Antonio La Spina |
Il sociologo analizza com'è cambiato il fenomeno in questi ultimi anni
(ANSA) - PALERMO, 17 FEB - La lotta contro la mafia è per molti versi una guerra. In guerra ci sono anche gli imboscati, gli affaristi che si arricchiscono alle spalle di chi è invece mosso da spirito civico e patriottico, le spie, i doppiogiochisti, gli infiltrati, i traditori, tutti soggetti che vanno individuati e messi, tramite contromisure di volta in volta appropriate, in condizione di non nuocere. L'ultima ricerca del sociologo Antonio La Spina esplora l'universo della mafia e dell'antimafia cercando di fare chiarezza nella confusione che turba il cittadino medio, cercando di non fargli emettere la temibile sentenza qualunquista tanto sono tutti uguali che porta all'ignavia o peggio alla collusione. Dalla 'Ndrangheta - superpotenza mondiale - al nuovo fenomeno di Mafia capitale, Il mondo di mezzo Mafie e antimafie (il Mulino, 208 pagine, 15 euro) traccia una vasta mappa delle organizzazioni criminali e un'agenda per contrastarle.
Al 30 giugno 2015, i detenuti in regime di 416-bis nelle carceri italiane erano
7.023, numeri in crescendo rispetto ai 6.903 del 2014 o i 6.744 del 2013 o ai
5.257 del 2008. Tuttavia, restano fuori in attività tra 25 e 30 mila affiliati
contro i quali non si può abbassare la guardia. Tutt'altro che unitario,
l'universo delle mafie è composto da fenomeni disparati: dal grande contenitore
delle Camorre a Cosa Nostra, dalla 'Ndrangheta, anche nelle sue articolazioni
decentrate nel nostro paese o nel resto del mondo, a gruppi locali come la
Stidda e i Cursoti, per giungere a entità autoctone completamente nuove come
Mafia capitale. "Ma, oltre che alle mafie, il plurale va applicato
all'antimafia. Esistono un'antimafia istituzionale, un'antimafia sociale e da
qualche tempo anche un'antimafia inautentica o fasulla - scrive crudamente La
Spina -, come quella di personaggi che, pur mantenendo sottobanco un rapporto
organico con i sodalizi mafiosi, ufficialmente aderiscono ad associazioni
antimafia". Una realtà complessa, che il sociologo esplora con grande
energia intellettuale, nella convinzione che si possano combattere le mafie
solo conoscendone in profondità le dinamiche organizzative. Diversamente dallo
stereotipo che le vuole Idre invincibili - conclude -, le mafie hanno punti
deboli non da poco e stanno subendo l'urto non di rado devastante della
politica antimafia italiana che al momento è forse la più articolata e incisiva
del mondo. Allora bisogna moltiplicare gli sforzi, assestando un colpo dietro
l'altro, senza soluzione di continuità, fino al suo annientamento definitivo
che non è certo dietro l'angolo. (ANSA) - PALERMO, 17 FEB - La lotta contro la mafia è per molti versi una guerra. In guerra ci sono anche gli imboscati, gli affaristi che si arricchiscono alle spalle di chi è invece mosso da spirito civico e patriottico, le spie, i doppiogiochisti, gli infiltrati, i traditori, tutti soggetti che vanno individuati e messi, tramite contromisure di volta in volta appropriate, in condizione di non nuocere. L'ultima ricerca del sociologo Antonio La Spina esplora l'universo della mafia e dell'antimafia cercando di fare chiarezza nella confusione che turba il cittadino medio, cercando di non fargli emettere la temibile sentenza qualunquista tanto sono tutti uguali che porta all'ignavia o peggio alla collusione. Dalla 'Ndrangheta - superpotenza mondiale - al nuovo fenomeno di Mafia capitale, Il mondo di mezzo Mafie e antimafie (il Mulino, 208 pagine, 15 euro) traccia una vasta mappa delle organizzazioni criminali e un'agenda per contrastarle.
Antonio La Spina è professore ordinario di Sociologia e insegna Politiche pubbliche all'università Luiss Guido Carli. Tra l'altro, collabora all'attività di didattica antimafia che il Centro Pio La Torre svolge ormai da 30 anni.
(ANSA).
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