solidarietà ha parlato il
segretario Cgil Palermo Enzo Campo: “Le norme universali che la Cgil presenta
parlano di inclusione e solidarietà tra i lavoratori, che sono i principi
attraverso i quali vogliamo portare avanti la nostra sfida. Un atteggiamo
culturale nuovo che serve per diffondere l'idea che i diritti sono di tutti i
lavoratori, e non dipendono più dalla tipologia del rapporto di lavoro. Oggi
abbiamo una parte consistente del mondo del lavoro in cui la condizione
lavorativa è fatta di povertà. Ci sono persone che lavorano da mezz'ora a tre
ore al giorno. Abbiamo sostenuto tempo fa i lavoratori di una cooperativa del
pulimento che lavorava in queste condizioni per una società partecipata del
Comune. E li abbiamo appoggiati con la solidarietà manifestata dagli altri
lavoratori, che hanno partecipato alla protesta. Perché nessuno deve sentirsi
solo. Il diritto a un lavoro dignitoso e decente è di tutti”.
Alla consultazione erano
presenti circa trecento operatori, che hanno condiviso per acclamazione gli
obiettivi prefissati dalla Cgil con la Carta dei diritti universali e con il
disegno di legge di iniziativa popolare. “Chiediamo che le nostre condizioni di
lavoro vengano migliorate, che si rispettino le mansioni, che le forme di
incentivazione consentano a ciascuno di noi di investire sulla formazione e
sulla produttività – ha detto Maddalena Marino, psicologa dell'Asp – I tagli
continui nella pianta organica hanno reso più complicato il nostro lavoro.
Quello che avevamo creato fino al 2000, grazie anche alle tante battaglie del
sindacato, è stato sistematicamente distrutto. Oggi dovremmo fare un lavoro e
svolgiamo 3-4 ruoli diversi per portare avanti la baracca. Lo stress aumenta.
Il lavoro che facevamo in quattro ora lo facciamo in due”. E ha aggiunto
Patrizia Urso, amministrativa: “Dobbiamo lasciare da parte gli schemi che hanno
diviso i lavoratori da un settore all'altro e marciare uniti. Per rimettere al
centro delle politiche del lavoro la felicità e l'umanità di ogni singolo
lavoratore. L'obiettivo è unico e dobbiamo restare compatti”.
Palermo 29 febbraio 2016
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